Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Attraversamenti pericolosi-Torna Bettini, con Tarquinio e Conte, panico tra i socialisti del Pd
Alla presentazione del suo ultimo libro, l’intellettuale della vecchia cara Ditta ha mostrato il lato peggiore e più anti-occidentale di una certa sinistra. Per fortuna che nel partito non conta più di tanto
Marco Tarquinio è «un fiore all’occhiello», dice Goffredo Bettini. Dipende quale fiore. Uno che non vuole sostenere militarmente l’Ucraina ne accelera obiettivamente la morte: sarà un crisantemo, semmai.
Bettini è tornato, come il film di propaganda sul Migliore dopo l’attentato del ’48, “Togliatti è tornato”, con il solito Auditorium pieno di amici e compagni, dallo stesso Tarquinio a Giuseppe Conte, con il suo ennesimo libro sempre accattivante intitolato “Attraversamenti”, che è un bel titolo perché in effetti Bettini ha attraversato varie epoche politiche e conosciuto mille personaggi importantissimi.
Certo, da Pietro Ingrao a Marco Tarquinio il salto è da record del mondo, ma sta di fatto che oggi questo dirigente che continua ad andare e venire e forse a fare e disfare (ma molto meno di una volta) sta scavalcando a sinistra, diciamo così, pure Ingrao, attaccando come un pro Pal dell’università «l’estremismo bellicista, occidentalista, a-tla-ntista (scandisce così, ndr)» e l’Europa «silente e subalterna» a tutto questo.
Tarquinio no, è l’antitesi perfetta alla deriva, perché pronuncia la parola «pace» (anzi, «pasce», alla romana), come se il popolo ucraino godesse a fare la guerra e a contemplare le sue città rase al suolo.
L’estremismo anti-occidentale, forse maturato nei lunghissimi soggiorni thailandesi o forse dovuto a un tarda e finale prevalenza del pasolinismo, non esime tuttavia Bettini a esprimere apprezzamento per Elly Schlein, quando è abbastanza noto che ne è sempre più distante, e per l’ex figlioccio Nicola Zingaretti, che ormai in privato disconosce con parole non proprio benevolissime, tanto che i suoi danno indicazione di non votarlo, meglio Matteo Ricci.
Naturalmente Bettini è un battitore libero che non ha più molta influenza sulla linea del Partito democratico, checché se ne dica, e tuttavia è l’emblema colto della vecchia cara Ditta che non ha smesso di sognare il ritorno al potere insieme all’avvocato del popolo.
Però di fronte a quelle parole diventa inevitabile chiedersi come possano essere compatibili quelle posizioni anti-occidentali con la posizione del Nazareno che, per quanto talvolta oscillante, è chiara sul valore dell’atlantismo.
Quanto all’amico avvocato, con il quale immagina prima o poi una federazione o addirittura una fusione, “Goffredone” ha detto che «il governo Conte 2 è stato il più di sinistra che abbiamo mai avuto». E noi che non ce n’eravamo accorti!