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Una vicenda tutta personale viene descritta in questo nuovo articolo di Franco Gabbani, una storia che ci offre un preciso quadro sulla leva per l'esercito di Napoleone, in grado di "vincere al solo apparire", ma che descrive anche le situazioni sociali del tempo e le scorciatoie per evitare ai rampolli di famiglie facoltose il grandissimo rischio di partire per la guerra, una delle tante. 

Bonaccini ha dato le dimissioni da presidente della .....
. . . c'è più religione ( si esce un'ora prima). .....
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. . . . . . . . . . . a tutto il popolo della "Voce". .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Domenica 7 Luglio mercatino di Antiqua a San Giuliano T
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Ripafratta, 12 luglio
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Bagno degli Americani di Tirrenia
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Alzarmi prestissimo al mattino
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esco subito in giardino
e abbevero i fiori
Mi godo la piacevole
sensazione
del frescolino .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Mario Lavia
Non è l’ora della destra-Emmanuel Macron ha salvato la Francia e l’Europa

8/7/2024 - 21:53

Non è l’ora della destra-Emmanuel Macron ha salvato la Francia e l’Europa

Nel secondo turno delle elezioni francesi, più che vincitori ci sono gli sconfitti: hanno perso la destra illiberale e Marine Le Pen. Ora l’uomo da tenere d'occhio non è Mélenchon, ma Glucksmann. È su di lui che il presidente francese deve contare

Dopo questo storico ed emozionante stop alla destra estrema in Francia e la fantastica vittoria laburista in Gran Bretagna, il sovranismo europeo ha perso la partita. I nazionalisti hanno tentato il colpaccio: respinti non senza fatica alle europee, stra-battuti nel Paese di Voltaire. Più che vincitori, ci sono gli sconfitti: ha perso lei, la destra illiberale. La sberla rimediata da Marine Le Pen, l’ennesima, non era attesa in queste proporzioni: era prima, ora è terza. Superata dal Nouveau Front Populaire e da quei macroniani che venivano dati per spacciati.

Ma Emmanuel Macron non è il Terzo polo italiano. È uno statista che ha salvato il suo Paese da un’involuzione pericolosa per la Francia e per l’Europa. Emmanuel Macron, checché ne dicano i pazzerelli che non capiscono un’acca di politica, ha salvato il suo Paese e rinvigorito la democrazia francese con una mossa disperata che si è rivelata vincente: appellarsi a les citoyens per bloccare i lepenisti sulla soglia di Matignon. Ha messo da un canto idiosincrasie e dissensi politici per fare barrage assieme a un personaggio poco edificante come Jean Luc Mélenchon e a un Front Populaire che comunque al suo interno è variegato e contiene spinte nuove e positive incarnate da Raphaël Glucksmann.

«Dovremo comportarci da adulti», ha detto. Il popolo ha parlato. Adesso tocca alla politica. «Adulti» significa cercare un accordo tra Glucksmann e Macron. Infatti il presidente francese è al centro della scena: altro che finito. E la sinistra è chiamata a un chiarimento: vuole fare le manifestazioni di protesta o dare una mano per risolvere i problemi della Francia? La pretesa di Mélenchon di fare un governo del Nfp con un programma super massimalista è propaganda: non ha i numeri. Se non vuole fare lui l’accordo con Macron, il Fronte popolare si spaccherà. L’uomo da tenere d’occhio è Glucksmann, è su di lui che il presidente francese deve contare. Vedremo.

Sul voto in Gran Bretagna è stato detto tutto. Anche molte sciocchezze, nel tentativo patetico di sminuire la vittoria di Keir Starmer. Anche qui, il popolo ha parlato. E ha sbattuto fuori conservatori premiando il partito avversario, i laburisti, che si sono fatti trovare pronti anche grazie a un leader nuovo molto concreto. Ora tocca a lui e imbocca al lupo.

Per un’assurda coincidenza della storia, si va allungando sugli Stati Uniti e sul mondo l’ombra greve e eversiva di Donald Trump ed è come se l’Europa lo sentisse e si volesse mettere al riparo: di qui l’urgenza di battere i trumpiani europei, nell’Europa occidentale dove lo si può fare con la democrazia e la politica. Infine aggiungeremmo la tendenza in Italia a una potenziale riorganizzazione del centrosinistra. Anche in questo caso aveva sbagliato chi due anni fa dopo le elezioni politiche concluse che l’Italia era di destra e che Giorgia Meloni avrebbe governato vent’anni.

Non è affatto detto. La Gran Bretagna e soprattutto la Francia insegnano che non è l’ora della destra.





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