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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Un'Autrice da Conoscere: PAOLA PRESCIUTTINI

8/6/2024 - 16:22


Paola Presciuttini e Trotula De Ruggero “donna, filosofa, assai bella e dalla quale i medici ignoranti traggono grande autorità e utili insegnamenti”, la donna che ha creato dal nulla una medicina delle donne e per le donne, fondata su un approccio scientifico, laico e moderno. Paola Presciuttini - nata a Firenze nel 1970 - è  stata  allieva  di  Dacia  Maraini e Lidia Ravera e tiene da anni corsi di Scrittura Creativa e Scrittura Teatrale. Con il romanzo Trotula - frutto di lunghi anni di studio, passione e scrittura - ci porge, magnificamente scritta, la storia misconosciuta di una donna del Medioevo che seppe cogliere nella medicina la risoluzione  a  certe bibliche angustie femminili, rispetto alle quali gli uomini di scienza  arretravano: per devozione, superstizione e, soprattutto, per disinteresse.Nell'XI secolo La Scuola Medica di Salerno fu il primo Centro di Cultura non controllato dalla Chiesa e divenne talmente rinomata da essere considerata la prima università d'Europa. In quel luogo si cominciò a tradurre i testi di medicina degli antichi scienziati greci, rendendoli nuovamente accessibili agli studiosi  occidentali.  La Scuola era aperta anche alle donne che la frequentavano sia come studentesse che come insegnanti e Trotula De Ruggiero fu uno dei suoi membri. Trotula fu la prima  medica  d’Europa:  esperta   dicorpo e cose femminili, dalle mestruazioni alla gravidanza, dal parto fino   alle cure di bellezza, di fatto fondò la ginecologia  europea.  Fu  insignita  dalla prestigiosa scuola medica del titolo di medico e Magistra  e  fu  la  prima a scrivere un compendio di medicina femminile. Le due opere principali   che   le   vengono   attribuite   sono   un   trattato   sulle    malattie femminili, indicato come Trotula major, e uno sulla cosmesi e la cura del corpo, conosciuto nella tradizione come Trotula minor. Nel primo testo tratta dal punto di vista scientifico ogni aspetto della vita femminile dalle mestruazioni, fino alla gravidanza e al parto, approfondendo così  la  fisiologia delle donne e le loro patologie. Con la sua visione moderna della pratica medica offre, oltre a nozioni di ginecologia, ostetricia e puericultura, indicazioni sui metodi per controllare le nascite e un’importante intuizione sull’infertilità, da Trotula considerata come patologia attribuibile sia alle donne che agli uomini. Comprende inoltre il valore della prevenzione e la necessità dell’igiene personale per la salute dell’individuo, concepita non solo come stato di benessere fisico, ma anche psicologico.

Trotula affronta senza moralismi e pudori la questione della sessualità e della sua importanza per la vita e la salute: riconosce che il desiderio sessuale femminile non sia, come si riteneva  all’epoca,  un  peccato, bensì un fenomeno del tutto naturale che, se represso, può recare sofferenza e malattia. Tra i suoi consigli pratici su come alleviare tali sofferenze scrive: «si prenda del cotone imbevuto di olio di muschio o di menta e si applichi sulla vulva per calmare il desiderio ed  il  dolore  che deriva da un mancato soddisfacimento».Nel Trotula Minor, l'autrice si occupa della bellezza in quanto segno di un corpo sano: scrive di rimedi per il corpo, di pomate e di erbe medicamentose per il viso e i capelli e  dispensa  consigli  su  come  migliorare lo stato fisico con bagni e massaggi. Parla di come sbiancare i  denti, ma anche di come “una donna sverginata” possa sembrare vergine. Il suo punto di vista mette in crisi la  tradizione  e  le  sacre  scritture (“partorirai con dolore”), soprattutto perché vuole alleviare le sofferenze  del parto e evitare la morte: Dio – ritiene – non può aver creato niente d’imperfetto, sta agli umani capire i segreti del corpo, augurandosi che un giorno la scienza possa essere del tutto libera dalla    religione.Nel XIII secolo le idee e i trattamenti di Trotula erano conosciuti in tutta  l'Europa e facevano già parte della tradizione popolare. I  suoi  scritti  vennero utilizzati fino al XVI secolo come testi classici presso le Scuole di medicina più rinomate. Il Trotula Maior, in particolare, venne trascritto più volte nel corso del tempo subendo numerose modificazioni, inoltre, come altri testi scritti da una donna, venne impropriamente attribuito ad autori di sesso maschile. Nel XIX secolo alcuni storici negarono la possibilità che una donna avesse potuto scrivere un'opera così importante e cancellarono la presenza di Trotula dalla storia della medicina. La sua esistenza fu però recuperata, con gli studi di fine Ottocento, dagli storici italiani per i quali l'autorità di Trotula e l'autenticità delle Mulieres Salernitanae sono sempre state  incontestabili.Paola Presciuttini racconta di essersi innamorata di questa donna e di aver sentito la necessità di fare ricerche,  scrivendo un testo teatrale e poi il libro: intuisce di trovarsi di fronte “a una delle tante amnesie che la storia riserva alle grandi figure femminili”. Con il suo romanzo “Trotula” si assume l’incarico di rimuovere tutta la polvere che ricopre questa figura, restituendoci un ritratto vivo e documentato di una donna medievale eppure modernissima.Nel romanzo c’è la storia di Trotula raccontata da svariati personaggi: la  tata analfabeta, il precettore benedettino, il marito geloso, la cugina sottomessa, i figli medici e il fratello cuoco…e c’è lei, una donna curiosa e combattiva, madre e medico, che si confronta giorno dopo giorno con la società dell’epoca e con il ruolo a cui il suo genere era relegato. Trotula ha un’infanzia felice fra la tata Iuzzella, conoscitrice di erbe, come molte popolane, e un precettore, Gerardo, che deve insegnarle filosofia, matematica e letteratura. Da adolescente quando la cuoca Carminella incinta partorisce sul pavimento della cucina, capisce il potere delle donne   e dimentica il rammarico per i divieti subiti essendo una femmina: “Non  c’era libro o pensiero capace di eguagliare quel potere che Madre Natura aveva deciso di dare a quelle come me: alle donne”. Dopo la morte della madre per il parto diventa “smaniosa di sondare il mistero della salute, del sangue e della morte”: perciò – nel desiderio di capire cosa sia successo – ottiene di frequentare la Scuola di medicina, pur cercando di conoscere anche le guaritrici che usavano l’arte delle erbe e degli unguenti. Si sposa  con un noto maestro della Scuola, Giovanni Plateario, con cui ha due figli, i quali a loro volta intraprendono il mestiere dei genitori, e una relazione  profondissima   erotico   intellettuale,   ma   anche   di   dolorosissima conflittualità che sfocerà in separazioni e dolci ricongiungimenti. Trotula infatti, violentata in un momento di ubriachezza dal marito, che l’ama ma soffre per la sua superiorità, si stabilisce – con scandalo inaudito  per  l’epoca e rinunciando ad ogni privilegio - nel quartiere giudaico di Salerno  per curare tutti/e, ricchi e poveri, e va in giro con un solo servitore. Finisce per assistere le partorienti, e le rincresce essere considerata “poco più di  una mammana” ma salva molte donne da una morte certa. Si trova a curare infezioni, insegna alle levatrici le norme igieniche, si confronta con studiosi arabi e normanni, interrogandosi sull’autopsia, allora proibita, e sulla chirurgia, applicata solo dagli ‘infedeli’ islamici. Trotula diventa il punto di riferimento per le donne, che rivelano più volentieri a lei ogni segreto piuttosto che a una figura maschile. Offre il suo sapere alle donne più  povere e alle prostitute, sfida la guerra e le epidemie, cura e difende le religiose violentate, denuncia i chierici stupratori. In una Salerno medievale, in occasione del funerale di Trotula, tremila persone seguiranno il feretro di una donna né regina né santa, ma grande medico tra i   medici.

 

Paola Bernardini


n.d.r.  Il libro Trotula ed meridiano zero 2013 insieme a molti altri libri di Paola Presciuttini   sono in dotazione di  Bibliolandia

 



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