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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Una scrittrice da conoscere meglio: Simona Baldanzi

13/4/2024 - 8:32



Simona Baldanzi

Simona Baldanzi è militante, attivista e scrittrice. Nasce a Firenze nel 1977 in una famiglia operaia, vive e cresce nel Mugello, studia e lavora fra Prato e Firenze. Laureata in scienze politiche, per molti anni si occupa di salute e sicurezza sul lavoro come sindacalista e adesso è impegnata al patronato Inca CGIL. Scrive romanzi, reportage narrativi e inchieste, narrazioni della viandanza. Ha sempre voluto tenacemente tenere insieme il tema del lavoro con quello dell’ambiente indagando, studiando, raccontando e impegnandosi in Appennino e sulla piana. Fra le sue battaglie quelle contro le morti sul lavoro, lo sfruttamento, le grandi opere, la difesa dei servizi pubblici.
 
Figlia di una vestaglia blu ; Fazi, 2006 - Alegre, 2019
Simona è figlia di operai. Vive nel Mugello, dove la fabbrica di jeans Rifle è quel che la Fiat era a Torino. Mentre il padre lavora in magazzino, la madre, in catena con le sue compagne di lavoro in vestaglia blu, cuce migliaia di passanti per i jeans. Vestaglie color blu come il cielo su cui si stagliano ogni sabato, giorno di riposo, stese fuori dai balconi ad asciugare. Simona è figlia di operai. Di quella generazione operaia che stringendo la cinghia e allargando col conflitto sociale l’orizzonte dei diritti è riuscita a far studiare i propri figli all’università. Si laurea con una tesi sui minatori per lo più calabresi che forano le montagne del Mugello per far passare il Tav, il treno ad alta velocità. Incontra, ascolta, conosce a fondo le tute arancioni, venute da lontano, sulla cui pelle si scarica la contraddizione tra lavoro e ambiente dei cantieri delle grandi opere che hanno sostituito la fabbrica tradizionale. Tra memoir, romanzo e inchiesta operaia, in Figlia di una vestaglia blu, l’autrice fonde queste storie in una sola: una storia di orgoglio operaio e consapevolezza di genere che smentisce i luoghi comuni sulla morte della classe operaia e ridefinisce un quadro complessivo dove donne e uomini sono ricompresi in una paritaria dimensione di classe.
 
Bancone verde menta; Elliot, 2009
Monica, giornalista impegnata, accetta insieme a un’amica fotografa di lavorare a un supplemento per San Valentino sulle città e l'amore. Quel progetto che all'inizio sembra quasi patetico si trasforma in un viaggio fra gli uomini amati, le storie proprie e di altri attraverso luoghi come Marsiglia, Genova, Torino, Barcellona. Un romanzo dove l'amore e i sentimenti incontrano l'impegno civile e la passione politica.
 
Se tornano le rane; Alegre, 2022
In un giorno di primavera Giorgia viene licenziata ed è costretta, insieme a sua figlia Camilla, a passare l'estate dai genitori, famiglia working class della provincia toscana. Tornare nei luoghi dove ha trascorso l'infanzia la costringe a fare bilanci e ripercorrere il proprio passato: prima una vita di impegno politico in quel territorio e poi il lavoro alienante nella grande città. Intanto Camilla inizia a interrogarsi sul passato della propria famiglia e frequenta l'outlet: per lei è un luogo dove andare a giocare con altri bambini, per Giorgia un concentrato simbolico e materiale di lavoro precario, consumismo e alienazione sociale; un posto finto, una cittadella costruita a tavolino, dove l'unica cosa reale è il fiume che lo attraversa, con le sue rane. Una storia working class al femminile di una famiglia che, come quel fiume, scorre lungo le vite di più donne parlandoci dell'importanza dei legami di classe e solidarietà tra generazioni.
 
Maldifiume: acqua, passi e gente d’Arno; Ediciclo editore, 2016
Un libro di Storia e di storie, del fiume e delle sue genti, delle mutazioni che si sono succedute nel tempo; un viaggio intrapreso dalla scrittrice con amici e amiche, a piedi in bici e in barca, dalla sorgente alla foce dell’Arno, incontrando persone e facendosi raccontare il passato e il presente dei vari luoghi attraversati; una narrazione che miscela storia, richiami letterari, suggestioni antiche, riflessioni contemporanee.


Pietra Pane e il mondo che c’è; Rose Selavy, 2021
Una favola contro le ingiustizie, lo sfruttamento, la paura del diverso e contro tutte le guerre. Età di lettura: da 10 anni.
 
Corpo Appennino: in cammino da Monte Sole a Sant’Anna di Stazzema; Ediciclo 2021

Prendi alcune estati e mettile a confronto, ad esempio quella del ‘44 e le nostre estati, quelle fatte di decreti sicurezza e morti nel Mediterraneo, o la mia estate di un intervento chirurgico alla testa, che porta a rallentare, ad affidarsi agli altri, a mettere in discussione il bastarsi da soli. L’orecchio sinistro che sente meno, la parte a sinistra del Paese che non sa dare risposte. Corpo paese, corpo Appennino, corpi in cammino, corpo di una donna: ferite che si sovrappongono e si parlano. Riconsidera quelle estati attraverso una camminata in gruppo sull’Appennino fra Emilia Romagna e Toscana, nei luoghi delle stragi nazifasciste. Muovere passi per trovare il posto alla memoria e oleare i meccanismi attuali per porre freni alle barbarie. Riscoprire l’importanza del fare insieme per aggiustarsi, per insistere a cambiare le cose, per non stare a guardare e ascoltare invano. In attesa che il senso dell’utopia venga riconosciuto fra i sensi umani.
 
 Molto attenta ai problemi della propria terra, Simona Baldanzi nel 2011 pubblica il libro Mugello sottosopra, dedicato agli sconvolgimenti idrogeologici portati dai cantieri TA e nel 2014 il romanzo Il Mugello è una trapunta di terra.
 
Paola Bernardini

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