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Si conclude oggi a Marina di Pietrasanta, nell' ineguagliabile ambientazione della Versiliana, la mostra di Gavia "Ikonika a chi?", quadri in libertà nel verde parco delle Ninfee, terzo appuntamento che certifica la grande sintonia tra l'artista e l'importante festival artistico, culturale, politico,ecc...
La mostra, come racconta Gavia,  è un viaggio intimo, dove ognuno inventa un percorso, indugia davanti ad acquarelli, oli od organza dipinta, opere senza titolo, non solo per ammirarle, ma per dialogare con loro.

Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
Spesso negli Stati Uniti e quando ti trovi tra la mid .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

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Roberto Sbragia – coordinate iniziative infrastruttura FiPiLi Forza Italia
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di Andrea Paganelli
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Reggio Emilia, da Venerdì 23 Agosto
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Di Umberto Mosso
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Di Giovanni Cominelli
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Fata Idro ha fatto un miracolo: quello vero balsamico salvifico.
In ausilio a fata Flora riesce a difendere,
proteggere, tutelare il mondo intero .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
VARIETA’ AL CINEMA TEATRO ITALIA DI PISA 1964-1966

31/7/2024 - 17:49

“ Le ultime immagini in bianco e nero di uno sgangherato western americano corrono svelte sul grande schermo fino a incrociare la scritta The End sottolineata da un crescendo musicale.
In un lampo con l’accensione delle luci in sala uno scolorito e cigolante sipario rosso si richiude al sono stridente di una mancata e salutare lubrificazione; il fumo in sala è così denso che lo si potrebbe tagliare con un coltello.
Il chiacchiericcio si fa sempre più insistente e fastidioso quando nel golfo mistico prendono posto quattro canuti musici che si sforzano di mettere insieme crome e biscrome.
Una tromba arrochita dagli anni e dalle bronchiti di chi la strapazza, squarcia la recondita armonia con strazianti e disumani acuti mentre il batterista sfoga i suoi malumori sui rullanti dei piatti e del charleston. L’attacco del maestro non tarda ad arrivare.
D’un tratto una lama di luce vivida investe la buca, le luci della sala si spengono, il chiacchiericcio si attenua. Le luci multicolori della ribalta si accendono e, dopo una attesa collegiale, parte la sigla musicale bene augurante.
Un motivetto svelto, allegro e orecchiabile. Il sipario scarrucola lentamente … va in scena L’avanspettacolo !" 

 

Così Marco Leandris il decano ed il più rappresentativo attore di questo genere di teatro, che ha calcato le scene per oltre 60 anni, rievoca l’inizio di una rappresentazione della cosiddetta “ribalta minore” Leandris oltre all’avanspettacolo, alla rivista, al teatro ha partecipato a importanti film.

Indimenticabile il ruolo del Mago Alì Musmè in Polvere di Stelle del 1972 con Alberto Sordi e Monica Vitti. 

 

I ricordi che stò per narrarvi risalgono agli spettacoli di cinema-avanspettacolo che si svolgevano al Cinema Teatro Italia di Pisa negli anni 1964-1966. 

Il sabato alle 17 c’era il debutto della compagnia ed io con altri due compagni di classe ci piazzavamo in galleria (Lire 300) per divertirci e vedere delle belle ragazze cosa all’epoca non molto comune perché vigeva ancora una stretta censura su TV cinema e teatro. 

Gli attori sia comici che caratteristi (la famosa “spalla”) erano bravi ed alcuni di loro hanno proseguito in una brillante carriera teatrale e cinematografica.

Del resto dall’avanspettacolo erano già usciti nomi di grande prestigio come Petrolini, Totò, Sordi, Chiari  e tantissimi altri. 

Le soubrette erano statuarie e di bella presenza in modo che si potessero appezzare anche dal fondo della sala. I nomi più famosi: Lola Gracy ,Perla Suarez (italianissima), Rina Kent, Rosy Zampi .

Spesso si esibiva come spalla la compagna del comico stesso; vedi Vici de Roll con Carmen Borini e Derio Pino con Grazia Cori 

In quegli anni furoreggiava il palermitano Nino Terzo detto “il tartaglione” che aveva con se un giovane Lino Banfi.

Il fiorentino Mario Marotta entrava in scena direttamente dalla platea. Inoltre altri famosi comici erano Valdemaro, Fredo Pistoni, Gennarino Vollaro, Cecè Doria divenuto in seguito un importante impresario teatrale.

Ancora i fratelli Martana che continuarono anche con la compagnia di Macario. I fratelli De Vico, I Brutos, RIc e Gian, Lucio Carano, Pia Velsi, Elio Crovetto che proseguì nella Operetta e dopo con Tognazzi.
Fanfulla veniva in rivista (senza film) ed il costo del biglietto saliva a Lire 800.
Era chiamato il comico in technicolor per i continui cambi di sgargianti abiti sempre di colore diverso.  Pisa era rappresentata dal bravo Aldo Ralli, dalla soubrette Flora Haris e dal Mago Floman .
Per Livorno calcavano le scene Viviana Larice, Galliano Sbarra e la soubrette Adriana Etna che lavorò a lungo con il Maestro di tutti i comici: Marco Leandris.

C’era anche un unico travestito che aveva molto successo; si chiamava Giorgia O’ Brien. Ridevamo con poco: le barzellette del comico nel sottofinale, o quando la Pia Velsi che interpretando una dattilografa narrava che una volta la carta carbone ce l’aveva nera nera.

Un comico alla lavagna faceva 24 diviso 3 uguale 17 e così anche nelle riprove successive. Giochetto che riproponevamo in classe agli altri studenti. Alberto Sorrentino il comico spezzino secco, allampanato e dalla faccia triste era all’Italia la sera del l’alluvione del 6 Novembre 1966 e osservando il rivolo d’acqua che scendeva lentamente lungo Corso Italia si rabbuiò ancora di più perché saltando gli spettacoli mancavano gli incassi.

Un comico mi raccontava che sbirciando dal sipario e osservando il pubblico in sala potevano sapere se avrebbero cenato o si sarebbero limitati, come spesso accadeva, al solito caffè-latte. Altri tempi ! Una sera dopo mezzanotte  una parte della compagnia di Tiberio Murgia, il famoso ferribotte de I soliti ignoti si fermò a ristorarsi alla pizzeria posta proprio di fronte al teatro.

C’ero anch’io e notai che un gruppo di giovani era piuttosto facinoroso e all’arrivo del comico volarono parole risentite per alcune battute dei Murgia ritenute offensive per la città di Pisa.

Chiarito l’equivoco tutto si calmò e le pizze calde e fragranti del Chimenti  placarono gli animi e gli stomaci dei presenti. 

Le soubrette erano molto carine e già affermate; c’era inoltre la soubrettina più giovane e smaniosa di fare carriera sempre alla ricerca di parti e/o battute più importanti.

Il corpo di ballo era composto da ragazze non proprio accattivanti, a parte il nome esotico che si davano e che rifulgeva in locandina.

Una volta ad una girl durante un balletto cadde il reggiseno.
Scandalo !
Se ne parlò a lungo ipotizzando addirittura che fosse stato fatto apposta per promuovere lo spettacolo. Solo le grandi compagnie che venivano in Rivista, senza film, potevano permettersi i famosi balletti inglesi composti da ragazze professioniste belle e tutte uguali. 

L’ultimo boy dell’avanspettacolo era un ballerino che si era già esibito in TV e nella famosa Compagnia Italiana di Operette dei pisani Sergio e Claudio Corucci.

Negli anni ’90 mi presentai nella sua vineria Le Barricate in Corso Garibaldi a Milano  dicendo “Mi ricordo di Lei quando in arte si faceva chiamare Piero Ennes”.
Rimase sorpreso e meravigliato che mi ricordassi  quel nome dopo trent’anni e tra un bicchiere e l’altro mi raccontò della sua vita di artista prima, di scrittore, venditore di libri fino al barman di adesso.
Era Pietro Valpreda il famoso anarchico coinvolto nell’attentato alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di Milano nel 1969 .
Dopo una lunga detenzione in carcere fu completamente scagionato. Con Viviana Larice e Armando Carini ho avuto il piacere di avere una lunga frequentazione.

Con Viviana addirittura ad essere compagno di scena in tre commedie a Livorno. All’epoca Viviana era con il comico Mario Breccia dopo le esperienze con Trottolino e Beniamino Maggio. 

Armando invece faceva coppia con il gigante livornese Sbarra. Viviana e Armando li ritrovai anni dopo nella già citata Compagnia Italiana di Operette ed ebbi modo di seguirli in alcuni teatri durante le loro tournée. Viviana mi raccontò di quando girò nel 1966 il film La scommessa con Totò il quale aveva già grossi problemi di vista. Infatti molte scene furono girate dalla sua controfigura Dino Valdi.

Ad uno dei tre funerali che furono celebrati al grande comico napoletano era presente anche Dino e la forte somiglianza causò alcune scene di delirio e panico perché alcun gridarono al  miracolo della resurrezione. Di Armando ricordo il singolare rapporto con Federico Fellini che lo volle nel film I clown: sua è la maschera del manifesto con la lacrima che scende sul viso incipriato e il rosso delle labbra.

Occorsero più giorni di prove per trovare l’inquadratura e le luci giuste ! Era adorato da Federico e Giulietta ed il regista lo volle seduto sulle sue ginocchia  (era alto solo 150 cm) quando fu intervistato dalla famosa rivista americana Life. 

Una sera entrando nella trattoria Da Giovanni a Roma posta dietro l’Ambra Jovinelli (il tempio dell’avanspettacolo) e punto di ritrovo degli artisti vedo seduto da solo ad un tavolo Galliano Sbarra.

Mi avvicino, lo saluto e lui, sorpreso, mi chiede come l’ho riconosciuto.

Gli spiego che lo seguo dal debutto nel vernacolo livornese e dopo in coppia con Carini. Gli fece molto piacere e mi disse che attualmente faceva la spalla a Beruschi in alcune scenette al Drive In. 

 

Anche Carlo Delle Piane venne in rivista con una sfarzosa messa in scena ed una affascinante Elvy Randi in Crociera di donne.

Enzo La Torre dotato di una comicità innovativa e surreale è stato, purtroppo, dimenticato troppo presto  sia dal pubblico che dalla stampa.  Alcune volte aspettavo gli artisti che uscivano per recarsi al vicino Hotel Pisa dove alloggiavano ed una sera ascoltai una arrabbiatissima attrice che reclamava per se “una battuta” che il comico gli aveva tolto.

Com’era importante una sola frase in quel piccolo mondo delle ribalte minori. 

Si esibivano anche i complessi musicali. L’Equipe 84 fu contestata durante lo spettacolo serale perché si era diffusa la voce che nel pomeriggio avevano fatto uso del Play-Black .Ma venivano anche i grandi della canzone.

Una sera Bruno Martino nella prima parte dello spettacolo che precedeva Adriano Celentano .

Un grande successo ebbero anche  Noschese, Morandi, Ric e Gian con colorate scenografie ed un grande balletto in sfarzosi costumi.

 Al mattino della domenica si svolgevano nel cinema delle manifestazioni politiche; ricordo la visita del segretario del P.S.I. On. De Martino accolto da numerosi compagni tutti con l’Avanti in mano che a quell’epoca costava Lire 50. 

 

Una volta all’anno, di mercoledì, si esibiva anche La Brigata dei Dottori con l’organizzazione dei  Donatori di Sangue Fratres. Andavamo ad acquistare i biglietti in prevendita presso la Clinica Ortopedica (Lire 250). 

Una strana voce girava sulle capacità acustiche del Teatro Italia: sembra che Petrolini dopo una recita esclamò “Come garage potrebbe andare bene !” Povero cinema-teatro Italia, hai divertito e svagato per tanti anni il pubblico pisano ed è triste vederti adesso ridotto ad un rudere abbandonato ! 

 

Pubblico, per terminare, un sonetto del poeta livornese Beppe Leonardini dal titolo “L’ avanspettacolo”.

 
L’AVANSPETTACOLO
 
Chi nun aveva ‘ mezzi pe’ andà fora,
(sciorte le ‘Ompagnie) improvvisata
Metteva s ‘na “Trpe” scarcinata,
d’ ballerine, ‘n fantasista e ancora
 
‘na subrettina bionda ossigenata
‘n su’ ‘apelli (‘n tutto ‘r resto … mòra).
Poi mi riordo, ome fusse ora,
una donnina secca, allampanata
 
(che ar sanatorio, ‘redi, nun ce n’è)
‘n sulla ribarta, ‘on la voce ‘he trema,
annuncià’ la ‘anzonetta: “Penso a te”.
 
Guasi a volé risorve’ r su’ probrema,
‘na voce dar loggione: “Pensi a me ?! …”
-urlò- “ E pensa alla salute, scema !!!”



Foto 1- Beniamino Maggio e Trottolino con Viviana Larice

Foto 2 - Armando Carini, Viviana Larice, Valdo Mori

Foto 3 - Adriana Etna e Dino Valdi (la controfigura di Totò)

Foto 4 - Marco Leandris e Liliana Zavaroni

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