Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Una delle più vecchie sezioni di questo giornale, che all’inizio aveva nome “Almanacco” e che era nata per tener fede al sottotitolo dell’intestazione della pagina di apertura, rimane difficile da riempire per far fede al titolo.
Manca qualcosa: i Paesi ci sono e si fanno sentire, la Gente pure ma lo spirito che dovrebbe unirle manca o resta celato nelle pieghe degli anni dei paesani, quelli oltreantaanta.
Migliarino non è certo un paese da modello (colpa dell’Aurelia che lo divide?), ma nel cuore e nella mente dei vecchi (inutile girarci d’intorno, quando passano gli anni si invecchia!) restano indelebili alcune persone che ci hanno lasciato.
Una di queste è il noto Petri Roberto, detto Pippo, che trovò moglie e lavoro in quel di Udine ma che non dimenticò mai gli amici e il paese.
Era strano Pippo, raccoglieva tutto quello che parlava del suo paese: cose foto ricordini, ma rimandava al mittente le lettere che riceveva, forse per riallacciare l’amore del luogo natio usando lo stesso scritto come se fossero parole dette a voce.
Questa è un esempio di vera “Gente e Paesi”, una lettera corale che il paese spedì a Pippo e che ora prendo a esempio.
Mi hanno raccontato che un vecchianese andò a litigare con il responsabile delle affissioni funebri perché lui non era potuto andare al trasporto del suo più caro amico, che conosceva per soprannome e gli era sconosciuto il vero nome messo sul manifesto.
Ecco come è la “gente di paese”, poche parole ma un grande cuore!
Migliarinesi, siate contenti di essere ricordati con i nomi, scherzosi o meno, con i quali avete passato la vostra vita paesana.
In calce alla lettera vi si legge “pelliola”, non vi meravigliate: è la “pellicola”, il primo filmino fatto in paese e che Pippo girò su un viaggio in barca e che chiamammo “Dai ponti al mare” (io lo avevo aiutato in alcune scene) e che è rimasto nella storia.
Un dolce ricordo per chi non si leggerà, noi ve lo racconteremo a voce quando ci ritroveremo al “MARE”, la grande culla/bara!