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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Unioni comunali PD San Giuliano Terme e Vecchiano
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di Mario Lavia-per Il Riformista
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Di Andrea Paganelli
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di Paolo Pombeni
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Giovanni Russo per: Unione Comunale PD Cascina
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia
La pavidità del male-L’indecisionista Meloni isola l’Italia, punisce gli ucraini e mostra il suo vero volto

1/6/2024 - 8:37

La pavidità del male-L’indecisionista Meloni isola l’Italia, punisce gli ucraini e mostra il suo vero volto

Siamo uno dei pochi paesi che non ha ancora dato il via libera a Zelensky di usare le armi fornite a Kyjiv anche per attaccare le postazioni missilistiche russe da cui partono gli attacchi sui civili


Giorgia Meloni riporta in auge l’Italietta che nei momenti chiave si isola nelle sue furbizie e parafrasando Hannah Arendt nella pavidità del male. I Paesi del mondo libero e democratico hanno quasi tutti deciso di allentare le restrizioni che impedivano l’uso di armi in dotazione all’Ucraina in gradi di colpire le postazioni sul suolo russo da cui partono gli attacchi di Mosca. 
Il governo tedesco ha autorizzato Kyjiv a utilizzare le armi inviate a supporto difensivo per gli attacchi nella zona al confine tra i due Stati. In questo senso ci sono state consultazioni negli ultimi giorni tra Stati Uniti, Francia, Regno Unito e Germania. Anche la Polonia, gli scandinavi, i baltici, i Paesi Bassi, il Canada hanno deciso in questa direzione. 

Mancano all’appello Belgio, Spagna e appunto l’Italia. Che nel distinguersi dai maggiori Paesi civili del pianeta sta realizzando una specie di unità nazionale al contrario. Matteo Salvini, Antonio Tajani e Guido Crosetto guidano il fronte del no alla sollecitazione venuta dal capo della Nato Jens Stoltebnerg nel silenzio di Meloni, che è meno empatica degli altri tre nei confronti della Russia: ha scelto un doroteo barcamenarsi ma a un certo punto, cioè al G7 o al vertice Nato, dovrà pur esporsi.

In questa fase, la presidente del Consiglio è come se avesse preso il treno di ritorno rispetto a quello su cui viaggiò Mario Draghi insieme a Emmanuel Macron e Olaf Scholz, leader che invece si stanno comportando coerentemente, verso Kyjiv. La scelta di non seguire gli alleati della Nato sta isolando dunque il nostro Paese relegandolo ai margini della vicenda europea più importante degli ultimi decenni insieme alla Cechia e, come detto, a Spagna e Belgio (ma Pedro Sanchez ha recentemente stanziato più di un miliardo per l’Ucraina).

Le potenze europee e gli Stati Uniti al contrario fanno un ulteriore passo a difesa del popolo ucraino, una scelta certo non facile che ha già suscitato le solite rappresaglie verbali di Mosca, mentre il governo Meloni si ritrae perché a pochi giorni dal voto non vuole avere problemi con un’opinione pubblica spaventata. Purtroppo questa è anche l’ansia del Partito democratico, oltre che del pacifista alle vongole Giuseppe Conte, visto che i dem hanno scelto una linea di galleggiamento. 
Quella del governo è pertanto una linea propagandistica che si fa forza di motivi di costituzionalità tutti da dimostrare che vengono agitati da Antonio Tajani che nell’occasione sembra Nicola Fratoianni; e con il Pd preoccupato da una possibile escalation, come se il mondo democratico si divertisse a prendere decisioni drammatiche, e sostenitore di una trattativa che si vede solo dalla terrazza del Nazareno. L’Italia scappa, dunque: la pavidità del male.





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3/6/2024 - 9:06

AUTORE:
Lettore

Alla lettera "fecero un deserto e lo chiamarono pace"

I dittatori non hanno mai negoziato; o vincono o muoiono!

3/6/2024 - 8:58

AUTORE:
Filo-Russo

La parola pace sembra che non interessi a nessuno. Ma men che meno la parola "russofoni" (cioè i veri martiri) del Donbass e, più in generale, della Novorossia

2/6/2024 - 18:09

AUTORE:
Lettore

Sei sicuro-sicuro che Vladimir Putin voglia trattare con il presidente ucraino Zelensky?

2/6/2024 - 17:58

AUTORE:
Massimo

Mi domando solo quale sarà l'obbiettivo di questa nuova iniziativa che farà salire il livello di pericolosità della guerra.
Forse la vittoria dell'Ucraina?
La evidente risposta a questa domanda fa capire come siano carenti e sbagliate tutte le iniziative europee e americane per risolvere il conflitto.
Rimene un'unica speranza, che Zelensky smetta di chiedere armi e pensi a sedersi ad un tavolo di trattativa prima che il suo paese sia completamente distrutto. Dovrebbe essere aiutato in questo e invece....

2/6/2024 - 17:08

AUTORE:
Lettore

Altro giornalista, Enrico Mentana che credo tu conosca come tanti di noi in Italia scrive questo che vedi pubblicato su VdS.
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Quindi secondo le forze politiche italiane - di maggioranza e di opposizione - le regole della guerra in Ucraina sono queste: l'invasore può colpire dove vuole, con armi russe, ma anche cinesi o nordcoreane.

Chi si difende invece può usare le armi italiane solo colpendo gli avversari nel suo stesso territorio, senza sconfinare in Russia, con la bizzarra tesi che la nostra Costituzione lo imporrebbe.

Quindi se per assurdo un paese vicino ci invadesse, noi potremmo usare le nostre armi solo per colpire nel nostro stesso territorio, come i nostri aggressori.

Ma 25 anni fa, quando decollarono dalle basi italiane i caccia che bombardarono Belgrado, si spiegò che l'imperativo umanitario di salvare la popolazione del Kossovo superava ogni vincolo. Quel galantuomo del capo dello stato (che allora era vicepresidente del consiglio) credo la pensi ancora così.
Solo lui?
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http://www.lavocedelserchio.it/vediarticolo.php?id=44309&page=0&t_a=le-regole-della-guerra-in-ucraina

2/6/2024 - 15:34

AUTORE:
Mauro

Signor mario ma perché non ci va lei in guerra? Il mondo democratico, come lei lo chiama, non avendo fatto nulla per cercare una via di pace, NULLA, ora vuol far credere a tutti che non rimane che una sola via la terza guerra mondiale e magari nucleare. Lei mi fa pena e tristezza se davvero pensa e crede a quanto ha scritto. Pena e tristezza, lei non solo non è degno di chiamarsi giornalista ma nemmeno uomo. Un uomo avrebbe il coraggio di denunciare l'inavia dell'Europa i tutta questa faccenda e non di osannare la guerra. Lei è un foxxe.