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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Di Antonio Campo
Premesso...

23/7/2024 - 14:42


Dopo una serena riflessione personale mi sento pronto a condividere le mie riflessioni politiche.

PREMESSO

In politica non vi sono amici e nemici, ma alleati utili o necessari.
Le alleanze e le rivalità sono sempre contingenti e transitorie e ribaltabili in contesti differenti.

Sempre in politica tra alleati si può avere molti obbiettivi divergenti, ma alcune finalità su cui è logico, conveniente, necessario far convergere le forze e gli sforzi… in tal caso si evitano di mettere in agenda politica le divergenze, oppure se è inevitabile, ogni “contingente alleato” farà legittimamente la propria strada divergente per quell’aspetto in particolare.

Le Teste di Quiz sono coloro che fanno polemiche di tipo:

1. il carattere personale e le ambizioni (come se non siano questi il motore del successo dei propri obbiettivi e personale);

2. mai con chi mi ha trattato male (come se isolandosi si potesse contare qualcosa nel far accadere, anche parzialmente, ciò che ci si prefigge);

3. volete cose assurde in quanto irrealizzabili (come se quello che si è realizzato quando tutti dicevano impossibile non fosse solo non capibile dalle Teste di Quiz)

QUINDI
In Italia Viva, Renzi:

1. Viene nominato presidente con il mandato di creare un terzo polo (non vi riesce – sapendo di chi è la responsabilità);

2. Tenta il progetto stati Uniti d’Europa (non vi riesce– sapendo di chi è la responsabilità):

3. Propone la scelta fra due approcci in un’assemblea;

4. Legittimamente ne sponsorizza e ne motiva uno.


Marattin legittimamente:

1. Si candida e propone di proseguire il mandato di creare una rappresentanza liberale e non subire il bipopulismo;

2. Tenta di trovare convergenze fra i militanti e politici di Italia Viva, Azione ed altri mettendo come partecipazione secondaria le attuali leadership divisive;

3. Ritiene più utile realizzare un partito in cui valgano le idee ed il loro confronto che le personalità.

Personalmente ritengo:

1. Ha ragione Renzi sul fatto che attualmente non vi siano le condizioni per una formazione unitaria che non sia DX /SX;

2. Ha ragione Renzi sul fatto che, se non s’inizia a lavorare da subito per affermare nelle istituzioni politici che non siano delle forze di DX, si rischia che il prossimo Presidente della Repubblica lo eleggano spregiudicatamente loro;

3. Ha ragione Marattin sul fatto che occorra non abbandonare il progetto di un polo terzo e di un partito in cui ci si riconosca per le idee e non per tifoseria;

4. Ha ragione Marattin sulla mancanza di organizzazione e forma efficace di democrazia interna che venga riconosciuta;

5. Ragiono io sul fatto che, essere realisti nella contingenza ci permette di mettere nelle istituzioni più rappresentanti della nostra area culturale, questo senza demordere su temi come il non aumentare le tasse, gli Stati Uniti d’Europa, il jobs act, un ecologismo sostenibile con la produttività,… (in questi casi l’alleanza pone paletti di collaborazione) …di certo vi sono più sintonie culturali con la SX che con la DX.

Sarebbe utile smettere di vedere nemici in casa o fuori di essa e lavorare per una sintesi possibile.

Ovvero nella contingenza alleanza contrattata con la SX/5S/SXSX insieme ai cespugli liberali e riformisti attuali, definendo un percorso che porti ad una struttura di partito con una democrazia interna più robusta di quella di un cartello elettorale o di mere tifoserie interne.

Rispetto alla struttura di partito con una più robusta democrazia interna, ci sto lavorando e sono a buon punto.



Antonio Campo

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

23/7/2024 - 15:15

AUTORE:
U.M.

...tertium non datur.
Apprezzo il dibattito dentro Italia Viva, che ritengo salutare. Ad eccezione delle battute sguaiate e volgari di alcuni e degli psicodrammi di altri, tutte persone che leggono Italia Viva con gli occhiali dei media. Retroscenisti appassionati, che da una parola o una frase traggono conclusioni arbitrarie e dipingono gli scenari futuri della capitolazione liberaldemocratica descrivendola nei dettagli.
In particolare trovo fuorviante la polemica su congresso si o congresso no, con l’appendice su Renzi che ha cambiato idea nel giro di due settimane e ha fatto una proposta non solo alternativa a quella di Marattin, ma definita come una inversione ad U della nostra politica fino ad oggi.
Che la proposta di Renzi sia alternativa a quella di Marattin non c’è dubbio, ma chi ha detto che lavorare nei prossimi tre anni per far vincere un nuovo centro sinistra e sconfiggere la destra significhi abbandonare la nostra linea riformista? Dove sta scritto che rinunceremo alla nostra visione liberale dell’economia, a quella democratica dei diritti, al nostro garantismo?
Porteremo tutto questo in discussione nel centro sinistra e se non ci saranno veti abbiamo l’ambizione di essere il lievito di una coalizione più riformista e non più populista.
Credo nella giustezza delle nostre proposte programmatiche, che abbiamo visto riprese dal PD e perfino dal M5S, magari dopo anni (regole partecipative della riforma costituzionale, ad es.) quando tutti avevano dimenticato la fonte.
Tutto risolto dunque? Certamente no. Saranno molti i recalcitranti, da Conte ai massimalisti, ma nessuno potrà invocare il cordone sanitario contro di noi, nascondere le nostre posizioni e proposte, fare come se non esistessimo.
Renzi, nei confronti del quale nessuno protestava in occasione delle due precedenti mosse del cavallo fatte in solitaria (fuori Salvini, fuori Conte), in pochi giorni ha trasformato la secca perdita elettorale, che aveva disorientato anche i suoi più attivi sostenitori, in un rilancio forte del ruolo politico di Italia Viva.
A differenza degli altri politici, Renzi non ha solo il coraggio di proporre nuove strade quando quelle consuete si dimostrano impercorribili, ma ha anche quello di mettere i suoi sostenitori davanti alla realtà, talvolta in modo crudo, ma sempre sincero, per dimostrare loro che occorre cambiare.
Ha fatto così da leader del PD quando, come scrisse lo psicoanalista Massimo Recalcati, “ha messo davanti agli occhi del suo partito il cadavere della sinistra”. Quella sincerità non gliela perdonarono, nonostante fosse accompagnata da una efficace politica riformista e innovatrice.
Oggi Renzi ha mostrato a tutti la fine del Terzo Polo e ha preso atto senza cincischiare che gli elettori non vogliono uscire da un sistema bipolare che, paradossalmente, applicano anche al proporzionale.
Competere all’interno di una coalizione che sfidi la destra e la batta, o restare schiacciati tra due poli e con una spina nel fianco? Dove abbiamo più spazio per crescere ed essere influenti?
Siccome bisogna scegliere, e in fretta, stanti due o tre crisi epocali in arrivo, meglio fare l’ala riformista del centrosinistra che non perdere tempo inseguendo un ipotetico Terzo Polo, che avrà sempre il piombo nelle ali di Calenda, dentro o fuori che sia.
A meno che chi non è d'accordo non preferisca, legittimamente, guardare a destra o non speri di fare il pendolo in una opportunistica collocazione centrista. Ma in questi casi ci sono già altre offerte politiche.