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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Unioni comunali PD San Giuliano Terme e Vecchiano
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di Mario Lavia-per Il Riformista
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Di Andrea Paganelli
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di Paolo Pombeni
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Giovanni Russo per: Unione Comunale PD Cascina
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia
Ribollire gialloverde-Il ruolo cruciale dei partiti europeisti nel respingere chi soffia sulla paura

30/3/2024 - 9:18

Ribollire gialloverde-Il ruolo cruciale dei partiti europeisti nel respingere chi soffia sulla paura

In questo tempo di crisi e incertezza servono stabilità, sicurezza e una direzione chiara, contrastando la narrazione fintamente pacifista delle forze populiste e sovraniste

Per chi vota la crisi internazionale? Le vele di quali partiti gonfieranno i venti di guerra che si stanno alzando? Probabilmente a giugno voteremo per le elezioni europee in un clima ancora più difficile di quello di oggi, forse saremo nella fase cruciale del conflitto tra Russia e Ucraina, forse dinanzi a una svolta (ma di che tipo?) nella vicenda di Israele, comunque sempre più vicini alla fatidica data del 5 novembre, il super-match tra Joe Biden e Donald Trump da cui tutto dipende e che segnerà in ogni caso una svolta a livello globale. La situazione europea intanto sta diventando pericolosissima. Non diciamo appesa a un filo, ma quasi.
L’intervista di Donald Tusk a Repubblica e altri giornali europei in questo senso è illuminante: «La guerra in Europa è un pericolo reale». Il suo Paese, la Polonia, che ben conosce la famelica attitudine guerresca della Russia, è in allerta. Gli europei cominciano davvero ad avere paura. I giovani, soprattutto, cresciuti nell’ansia di non trovare un lavoro, di vivere in un clima malato e pressati da crescenti problemi di natura psicologica, avvertono il rumore di fondo di una catastrofe. Ha scritto Sergio Fabbrini sul Sole24Ore: «La minaccia della guerra ha un’eco diversa in parti diverse dell’Ue. Essendo priva di un meccanismo (seppure basilare) di centralizzazione e legittimazione, l’Ue non è in grado di identificare una posizione collettiva (europea), ma è costretta a far coincidere l’interesse europeo con la somma degli interessi nazionali. Tuttavia, con gli allargamenti che si sono succeduti, in particolare con quello del 2004-2007-2013, la disomogeneità degli interessi nazionali è cresciuta drammaticamente». Il che peggiora le cose.
Nessuno sa dire dove si indirizzerà politicamente, da noi, questa nuova paura. Può darsi che il pacifismo, nelle sue varie forme, anche quelle più rozze, riesca a mobilitare in suo favore l’istintiva reazione ostile ai venti di guerra: è la scommessa, da ultimo, di Michele Santoro e della sua lista da talk show, ma anche di Giuseppe Conte, ostile da sempre a Kyjiv, e sull’altro fronte di Matteo Salvini, più chiaramente filo-putiniano e pacifista nel senso trumpiano del termine: se vince la Russia c’è la pace. Che poi la verità è opposta: se vince Putin, ha vinto la guerra.

Tutto questo ribollire gialloverde che va da Carlo Rovelli al pratone di Pontida, passando per la Cgil e l’avvocato del popolo, sembrerebbe crescere anche grazie all’apporto di quella parte importante del mondo cattolico che stressa le parole del Pontefice che sono quelle di un pastore di anime e non di uno statista. Però è più probabile che si verifichi quello che ha scritto Stefano Folli su Repubblica: «Ora che la crisi internazionale è peggiorata si tende a riporre maggiore fiducia nei partiti più grandi». Diremmo noi, nei partiti più responsabili. Che non significa – sentiamo già le obiezioni – partiti guerrafondai, ma partiti ancorati all’Europa e alle grandi famiglie politiche.
Può darsi che le opinioni pubbliche cerchino un riparo laddove gli alberi sono più forti, nel segno della storia e della rinascita dell’Europa. È questa – c’è da sperare – la battaglia del Pd, di Stati Uniti d’Europa, di Azione, di Forza Italia. Giorgia Meloni dovrà fare una chiara scelta di campo che potrebbe costargli l’urto con Salvini.

Ma la partita non è nelle sue mani. È nei partiti con la testa sulle spalle. Incrociamo le dita.

 








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30/3/2024 - 14:23

AUTORE:
Dispetto

...subito uno cosa in chiaro. Dove guardo e dove vado non è un tuo problema. A me non Interessa chi prende più voti, io voglio che tutti si sentano rappresentati. E se da noi l'astensione è a questi livelli è colpa delle politiche attuate ( votate proprio a questo) e da una classe dirigente di livello più che basso. Ci sono da fare politiche comunitarie inclusive,altro che pensare a un decotto draghiano su imput di chi a Strasburgo non ci va causa regolamento, che vieta di fare altro oltre il parlamentare europeo. Altro che orgoglio a tempo scaduto...

30/3/2024 - 13:24

AUTORE:
Bruno della Baldinacca

...ma è sbagliata.
Vedi che tutti i grandi partiti italiani dal dopo guerra ad ora non hanno mai superato il 51%.
La cosiddetta legge truffa cosi la chiamarono i comunisti nel /53 che era solamente un premio di maggioranza per la governabilità; ora accettata da tutti ma la svolta la dette Enrico Berlihguer dopo l'assalto alla Moneda dove fu assassinato il presidente cileno Salvador Alliende che governava con un voto risicato.
La storia non si ripete mai ma, un ma c'è sempre ed abbiamo visto che dopo l'attentato a Togliatti; Scoccimarro o chi per lui si recò al capezzale di Togliatti dicendogli: abbiamo preso la prefettura di Milano.
Riosposta: ed ora che ve ne fate?
In seguito per la governabilità abbiamo visto la "grossa DC" affidare la guida del governo a Spadolini, capo del PRI che deteneva il 2,5% dei voti degli italiani ed Enrico Berlinguer astenersi per dar vita al cosiddetto governo della minoranza presieduto da Giulio Andreotti.
Poi son seguiti i governi tecnici di Dini, Ciampi, Draghi e governi sostenuti da chi poteva considerarsi opposizione: Berlusconi, Alfano, Di Maio, Zingaretti.

Ripeto: questo tuo guardare ossessivo lo specchietto retrovisore non è un escursus storico come io sto "fando" direbbe Scalise.
No, tu dai per scontato che il 4% rimanga il 4% e non arrivi al 40% e viceversa.
Vedi Berlusconi, Renzi, Salvini, Grillo ed alla viceriscontraria Meloni che dal 4% scalso è arrivata al governo della Repubblica italiana e lei donna ha battuto Berlusconi e Salvini nel suo campo ed Enrico Letta nel campo avverso ed ora è in ascesa ed è considerata la donna politica più potente/influente in Europa, ma, anche lei se non si spiccia vede che nel triuvirato europeo Macron, Shols, Draghi è stata rimpiazzata dal nuovo presidente polacco che dopo il ribaltone i sovranisti polacchi son rimasti appiedati e...
Mai dire mai con la nuova Europa del dopo giugno con SuperMario a capo le cose per l'Europa e soprattutto per noi italiani ritorneremmo/ritornerebbero a veleggiare in mare aperto - con Trump o meno-.
Come diceva il principe De Curtis; in arte Toto: é la somma che fa il totale e per fare gli Stati Uniti d'Europa, l'esercito per la difesa europea, togliere il veto di uno-blocca i 27- e l'elezione diretta del Presidente, c'è bisogno non di sovranisti et populisti, ma di "assiemi" di orgoglio.

30/3/2024 - 12:32

AUTORE:
Dispetto

...sarebbero i partiti più grandi e più responsabili ?
Stando alle elezioni del settembre 2022 sono 2 : Fdi e Pd, con a ruota il Mov5Stelle. Gli altri ben lontani e sotto il 10% o divisi in due.
Senza dimenticare il partito più grande di tutti, l'astensionismo. E' qui che bisognerebbe puntare, avendo la testa sulle spalle.