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Evento davvero memorabile a san Giuliano Terme il 25 luglio a partire dalle ore 18, all'interno del Fuori Festival di Montepisano Art Festival 2024, manifestazione che coinvolge i Comuni del Lungomonte pisano, da Buti a Vecchiano."L'idea è nata a partire dalla pubblicazione da parte di MdS Editore di uno straordinario volume su Puccini - spiega Sandro Petri, presidente dell'Associazione La Voce del Serchio - scritto  da un importante interprete delle sue opere, Delfo Menicucci, tenore famoso in tutto il mondo, studioso di tecnica vocale e tante altre cose. 

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
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di Matteo Renzi, senatore e presidente di IV
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Da un'intervista a Maria Elena Boschi
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Di Mario Lavia
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di Roberto Sbragia - Consigliere provinciale di Pisa Forza Italia
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Copmune di Vecchiano - comunicato delle opposizioni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
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Incontrati per caso
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APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
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Di Fabiano Corsini
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Una "Pastasciutta antifascista"
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Pontasserchio, 18 luglio
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Pisa, 19 luglio
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di Alessio Niccolai-Musicista-compositore, autore
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Il mare
con le sue fluttuazioni e il suo andirivieni
è una parvenza della vita
Un'arte fatta di arrivi di partenze
di ritorni di assenze
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Uno .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
di Mario Lavia
Fuori gli estremi

17/7/2024 - 9:56

Fuori gli estremiL’isolamento di Mélenchon modera gli entusiasmi (mal riposti)

Dopo aver sconfitto Marine Le Pen, sembra che Macron abbia messo in ombra anche la France Insoumise, tra lo sgomento di politici e analisti anche di casa nostra

Il rapido isolamento politico di Jean-Luc Mélenchon e della sua France Insoumise era ampiamente prevedibile. Solo i commentatori superficiali ed eccitati (del tipo i dispettosi locali) la sera del 7 luglio (il secondo turno delle elezioni legislative francesi) potevano strillare che sì, Marine Le Pen aveva perso ma anche Emmanuel Macron era finito, aveva stravinto Mélenchon e dunque vive la France à gauche.

Commentatori sbrigativi seguiti da politici italiani facili a scambiare lucciole per lanterne – tra questi tanti giovani dirigenti del Partito democratico, «uniti si vince», ripetevano a pappagallo: ma come, dove? Calma ragazzi: ora forse capirete che uniti si può certamente impedire a un altro di vincere ma poi governare è un’altra cosa e che dunque “desistenza” non equivale a “governo”.

Dieci giorni dopo il voto infatti Mélenchon è isolato da un cordone sanitario allestito dai suoi compagni di strada nel Nouveau Front Populaire, socialisti, ecologisti e persino comunisti, che hanno avanzato come possibile premier il nome di Laurence Tubiana, economista, grande esperta di ambiente, profilo di indipendente progressista, «non incompatibile con Macron», hanno detto quelli di France Insoumise come se fosse un insulto e che invece può essere la chiave di volta. Vedremo.

Il fatto che in ogni caso non sfugge è la marginalità in cui lo stesso Mélenchon si è confinato: invece di usare la sua forza contrattuale per favorire una soluzione buona anche per gli Insoumis, il tribuno della gauche ha fatto il pazzo un attimo dopo la chiusura delle urne rivendicando l’incarico, un cosa che nessuno ha preso seriamente in considerazione. Meglio di lui il piccolo partito comunista – ed è tutto dire –, dove evidentemente circola ancora qualche goccia di politica.

Tutto ciò che sta accadendo sembra corrispondere al disegno di Macron: prima sconfiggere i parafascisti anche grazie agli accordi di desistenza con France Insoumise e poi cercare una soluzione di governo che la tagli fuori. Non è Macron che ha creato il caos politico: anzi ha evitato che si passasse dalla padella del caos politico alla brace di un governo autoritario cercando di favorire un governo democratico. Se riesce è un capolavoro politico. Che avrebbe il consenso di quella parte della Francia estenuata da un conflitto lungi, aspro, drammatico e persino violento.
Di quella Francia malmostosa ma che amerebbe lavorare in un Paese organizzato, moderno, liberale e più giusto guidato da un governo serio, se possiamo usare una parola semplice diremmo un governo normale, con dietro di sé un presidente ben in sella e un Parlamento rimotivato.

Sarebbe una risposta (europea, certo non americana) per certi versi inattesa al populismo dominante di questi anni che in Francia è stato cavalcato innanzitutto dall’estremismo nero e in misura minore dal nuovo populismo di sinistra, un’uscita razionale, moderata e possibilmente riformista dal caos agitato da Marine Le Pen e specularmente rilanciato da Jean-Luc Mélenchon, i due tribuni di una fase politica che forse va a chiudersi.
E questa possibile normalità democratica, che si appaierebbe a quella che è venuta avanti in Gran Bretagna e che si riverbera a Bruxelles (fortissimo ieri il consenso per Roberta Metsola, vedremo domani se ci sarà il bis per Ursula von der Leyen), sarebbe una lezione anche per l’Italia, il Paese dominato dalla «malinconia», come dice il Censis: «Le grandi narrazioni di ascesa individuale – secondo l’ultimo rapporto – non catturano più: le simbologie mobilitanti del turbo-consumismo sono destituite di vigore», mentre tra gli italiani prevarrebbe «la voglia di essere se stessi, con i propri limiti, ispirandosi a una filosofia di vita molto semplice: lasciatemi vivere in pace nei miei attuali confini soggettivi». Ecco, c’è da chiedersi se il “melonismo” corrisponda a questi orientamenti diffusi, e se l’alternativa sarà in grado di fare a meno degli estremismi. Come pare possa accadere a Parigi, nella fase nuova che si apre.

 



 

 

 

 

 

 

 

 

 




 

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17/7/2024 - 21:59

AUTORE:
BdB

...per la guazza mi informo, ora è buio.
Bona

17/7/2024 - 21:30

AUTORE:
Dispetto

...che non hai capito. Questo mi basta. Sentite le dichiarazioni di Starmer ? Chiamalo liberaldemocratico...

17/7/2024 - 19:39

AUTORE:
BdB

Perchè ha finalmente capito che non tutti i buchi hanno la ciambella intorno ed a dispetto dei santi la Gran Bretagna dopo 17 anni ha fatto fuori gli anti Blairiani e son ritornati a vincere alla grande i liberaldemocratici; i cosiddetti bleiriani.
Il 4 aprile 2020 Keir Starmer succede a Jeremy Corbyn, diventando così il capo del Partito Laburista e leader dell'opposizione parlamentare e dall'opposizione a capo del goveno, cosa che a Jeremy Corbyn non è mai riuscita (come a Bertinotti) oh attaccaci un toppino🤷‍♀️🙋‍♂️😅

17/7/2024 - 16:27

AUTORE:
Dispetto

...e confermo l'incipit del mio commento delle 15.01...
Buona serata a tutti

17/7/2024 - 15:58

AUTORE:
BdB

Diceva mia fratello Giordano che le ragioni non stanno mai da una sola parte.
Vedi anche il detto: votiamoli! se poi non ci garbano o malgovernano la prossima volta votiamo altri.
Non vale! Dopo Obama quei torsoli di americani votarono Trump e dopo gli ottimi Renzi e Draghi noi abbiamo avuto Berlusconi et Meloni e sempre di torsoli si tratta che rompono i fiaschi per vendere i vetri rotti.
Salute

17/7/2024 - 15:11

AUTORE:
Dispetto

...solo ora l'articolo di Tonini. Mi sa che l'hai pubblicato senza dargli un'occhiata. Dice più o meno quello che ho scritto io verso mezzogiorno...e non ci siamo neanche sentiti.

17/7/2024 - 15:01

AUTORE:
Dispetto

...che ti intendi di politica, però credo che tu abbia problemi sulla lettura o in alternativa sul capire cosa uno scrive. Non guardo affatto indietro, pensavo, penso, al futuro. Cosa che non fa Macron, figurati uno come Mario, in previsione 2027. Facci caso, in Europa di leader " liberaldemocratici " è rimasto, per poco ancora, Macron. Tutti gli altri sono socialisti, socialdemocratici, laburisti o in pochi casi di destra. Il centro è rimasto nelle città, a casa.

17/7/2024 - 14:37

AUTORE:
BdB

A furia di guardare lo specchietto retrovisore poi ti succede come ad Enrico Letta con il platano in faccia; gli dissero: con i liberaldemocratici di Renzi nel "tuo" campo largo perderai più voti di quanti ne prenderesti e lui, il nipote di Gianni ci ha creduto per due volte finchè poi si è trovato con un bel platano e/o pino appiccicato al paraurti anteriore; continua/ continuate a guardare "peragghiettro" vai.....
Letta Enrico era convinto che lo scissionista Di Maio portasse via dal MoviMento la maggior parte di pentastellati per così credere con elezioni anticipate ed insieme vincere sulle destre.
Di Maio e Conte di sinistra? forse con la forchetta e cucchiaio.
Stessa cosa è successo/succede alla nuova dirigenza PD pensare che il Conte Giuseppe abbia sempre il 32% grillino di un epoca fa-(30+25 si sballa)-
Mai fare i conti prima dell'oste.
La donna è mobbile...e l'elettorato pure e menomale; in Cina, Nord Corea, Russia, Cuba non succede per la povertà in tutto e per tutto.

17/7/2024 - 12:12

AUTORE:
Dispetto

...che estremi, fuori chi scrive assurdita' per sentito dire e secondo convenienza. Mario sa che gli estremi valgono il 65% dei voti espressi in Francia ? Va bene isolare Le Pen ma isolare gli " insoumise " non credo sia producente. Soprattutto pensando al futuro. Nel 2027 alle presidenziali, Le Pen, o chi per essa, al ballottaggio ci va sicuro. Resta da vedere chi sarà l'altro, ma sicuramente avrà bisogno dei voti della sinistra, anche estrema. Se li freghi ora pensi, poi, che ci ricaschino ?
Fattele due domande Mario. Per le risposte lascia perde....
Intanto Attal ha passato la mano...