Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante.
Un cigno recita:
Bene, ora mio calabrone
fai una passeggiata
raggiungere la nave in mare,
scendere di nascosto,
entrare nel vuoto più lontano.
Stai bene, Gvidon,
vola, solo senza ospiti
per molto tempo!
(Il calabrone vola via.)
Gvidon è un personaggio di un brano tratto dal terzo atto dell'opera: La fiaba dello zar Saltan (composta fra il 1899 ed il 1900) di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, quando il protagonista Gvidon viene trasformato in un insetto.
Noi conosciamo questo virtuosismo come: Il volo del calabrone, un pezzo che spinge i musicisti ad una gara di velocità nell’esecuzione con diversi strumenti.
Nella vita reale però il calabrone è lento, pacifico, ronzante ma innocuo, ghiotto di polline tanto da farne indigestione.
Vai amico Gvidon o chi tu sia, non andare in mare, non ci sono fiori là, resta nel mio giardino e…caca quanto vuoi, accanto all’acanto che ti fa da cantero!