Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Primo maggio. Pd e Cgil, affondati sul lavoro
Due interviste, di Landini e Schlein, restituiscono una sinistra ancorata al Novecento e incapace di comprendere un mondo rivoluzionato e in continuo mutamento. Lavoratori e giovani non guardano più a Pd e Cgil, rimasti buoni per dire che il fascismo è brutto e la pace è bella
La pigrizia intellettuale del Primo maggio se la gioca con la pigrizia intellettuale del 25 aprile.
Ho letto sovrastato dalla noia le interviste a Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e a Elly Schlein, segretaria del Pd. Il primo annuncia che presto ci sarà un referendum per l’abolizione del Jobs Act e dev’essere vero perché lo sento dire da dieci anni, e la seconda s’accoda e rilancia sul salario minimo. Non entro nei dettagli, per scampare all’accusa di concorso esterno in tedio.
Sul Jobs Act vi suggerisco di riprendere un articolo scritto per noi da Marianna Madia (una seria), quanto al salario minimo mi pare la mano di bianco quando si deve vendere casa.
Secondo il grande Claudio Velardi, siamo tutti un po’ conservatori, ma la Cgil e il Pd lambiscono i confini della reazione.
Tutto quanto è nuovo viene respinto dalle barricate novecentesche in cui si sono asserragliati, per prolungare il rassicurante tepore residuo di anni fiammeggianti. Poco più di un anno fa avevamo suggerito alle leadership del e sindacali la lettura di Sinistra!, libro di Aldo Schiavone (storico, saggista, fra il molto del suo curriculum ricordo la presidenza dell’Istituto Gramsci negli anni Ottanta), un’implacabile requisitoria sulla sinistra capace di archiviare il marxismo alla caduta dell’Unione sovietica senza montarci sopra una mezza riflessione, non dico un’autocritica che sa tanto di Cina maoista, e dunque di tuffarsi vestita nel mare della modernità globalizzata, priva delle intenzioni e pertanto degli strumenti per governarla, e infine di additare lo spettro neoliberista, parecchio etereo poiché non è stato il frutto di un complotto globale ma di una globale distrazione. Anche della sinistra. (Non dimentichiamo mai che la globalizzazione ha risollevato dalla miseria miliardi di persone del Terzo mondo, e ridotto di molto le distanze con l’Occidente che per questo ora vive d’angoscia).
Ma il marxismo non è poi evaporato del tutto - un po’ attiene al sentimentalismo della vecchiaia, un po’ non c’era nulla con cui sostituirlo. Così dalla lotta di classe incentrata sulla fabbrica e sugli operai si è passati alla lotta di classe incentrata sui precari e i poveri, mira sbagliatissima del reazionario poiché - spiegava Schiavone - è complicato incentrare una lotta su qualcosa che un centro non ha: il precariato è effetto di un lavoro fluido, sminuzzato, sfuggente, si basa sulla tecnica che è intangibile, i prodotti della digitalizzazione sono incorporei e, quando sono materiali, attraversano i confini, demoliscono il concetto di nazione e quello di operaio, da decenni rimpiazzato dalle macchine, o meglio il concetto di lavoratore, ora rimpiazzato dall’intelligenza artificiale.
Non è un dramma: basta impegnarsi, davanti a un mondo nuovo, a trovare soluzioni nuove.
Abolire il Jobs Act e introdurre il salario minimo (sempre che serva a qualcosa) sono le misure a forma di cerotto di chi continua a non capirci niente. Il mondo che cambia non soltanto non è un dramma, è la realtà, e vi consiglio l’ottimo pezzo di Riccardo Maggiolo. Forse il lavoro va desacralizzato, dice Maggiolo.
Forse, concordo io, lo è già. Per i nostri giovani non soltanto la Repubblica non è fondata sul lavoro, non lo è nemmeno la vita. La vita per loro è molto di più e va molto oltre l’aureo binomio dei loro genitori: lavoro/famiglia.
Un discorso lunghissimo, interessantissimo, difficilissimo: neanche ci provo ad avviarlo qui. Ma lo sguardo delle nuove generazioni è già puntato, consapevolmente o no, su un orizzonte in cui le macchine lavorano e gli esseri umani si dedicano al niksen, parola olandese che - se ho capito - sta a metà strada fra il dolce far niente e il rifiutare la dittatura degli obiettivi professionali (l’Olanda è calvinista, dettaglio che aiuta a comprendere la tendenza).
Mi resta di augurare buon Primo maggio al Pd e alla Cgil, alla canizie orgogliosa e programmatica. In dieci anni (dal 2013 al 2022) i sindacati hanno perso 850 mila iscritti.
Dei 5.2 milioni di iscritti alla Cgil, due milioni e mezzo sono pensionati. Fra gli under 34 non iscritti (indagine della Fondazione Di Vittorio), l’undici per cento considera il sindacato inutile, oltre il 47 per cento non sa che cosa sia e non sa a che cosa serva.
A che cosa serva, come si è intuito, non lo so nemmeno io, se non a dire che il fascismo è brutto e la pace è bella.