Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
TE LA DO IO LA FRANCIA “ENSOUMISE”.
Il sistema mediatico italiano ci ha messo più di due giorni per capire il voto francese il cui senso politico era chiaro fin dalla prima proiezione diffusa alle ore 20 di domenica scorsa.
Tra pigrizia intellettuale, ignoranza professionale e riverenza verso editori impegnati e schieramenti politici amici, solo oggi si comincia a rompere il silenzio di commentatori e opinionisti, latitanti ieri.
Per non dire dei luoghi comuni su Macron, la Francia e l’Europa riversati sui cittadini nelle settimane precedenti.
Fino a domenica alle 20 Macron era un irresponsabile giocatore d’azzardo sulla pelle della democrazia francese. Una critica che accomunava destra e sinistra. Praticamente un uomo finito, all’ultimo gesto disperato.
Oggi Macron è descritto come il politico coraggioso, che non solo sa usare - con perfetto ossequio delle regole - la legge elettorale, ma soprattutto che conosce l’animo dei francesi e sa come farsi intendere dalla grande maggioranza di essi.
Ieri la Repubblica titolava sul trionfo di Melenchon, e il mainstream mediatico seguiva.
A sinistra per indicare il successo del Nuovo Fronte Popolare come un esempio da replicare. A destra come una contraddizione interna allo schieramento anti Le Pen che non consentirà a nessuno di governare.
Due luoghi comuni pigri e senza senso.
Non solo per la diversità del sistema elettorale italiano, ma perché non risulta, ad oggi, che la strategia del PD sia quella di guidare un fronte popolare.
Ma anche perché, pure su un sentiero così stretto, non mancano a Macron né l’intelligenza politica, né gli strumenti istituzionali per continuare a governare la Francia lasciando legittimamente ai margini sia Le Pen, sia Melenchon.
Ce lo dicono i numeri della nuova Assemblea Nazionale.
Numeri che rispecchiano la volontà politica dei francesi di evitare ogni estremismo e ogni esasperazione sociale. Come quelle create ad arte negli ultimi anni dall’estrema destra e dall’estrema sinistra per mettere in difficoltà Macron e il sistema democratico francese.
Il Nuovo Fronte Popolare (NFP), a differenza di come ci è stato presentato dai media, non è un partito, ma un insieme di partiti componenti una unica lista varata in occasione del ballottaggio. Partiti della sinistra, da quella estrema a quella moderata, che si sono combattuti fino a ieri e che avevano già dichiarato che l’8 luglio avrebbero ciascuno ripreso la propria libertà di azione.
Del NFP Melenchon non era il leader, ma solo quello che gridava più forte nelle piazze. Un Trotzkysta mal sopportato anche da molti nel suo partito, la France Ensoumise, che dei 180 seggi conquistati dal NFP ne porta a casa 74. Meno di quanti ne mantiene il partito di Macron, Reinassance, che pur perdendone molti, ne ha 99, per dire.
Dunque oltre 100 seggi del NFP appartengono a socialisti, che li raddoppiano, alla sinistra moderata di Glucksmann, acerrimo avversario storico di Melenchon, e al partito degli ambientalisti che in Francia hanno spesso guardato al centro liberaldemocratico di Macron.
Fortunatamente la politica francese non la fanno la Repubblica, il Fatto Q o Libero. Ma certa opinione pubblica nostrana purtroppo sì.
Il NFP non esiste più, Melenchon non ha vinto nulla, Macron ha dimostrato coraggio e saggezza politica cambiando democraticamente un possibile corso sbagliato della storia, non solo a vantaggio della Francia.
Se c’è un vincitore di questo round è lui, senza dubbio, ma soprattutto la Francia e l’Europa democratiche.
Infatti l’assassino Putin ieri stesso ha fatto sentire tutta la sua rabbia criminale e la frustrazione per la sconfitta della destra che lo sostiene. Ci sarà una Norimberga.