Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Sul sagrato della chiesa di Migliarino, quella di là dal ponte, vicino alla scuola delle suore, il pomeriggio, aspettando i genitori che ci venissero a prendere al doposcuola, facevamo lunghi, appassionanti e accaniti incontri di coccia 'occetto.
Con i tappini delle bibite presi nei rifiuti dei bar, ricercati e considerati merce pregiata, sentendoti al pari dei popoli selvaggi che cambiavano l'oro con le palline colorate dei colonizzatori europei, si faceva un gioco molto semplice che aveva però le sue brave regole.
L'intento era di cocciare il tappino dell'avversario spingendo il tuo con un colpo di dito, un biscotto. Il tappino urtato diveniva così di tua proprietà.
La moda del momento, calcistica o ciclistica, faceva inserire la foto dello sportivo preferito, ritagliata da una figurina, nell'interno del tappino al posto di quella fogliolina di sughero che fa da guarnizione, oppure aumentare questa fino ad arrivare alla dentellatura e poi mettere in cima la figurina.
C'era chi riempiva di cera tutto il tappino, chi lo strusciava sul muro finché tutta la testa diventava argentea e liscia, chi invece sosteneva che quelli delle aranciate andassero meglio di quelli delle gazzose, chi credeva che la stella del chinotto Sanpellegrino portasse fortuna e tutti cercavano di avere il tappino che andasse più dritto e più forte.
Il problema era che il tappino migliore (nel tuo intento), quello che ti avrebbe fatto avere un bel bottino, poteva però essere vinto da uno sculato e la tua fortuna, come la forza nei capelli per Sansone, poteva andarsene con quel pezzettino di latta e foglio.
A qualche furbacchione venne allora l'idea di una scappatoia per limitare la perdita dell'amato tappino, il numero uno, e nacquero così le più incredibili regole di un gioco, anche se da ragazzi.
1a regola
Quando tocca a te tirare, sei sicuro di cocciare l'avversario, tutto fa ben sperare l’urto della vittoria, zac, manchi l'altro tappino per un soffio e resti fermo ad un palmo dal nemico. Troppo vulnerabile.
Prima che quel brodo del rivale si chini beffardo a sferrare il colpo di grazia, te, veloce e maligno, gridi: "SCAMBINI" e freghi tutti mettendo un trabiccolo di tappino al posto del "tuo".
Ma la parola magica non va detta né troppo presto, né troppo tardi, cercando il momento dell'arresto della tua merce, prima che lo smaliziato avversario non pronunci l'altra parolina antimagica: "SCAMBINI NO", annullando ogni possibilità di recupero.
2a regola
L'altro tira, ti manca, e te, come il gatto col topo, gongoli per la facile vittoria.Ma sei proprio sicuro di cocciare o lo mancherai per la troppa sicurezza ed il tuo tappino, quello con Boniperti, andrà a finire nelle tasche di quel disgraziato?
Ci sono i sassi, qualche filo d'erba, il terreno non è dei migliori e allora non ti resta che tirare fuori un'altra di quelle parole assurde ma efficaci: "INDIRIZZINI" e puoi spostare il tuo tappino, mantenendo la stessa distanza, su una migliore e sicura rotta di collisione.
Anche in questa regola esiste l'annullamento pronunciando: "INDIRIZZINI NO".
3a regola
Chi era rimasto una volta fregato per non aver detto al momento giusto di voler mettere in direzione il suo tappino dalla negazione dell'avversario a farlo, allora aveva una scappatoia ricorrendo alla terza parola che avrebbe rivoluzionato il gioco.
Non potevi allineare il tappino con quello del rivale? E allora te dicevi "PULIZZINI" e creavi una bella pista liscia e libera, spazzando via ogni cosa con il palmo della mano.
Erano regole inventate lì per lì, accettate da tutti, ma se nel gruppo c'era un rissoso, un capetto che non amava perdere, anche se si trattava di un solo tappino, allora venivano fuori i leccapiedi che asserivano di averlo sentito dire "PULIZZINI NO" e nascevano così risse e baruffe sedate dalle suore che andavano alle funzioni o dalle mamme che arrivavano a prenderti a scuola e c'era sempre uno che ti diceva:
"Fortuna che è arrivata tu ma', sennò vedevi che muso ti facevo!"
Il giorno dopo tutti, a ricreazione, a chiedere chi avrebbe giocato a coccia 'occetto alla fine delle lezioni, nascondendo agli altri il nuovo tappino che avevi trovato la sera prima all'ACLI o al Teatro e che avevi elaborato prima di andare a letto.
Questa volta non c'erano cristi nè paroline che tenevano:
LI STRAGIAVI