A volte ci soffermiamo ad ammirare le bellezze naturali, rimanendo meravigliati di fronte alla capacità della Natura di creare ambienti, paesaggi, scorci fantastici.Soprattutto se facciamo poi il confronto con l'attitudine umana a distruggere, depredare, sfruttare qualunque luogo.Ma a volte, così come succede nell'arte, anche per l'ambiente l'uomo può creare meraviglie che poi diventano parte della Natura.
Nel nostro territorio abbiamo un esempio davvero eclatante di tale capacità umana, il bosco di Migliarino
Parco delle Concette
Il Giardino del Video.
Ondavideo presenta: “Omaggio a Bill Viola”
30 luglio I ore 21,30
Omaggio a Bill Viola (1951-2024)
Marco Colonna (clarinetti) e Anais Drago (violino) in concerto
Déserts, Bill Viola, USA 1994
A pochi giorni dalla scomparsa di Bill Viola, protagonista indiscusso della videoarte e dell’arte internazionale, Pisa gli rende omaggio con una serata al Parco delle Concette, martedì 30 luglio alle 21,30.
Il ciclo “Il giardino del video”, a ingresso libero, è incentrato su musica del vivo e proiezioni di opere sperimentali, poetiche e innovative, ed è curato dall’Associazione Ondavideo, attiva nella nostra città dal 1985.
Bill Viola aveva uno speciale rapporto con la Toscana, fin dai suoi vent’anni: ed era stato anche a Pisa, invitato da Salvatore Settis, allora direttore della Scuola Normale Superiore, nel maggio 2001.
Quella affollatissima conferenza e la successiva serata restano memorabili e hanno fatto conoscere da vicino nella nostra città questo artista che ha incentrato la sua opera sui grandi temi dell’umana esistenza, donandoci uno sguardo profondo e toccante sui passaggi cruciali della vita.
L’omaggio, in sintonia con il tema delle serate del Giardino del Video, vede due importanti musicisti in concerto: Marco Colonna (clarinetti) e Anais Drago (violino).
A seguire, un video del 1994 di Bill Viola, Déserts (28’9”) in cui le immagini dialogano con l’omonima composizione di Edgar Varèse del 1954.
In questo video si susseguono intrecci fra fenomeni visivi e fenomeni sonori, seguendo la struttura musicale di Déserts di Varèse, innovativa composizione per fiati, percussioni e nastro magnetico.
Due precursori, due visionari della musica e dell’immagine elettronica, dialogano a distanza di decenni, in un’opera radicalmente sperimentale.