L'ex ministra di Iv: «Con noi nel centrosinistra si rafforza l'ala riformista. Ho un buon rapporto con Schlein» 

Tutte le opposizioni, tranne Calenda, mobilitate sul referendum contro l'autonomia differenziata. Può essere l'embrione di un'alleanza ma per Maria Elena Boschi, ex ministra ed ex capogruppo di Iv alla Camera, «è prima di tutto una battaglia giusta. L'autonomia differenziata fa male al Nord creando più burocrazia, fa male al Sud creando più diseguaglianze. E Meloni rischia molto: se scatta il quorum, il Governo va a casa. E comunque sia, il rapporto tra Forza Italia e Lega in primis, non sarà più quello di prima. Chi conosce le regole della politica sa quanto questo referendum possa essere esiziale per la maggioranza. Noi di Iv siamo stati tra i primi a lanciare la raccolta firme insieme a quasi tutte le forze dell'opposizione». 

La premessa per fare l'alleanza è: no veti. Ma su Ucraina, Jobs Act e giustizia le differenze nel "campo largo" sono enormi. Come si fa la sintesi? 

«La destra è divisa ma il collante del potere la tiene insieme. La sinistra è divisa e la logica dei veti la tiene frammentata. La divisione sui temi programmatici c'è a destra come a sinistra. Con la fine del terzo polo e il nostro ingresso organico nel centrosinistra, i moderati e i garantisti avranno un contenitore per rendere più forte l'ala riformista della coalizione. Più gli altri radicalizzano a sinistra, più noi saremo blairiani. E i nostri voti in tanti collegi marginali, che sono in bilico, faranno la differenza». 

Lei ha buoni rapporti con Elly Schlein, ma a una parte del Pd viene la gastrite al pensiero di ricucire con voi. L'operazione è possibile? 

«Ho un buon rapporto con Elly ma la nostra scelta ha un valore politico non personale. Schlein ha scelto di far cadere i veti che nel 2022 erano stati messi da Letta: questa è la novità politica che fa la differenza. Non vedo gastriti nel Pd e nemmeno in casa nostra. Ma nel caso meglio un mal di pancia passeggero che altri cinque anni con Salvini, Lollobrigida e Delmastro». 

Ma anche con Conte potrete convivere? L'ex premier sembra non aver dimenticato la vostra mossa per sostituirlo con Draghi... 

«Non la dimentica lui, non la dimentichiamo noi. Ognuno rimane della propria idea sul passato, senza chiedere abiure. La sfida è il futuro: ecco perché ci piace l'idea di un contratto di programma sui contenuti, alla tedesca, che proprio Conte aveva proposto in passato. Magari con un cantiere come quello che provò a fare Prodi nel 2006. Per il futuro contino i voti e non i veti». 

Lei ha detto che un'alleanza, se si farà, varrà anche a livello locale. Questo significa che in Liguria appoggereste anche Andrea Orlando? 

«Se nessuno mette dei veti su di te, tu non puoi mettere veti sugli altri. Sosterremo dunque il candidato della coalizione. L'importante è che anche in Liguria si pensi a vincere sulla base di un progetto credibile e non solo contro qualcuno». 

Ci sarà un congresso di Iv? Si dice che Renzi potrebbe fare un passo di lato e che lei potrebbe candidarsi... 

«L'assemblea è sovrana e deciderà che cosa fare. Ma la stragrande maggioranza del nostro gruppo dirigente e della nostra base crede in Renzi e sta con noi: il voto dell'assemblea lo dimostrerà. Quanto a me, non vedo il motivo per fare un congresso. Lo abbiamo fatto meno di un anno fa. Renzi ha vinto quel congresso, ha preso oltre duecentomila preferenze alle europee ed ha indicato la via anche in queste ore con il coraggio che tutti gli riconoscono. Lavoro con Matteo dal 2012 e ho visto centinaia di dirigenti cercare di avere visibilità chiedendo un passo indietro a Renzi o attaccandolo e la stragrande maggioranza di costoro ora sono tornati all'anonimato e nell'irrilevanza politica. Noi invece siamo ancora qua e io continuo a collaborare lealmente con gli amici con cui faccio politica da tanti anni». 

Marattin non rinuncia all'idea del terzo polo, insieme a Enrico Costa di Azione. Rischiate una scissione? 

«Enrico è stato ministro nel nostro Governo, mentre per la candidatura e per la ricandidatura di Marattin mi sono spesa moltissimo in prima persona: parliamo dunque di due amici. Ma anche loro alle prossime politiche o staranno con la destra o staranno con la sinistra. Nessuna polemica se proveranno una strada autonoma, ma il bipolarismo è più forte di loro. Noi porteremo nel centrosinistra i valori popolari e libdem. Se qualcuno deciderà di non giocare questa partita, peccato. Ma noi andiamo avanti e anche stavolta il tempo sarà galantuomo».

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