FRAGOLE  E CHAMPAGNE

La politica è anche questione di reddito. Quando la lotta la fanno i ricchi e diventa antisemita rinasce una nuova forma di nazismo che ha bisogno di alibi per chi deve giustificare e mantenere i propri privilegi.

La Columbia University di NY, culla della protesta contro Israele e dove si da la caccia all'ebreo, ma non si manifesta contro il massacro del 7 ottobre, né contro gli assassini delle donne e degli intellettuali a Teheran che finanzia i terroristi islamici dei quali i figli di papà sventolano le bandiere, costa 50mila dollari l’anno escluso vitto alloggio, trasporti e altre spese. Frequentare e laurearsi lì costa al minimo 400mila dollari. 

L’Università del Sud California oltre 60mila l’anno escluse le altre spese. A Philadelphia circa 180mila tutto compreso. Le altre in lotta tutte poco più o poco meno di 80mila dollari l’anno esclusi vitto e alloggio. 

Per fare un esempio l’Università italiana più costosa, la Bocconi, costa circa 13mila euro l’anno. Le altre pubbliche, di ottima qualità, al massimo qualche migliaio di euro.

Avete visto operai Usa scendere in piazza contro Israele? O lavoratori solidarizzare coi terroristi di Hamas che mandano sotto le bombe bambini, donne e vecchi come vigliacchi magnaccia carichi di soldi. 

E’ lotta di classe alla rovescia di una presunta nuova sinistra, che abbatte le statue di Cristoforo Colombo ma resta aggrappata al suo status sociale. Una ex sinistra che favorisce la destra nazionalista, suprematista, razzista e antisemita negli Usa e sputa nel piatto dove mangia, facendo finta di volerlo ripulire dall’avidità dei padri, i patrimoni dei quali sono felici di ereditare. 

L’aspetto crudo del capitalismo è che gli spazi di libertà, che garantisce comunque più di ogni altro sistema economico, consentono ai beneficiari di contestarlo senza essere stuprati, torturati, impiccati come accade a chi si oppone in Iran o in Russia.

Vero è che se manifestassero in Iran avrebbero la solidarietà dei guardiani della morale, stupratori e tagliagole dei loro coetanei delle università iraniane.  

Non è più “Fragole e sangue”, a casa loro il sangue lo lavano via con lo Champagne.