none_o

A volte ci soffermiamo ad ammirare le bellezze naturali, rimanendo meravigliati di fronte alla capacità della Natura di creare ambienti, paesaggi, scorci fantastici.Soprattutto se facciamo poi il confronto con l'attitudine umana a distruggere, depredare, sfruttare qualunque luogo.Ma a volte, così come succede nell'arte, anche per l'ambiente l'uomo può creare meraviglie che poi diventano parte della Natura. 
Nel nostro territorio abbiamo un esempio davvero eclatante di tale capacità umana, il bosco di Migliarino

Che c'entra l'elenco del telefono che hai fatto, con .....
Le mutande al mondo non le metti ne tu e neppure Di .....
Da due anni a questa parte si legge che Putin, ovvio, .....
È la cultura garantista di questo paese. Basta vedere .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Mauro Pallini-Scuola Etica Leonardo: la cultura della sostenibilità
none_a
Incontrati per caso
di Valdo Mori
none_a
APOCALISSE NOKIA di Antonio Campo
none_a
Sul finire del giorno
s'attenua anche il bollore
e il crepuscolo
benefico mediatore
occhieggia alla sera
con lo sguardo
carico d'amore
Gli ultimi .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
none_o
Giorgio Keller e la nascita del bosco di Migliarino
di Franco Gabbani e Sandro Petri

27/7/2024 - 17:41

A volte ci soffermiamo ad ammirare le bellezze naturali, rimanendo meravigliati di fronte alla capacità della Natura di creare ambienti, paesaggi, scorci fantastici.
Soprattutto se facciamo poi il confronto con l'attitudine umana a distruggere, depredare, sfruttare qualunque luogo.
Ma a volte, così come succede nell'arte, anche per l'ambiente l'uomo può creare meraviglie che poi diventano parte della Natura. E' successo e succede, ormai molto raramente, per giardini come quello di Ninfa a Latina.
Ma nel nostro territorio abbiamo un esempio davvero eclatante di tale capacità umana, il bosco di Migliarino.
Franco Gabbani ce ne fa la storia, dal fine '700 a metà '800, quando un personaggio al quale abbiamo dedicato una intera serie di articoli, Scipione Salviati, porta a compimento il grandioso progetto, creato da Giorgio Keller, alsaziano.
La concezione del  bosco, cosa rappresenta, è descritto mirabilmente dalle parole di Francesca Centurione Scotto, che non vi anticipo, con cui Franco chiude l'articolo.
Sandro Petri
 
GIORGIO KELLER E LA NASCITA DEL BOSCO DI MIGLIARINO
 di Franco Gabbani
 
Fino alla fine del ‘700 nella Tenuta di Migliarino non era successo nulla di significativo.
I Salviati non avevano introdotto grandi interventi lasciando che la natura avesse il sopravvento sulla maggior parte del territorio.
Pietro Leopoldo, a questo proposito, ci ha lasciato una breve descrizione di quel Migliarino : “una macchia di cerri, lecci e farnie, piena d’arena e di lame di mare, priva di fossi e di scoli ove le acque ristagnano e rendono l’aria malsana.”
 
Gli interventi di bonifica ebbero inizio a fine ‘700, dopo la morte del Cardinale Gregorio Maria Salviati, quando i suoi possedimenti passarono a Francesco Borghese figlio di Maria Salviati ultima discendente della Famiglia. Sarà il terzogenito di Francesco, Scipione, che, dopo aver assunto il cognome Salviati, il titolo nobiliare di Duca e la giurisdizione sui boschi di Migliarino, opererà una profonda trasformazione del territorio della Tenuta (1) ,
 
In un precedente articolo, infatti, ho scritto di come Scipione Salviati avesse rappresentato l’uomo nuovo, l’uomo moderno, la nuova figura di proprietario terriero che assunse caratteri imprenditoriali, introducendo, nella seconda metà dell’800, mutamenti significativi nell’economia agricola del territorio.
Seppe, infatti, recepire e mettere in atto le innovazioni che l’Accademia dei Georgofili e il “Meleto”, l’azienda agraria di Cosimo Ridolfi, proponevano in materia di agronomia, selvicoltura ed economia agraria.
Puntò sul Fattore per migliorare al tempo stesso proprietario e contadini. Il Fattore infatti si poneva come ponte che prendeva ordini dal primo e che sapeva però anche ascoltare le voci di consiglio e di protesta dei secondi.
Fu consapevole, perciò, della necessità di circondarsi di un Fattore e di un Agronomo veramente competenti in agricoltura e nella selvicoltura, ed ebbe la fortuna di trovarli in Niccola Marcangeli e in Giorgio Keller.
 
E’, infatti, su Giorgio Keller, su Scipione Salviati e sulla nascita del bosco di Migliarino che qui ci soffermeremo.
 
E’ in vista di un profitto futuro che, Scipione Salviati, decide di rinunciare ai guadagni derivanti dall’allevamento del bestiame, affrontando le incognite di un bosco tutto da creare.
Fa arrivare dall’Alsazia un giovane forestale che si è formato in una delle più importanti scuole selvicolturali d’Europa: Giorgio Keller, che inizia il suo rapporto con la Casa Salviati nel 1851. Nella sua lettera di presentazione Keller scrive: “quanto all’economia, alla cultura, all’andamento tecnico ed in particolar modo delle foreste, posso senza illudermi, essere anticipatamente certo della soddisfazione del Sig. Duca”.(2)
 
Keller, giunto a Migliarino, fa una dettagliata relazione sullo stato dei boschi che stupisce per l’accuratezza della descrizione del luogo e soprattutto per le acute analisi del territorio e della vegetazione, dimostrando una conoscenza scientifica e botanica esemplare, a cui aggiunge un interesse per le vicende storiche della macchia, l’età dei pini presenti, l’uso finora fatto del bosco, la fauna che lo abita, i fenomeni di retrocessione e avanzamento del mare nei secoli. Keller non vuole stravolgere l’ecosistema boschivo introducendo un sistema appreso negli istituti di silvicoltura nord europei, ma si adatta alla natura del luogo e la trasforma, introduce delle biodiversità, ma entro il rapporto ecologico che le lega (3) .
 
A partire dal 1854, Keller, porta a termine lavori di bonifica forestale e idraulica nel territorio della Tenuta, trasformandolo in una macchia con prevalenza di pino domestico, per la produzione del pinolo e lasciando zone umide spettacolari, piantando alberi come il “cipresso calvo” proveniente dalle paludi della Florida, accanto a cedri, sequoie, frassini, ontani e querci. Keller tenta un’impresa straordinaria per il nuovo impianto del bosco. Sperimenta acclimatazioni di diverse specie arboree e alcune zone del bosco diventeranno un’estensione del giardino della villa padronale.
 
Inoltre egli suddivide il territorio della tenuta in compartimenti quadrati.
Questa trasformazione ci viene evidenziata da una serie di preventivi che Keller invia a Scipione Salviati, per l’approvazione, e che porteranno a settoriare molte aree della Tenuta: “Chiuso della Macchia 5 quadrati, Fiumaccio 15, Chiuso di Marina 5, Chiuso della Romita 8”.
Parallelamente segue la presentazione di preventivi per la realizzazione di un reticolo di stradoni: “sul Cotone del Cinto fino alla linea traversa della Casina di Marina sarà a fare una nuova strada rinchiusata con due piccoli fossi e un ponticello”. Inoltre: “sulla linea di Fogetta dal Cotone delle Cateratte al Fiumaccio sarà a fare la continuazione della strada che fu cominciata l’anno passato con due ponticelli”.(4)
 
Per il nuovo impianto del bosco vengono ordinati quintali di semi di svariate varietà di piante e vengono sperimentate acclimatazioni di diverse specie arboree.
Nascerà così, su terreni paludosi e bonificati, una delle più belle pinete creata dall’uomo modificando l’ambiente, dotata di una propria rete idraulica e viaria, di un regolamento di guardie forestali, di taglialegna, di raccoglitori di pigne.
 
Considerando che Keller scrive in tedesco si è reso necessario, per conoscerlo meglio come agronomo e come uomo, attingere alle lettere scambiate fra Scipione Salviati e i suoi Ministri e Fattori.
Attraverso i loro scritti apprendiamo che Niccola Marcangeli, il capo fattore, ha un carattere duro per cui è temuto e poco amato da tutti gli impiegati, veniamo a sapere delle sue scene con Giorgio (Keller) del quale “sembra sia geloso”.
Veniamo a conoscenza di tutti i difetti di Giorgio ma anche che è indispensabile per la Tenuta che Niccola vada d’accordo con lui “perché il buon andamento dell’Amministrazione non soffra di rivalità sempre dannose. Con Giorgio occorre franchezza è ciò che lo urta è che Niccola qualche volta non gli risponda quando gli parla”.
Il consiglio per loro è, quindi di “rinunziare ad ogni personalità, ed a trattarsi scambievolmente con modi più convenienti, e di reciproca soddisfazione essendoci un assoluto bisogno di allontanare in ogni maniera  questo malumore perché nel tempo potrebbe divenire pernicioso”.(5)
 
 In una  lettera a Keller, sempre con riguardo ai suoi difficili rapporti con il Fattore, il Duca  gli suggerisce di parlargliene e lui penserà ad accomodare le difficoltà, ma “di non parlarne di qua e di là, a Viareggio ed a Vecchiano(6) .
 
Altre lettere dei Ministri Salviati ci parlano del Bosco di Migliarino che, “seguito e condotto con intelligenza, promette un’ottima vegetazione, c’è una grande produzione di legnami proveniente dai tagli di diradazione e Keller è premuroso a fare il maggiore interesse del Sig. Duca e seguitando di questo passo la rendita della foresta verrà presto in seguito a raddoppiarsi (…) un giorno sarà l’unico in Toscana, e anche in Italia, perché solo i tedeschi sono adatti per la manutenzione e direzione del bosco”.(7) 
Veniamo anche a conoscenza delle difficoltà economiche di Keller e della sua famiglia, del costo eccessivo dei generi di prima necessità,  che non gli permette di mantenere neppure una serva per cui “la moglie supplisce alla mancanza di questa, facendo fare le faticose cose all’uomo”.
La moglie lo tormenta anche per l’educazione da dare ai figli che stanno crescendo, “ma i mezzi essendo appena bastanti per la prima sussistenza non possono far fronte all’educazione dei figli”.(8)
 
Con il passare degli anni continuano le difficoltà economiche di Keller così come i suoi difficili rapporti con Marcangeli.(9)
 
Parlando di Keller è il caso di menzionare anche un avvenimento che lo coinvolse e del quale resta traccia nei documenti dell’Archivio Storico del Comune di Vecchiano.
Nel giugno 1866 scoppia la guerra contro l’Austria, è la terza guerra di indipendenza ed è il primo conflitto nel quale viene coinvolto il Regno d’Italia.
La guerra fa lievitare le spese per cui si rende necessario il ricorso ad un prestito redimibile forzoso.(10)
 
 A questo proposito, il 2 Dicembre 1866, Keller scrive al Sindaco di Vecchiano, perché, avendo ricevuto un avviso per il pagamento del prestito nazionale del Regno d’Italia, fa presente che, secondo gli accordi fra i Governi di Prussia e Italia, “sarebbero esclusi da detto imprestito tutti i sudditi della Germania, come reciprocamente i sudditi italiani, abitanti attualmente in Germania”.
Di conseguenza chiede di essere cancellato dal ruolo “pel detto Imprestito, avendo io mai rinunciato alla mia cittadinanza germanica”.
 
Nel Febbraio del 1867, con lettera della Direzione delle Tasse e del Demanio di Pisa, indirizzata al Sindaco del comune di Vecchiano, viene comunicato che il ricorso avanzato da Keller é stato favorevolmente accolto.
 
Scipione Salviati riconoscerà sempre la competenza e l’impegno di Keller per la trasformazione della Tenuta e, anche al termine del suo sevizio, nel 1887, avrà per lui un trattamento particolare. Rilascia a Keller  un attestato di benservito:
 
“egli mi ha chiesto di dimettersi con una lettera del 17 Ottobre 1887. Avendomi poi egli richiesto un certificato per tempo ch’egli è stato a Migliarino lo rilascio ben volentieri perché mai ebbi a fargli alcun rimprovero circa la sua onestà e il suo rispettoso contegno verso questa Amministrazione, non meno quanto alla di lui pratica e efficienza nella cultura forestale”.(11)
 
Alla fine di questo articolo riporto quanto scritto da Francesca Centurione Scotto a proposito del Bosco di Migliarino: “Questo è un bosco industriale. Un bosco dove gli alberi sono stati piantati ad uno ad uno, per produrre cibo. Pinoli. Un bosco dove non ci si può perdere. Un bosco geometrico. Un castrum vegetale. Un giardino dei semplici di pigne. Un bosco che se lo guardi dal di fuori sembra impenetrabile. Ma se ci entri, ti si appiana, ti si rivela più esatto della scienza dell’agrimensore. Di un’esattezza svizzera, d’orologio. Quella dell’uomo che l’ha disegnato. Giorgio Keller. E dell’industriale illuminato che l’ha pensato: Scipione Salviati”.(12)
 
 
 
(1) G. Meucci: A S. Rossore (E DINTORNI), Pacini Editore Srl, Pisa, 2018.
 
(2) Scuola Normale Superiore – Archivio Salviati, Sintesi da: Filza A, Documento C.
 
(3) Il bosco del mito a cura di Francesca Centurione Scotto e Milly Coda – Maria Pacini Fazzi Editore, Lucca 2006, pag.67.
 
(4) S. N. S. – A. S., Sintesi da: Filza A, Documento C.
 
([5) S. N. S. – A. S., Pacco N. 7, Documento 2
 
(6) S. N. S. – A. S. Pacco N. 7 Documento N. 10.
 
(7) S. N. S. – A. S. Pacco N. 7 Documento N. 11.
 
(8) S. N. S. – A. S., Sintesi da: Pacco N. 7, Documento N. 11.
 
(9) S.  N. S. – A. S., Pacco N. 7, Documento N. 11.
 
(10) Prestito Forzoso: Sottoscrizione di Titoli di Stato imposta ai cittadini.
 
(11) S. N. S. – A..S. Pacco N. 5 Inserto N. 2 Documento N. 1.
 
 (12) Centurione Scotto F, Il bosco del mito, Pacini Editore, Lucca, 2006, pag. 17.

 

 
+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri