Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
La lettera del ministro della Difesa contro Paolo Mieli è politicamente debolissima e umanamente preoccupante, per lui, per noi e per l’Ucraina. A dimostrazione che questa maggioranza, soprattutto lato FdI, ha esaurito le energie
«Ho tolto già troppo tempo a cose serie e alla mia famiglia e conservo il diritto a non sprecarne altro per parlare più approfonditamente di questa questione…». Forse la frase più importante della lunga lettera di Guido Crosetto al Corrente della Sera è qui. Non è arroganza. Questa è stanchezza. Quasi un malheur de vivre.
Il ministro della Difesa è un uomo spossato, forse esaurito. Non è polemica, è una preoccupazione. Per la sua salute, innanzitutto. Anche perché non è la prima volta che il ministro reagisce cosi alle critiche o anche solo alle domande. Dato il suo delicatissimo ruolo potrebbe anche non rispondere, se non nelle sedi istituzionali dove per forza è più misurato, e nemmeno sempre. Ma se decide di intervenire non può lasciarsi sopraffare dallo stato dei suoi nervi (sta diventando lo “stile” di questo governo totalmente privo di garbo, soprattutto dal lato dei Fratelli, da Giorgia Meloni a Crosetto, da Andrea Delmastro a Gennaro Sangiuliano fino a Francesco Lollobrigida). Ma insomma che altro vuol dire «ho già tolto troppo tempo alle cose serie e alla mia famiglia» se non una cosa tipo non mi rompete le scatole con i vostri articoli?
Ma allora lasci stare, non replichi. Già l’altro giorno, di fronte alle legittime domande dell’opposizione (le aveva fatte anche Linkiesta) se per caso l’Italia stesse cambiando linea sull’Ucraina, Crosetto aveva twittato una lunga e un po’ confusa risposta condita di maleducazione: «Loro sono interessati solo alla spicciola polemica da politicanti di provincia, tra un cruciverba ed un aperitivo».
Poi lunedì è intervenuto Paolo Mieli, che non è un politicante con l’aperitivo, ma il giornalista italiano più autorevole per porre la stessa questione: visto che il ministro della Difesa considera l’offensiva ucraina sul territorio russo un problema per la pace, per di più a differenza di tutto l’Occidente, siamo sicuri che la posizione italiana non stia cambiando? Peraltro la stessa domanda è stata rivolta da Mikhail Podolyak, stretto collaboratore di Volodymyr Zelensky, segno che tanto chiaro il ministro non era stato.
Ma Crosetto si è seccato. Offeso. Come se il mondo fosse di imbecilli o gente in malafede: il Partito democratico, Mieli, Podolyak, forse di striscio anche Linkiesta. Nessuno di loro ha capito come facciano a stare insieme l’insistita conferma della scelta pro-Kyjiv con il no all’uso “offensivo” delle armi italiane e i dubbi sull’efficacia di un contrattacco che sta modificando la situazione della guerra.
È una domanda non banale che risulta essere circolata anche tra i parlamentari di Fratelli d’Italia (e i soliti dem Lia Quartapelle e Filippo Sensi, nel totale silenzio di Elly Schlein e dei suoi collaboratori piuttosto intenti a attaccare Israele). E il ministro risponde alla maniera del Marchese del Grillo: «Io so come funziona, voi no». Sempre questo io, io, io. Politicamente la lettera al Corriere è molto debole. Umanamente, è preoccupante.