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Si conclude oggi a Marina di Pietrasanta, nell' ineguagliabile ambientazione della Versiliana, la mostra di Gavia "Ikonika a chi?", quadri in libertà nel verde parco delle Ninfee, terzo appuntamento che certifica la grande sintonia tra l'artista e l'importante festival artistico, culturale, politico,ecc...
La mostra, come racconta Gavia,  è un viaggio intimo, dove ognuno inventa un percorso, indugia davanti ad acquarelli, oli od organza dipinta, opere senza titolo, non solo per ammirarle, ma per dialogare con loro.

Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
Spesso negli Stati Uniti e quando ti trovi tra la mid .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

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Roberto Sbragia – coordinate iniziative infrastruttura FiPiLi Forza Italia
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di Andrea Paganelli
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Reggio Emilia, da Venerdì 23 Agosto
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Di Umberto Mosso
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Di Giovanni Cominelli
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Fata Idro ha fatto un miracolo: quello vero balsamico salvifico.
In ausilio a fata Flora riesce a difendere,
proteggere, tutelare il mondo intero .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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DRAGONFLIES BY NAVICELLI (Il Dragone Rosa)

17/8/2024 - 7:30


Mi chiamo Marzia, sono una donna operata di tumore al seno nel 2017, sono una sportiva per natura.
Sono membro della Associazione Senologica Internazionale (ASI), alla quale va un particolare ringraziamento per le numerose iniziative offerte a tutte le donne che sono state operate al seno, ed in modo particolare alla presidente Edna Maria Ghobert, da sempre convinta dei benefici di questa attività che, nella sua particolarità, lancia il suo importante messaggio "tu puoi" regalando  a tutte noi la consapevolezza di quanto valiamo e di quanto la malattia non può toglierci.


Faccio parte della squadra DRAGONFLIES BY NAVICELLI  che  nasce  alla fine del 2022 in  seguito ad un progetto proposto da alcune realtà del territorio pisano: Associazione Senologica Internazionale, Navicelli Paddle Sport e Port Autority Pisa.
Questo progetto è diventato una realtà effettiva anche grazie all'impegno del presidente della Navicelli Paddle Sport, Roberto Volpi,a cui va un sincero ringraziamento.
Negli ultimi due anni mi sono dedicata con molta passione al Dragon Beat, attività non molto conosciuta in Italia, dove ho conosciuto donne meravigliose con le quali ho condiviso gioie, speranze e dolori.
Un'esperienza davvero straordinaria quella del Dragon Beat, quasi inaspettata, e dalla quale ho tratto grandi benefici, sia a livello fisico ma soprattutto a livello  psicologico .
Non avrei mai potuto immaginare di poter essere in grado di praticare una tale attività sportiva, ho iniziato con il dire " vediamo di cosa si tratta" ma anch'io come altre mi sono lanciata una sfida.
Una grande sfida che poi è diventata la nostra sfida, insieme condividiamo questa avventura, emozioni, fatica e voglia di riuscire.
Attualmente è composto da circa 25 donne, 8 Donne in Rosa (BCS: Breast Cancer Survivors) e 17 Supporters, donne non operate al seno ma che supportano le BCS e fanno parte della squadra a tutti gli effetti La nostra età varia dai 50 agli 80 anni .
La squadra dispone di un dragone da 20 posti, in concessione, ma l'obiettivo è quello di acquistare un draghino da 1O posti, con il quale potersi allenare anche quando siamo più o meno di 20.
Gli allenamenti si svolgono presso la sede della Navicelli Paddle Sport in località Tombolo, lungo un canale fruibile tutto l'anno, delimitato dal bosco da una parte e dal Camp Darby dall'altra. Ci incontriamo 2 volte a settimana e l'allenamento ha una durata di circa un'ora e mezzo.
Il nostro allenatore è Gabriele Moretti, un ex atleta con esperienza, ultradecennale nel settore della canoa e kaiak, ma soprattutto grande passione, al quale va sicuramente un grazie.


Gabriele ha subito creduto in noi e ha messo a disposizione la sua grande esperienza e pazienza, il giorno che ci ha conosciuto ha visto in noi un potenziale sconosciuto anche alle dirette interessate.
Per me, come penso per molte altre di noi, questo sport ha un impatto fondamentale sulla vita perché è come sfidarsi ogni giorno, è come dirsi ce l'ho fatta e ce la posso fare, la vita continua.
E' uno sport di aggregazione, quando si sale sul dragone e si comincia a pagaiare, accompagnate dal rumore dell'acqua, dal cinguettio degli uccelli e dal frusciare delle foglie al vento, spariscono i pensieri e si percepisce che le paure sono pesi che possono essere condivisi, tra infinite chiacchiere e risate.


Il Dragon Beat rappresenta perfettamente l'idea di un gruppo che fa qualcosa per raggiungere un obiettivo  comune. A differenza  di altri sport  di squadra,  nel Dragon  Beat  non c'è un atleta    che eccelle sugli altri, ognuno deve apportare il proprio contributo in modo uguale agli altri, poiché la strategia vincente è quella di pagaiare tutti all'unisono.
Il dragon beat è una disciplina sportiva di antica origine orientale praticata su barche con la testa e la coda a forma di drago , da qui il nome 'dragon beat'. Le imbarcazioni standard sono da 22 posti e lunghe 12,66 metri. 20 atleti, seduti affiancati su 1O panche, pagaiano con pagaie simili a quelle della canoa canadese, a prua il tamburino dà il ritmo con un grosso tamburo mentre a poppa il timoniere tiene la direzione con un remo lungo circa tre metri. Negli ultimi anni si stanno diffondendo anche imbarcazioni a 12 posti dette 'draghini'.
 
 
LE ORIGINI DEL DRAGON BOAT ROSA
Nel febbraio del 1996 a Vancouver in Canada l'equipe di Medicina dello Sport e Fisiologia guidata dal dottor Don McKenzie della University of British Columbia ha sviluppato un progetto pilota, dal significativo nome di "ABREAST IN A BOAT -AIAB" (in barca fianco a fianco) facendo allenare in dragon beat un gruppo di donne operate di tumore al seno. Il progetto andava contro le teorie secondo le quali dopo il trattamento chirurgico del tumore al seno la parte superiore del busto doveva essere tenuta a riposo, poiché sforzi fisici ed esercizi sportivi avrebbero causato l'insorgere del linfedema (la 'sindrome del braccio grosso', un gonfiore debilitante e doloroso dal forte impatto invalidante dal punto di vista fisico e psicologico nella vita delle pazienti).
Il pioneristico gruppo di 24 donne, eterogeneo per età (dai 31 ai 62 anni), per forma fisica e per esperienza sportiva, partecipò ad un progetto di ricerca della durata di 5 mesi, con esercizi di allenamento a terra e in barca. Con loro grande soddisfazione, ognuna di queste donne si sentì più in salute ed in forma, e nessuna sviluppò il temuto linfedema. Alla fine della stagione di allenamento, parteciparono senza difficoltà alle gare sulla distanza dei 650 metri del Festival Rio Tinto di Dragon Beat di Alcan, il più importante e più antico festival di dragon beat organizzato fuori dall'Oriente.
Per il dottor McKenzie fu un successo professionale e i risultati del suo esperimento furono pubblicati nell'articolo "Abreast In A Beat - a race against breast cancer" sulla rivista canadian Medicai Association Journal. Il dottor McKenzie, 'Don' come viene affettuosamente chiamato dalle Donne In Rosa, ha constatato che nessuna di loro aveva avuto complicanze, mentre ha osservato un migioramento nel benessere psico-fisico generale, non solo per l'attività sportiva all'aria aperta, ma soprattutto per il forte senso di appartenenza al gruppo-squadra che il dragon boat sviluppa.
Questi allenamenti segnano l'inizio della confutazione della teoria dell'immobilità dell'arto operato e di una meravigliosa avventura, che a poco a poco ha evidenziato altri aspetti positivi per la riabilitazione psico-fisica, dal senso di cameratismo e solidarietà al divertimento e gioia di vivere, dalla metafora del " sentirsi tutte nella stessa barca" alla figura mitologica del drago orientale, portatrice di benessere fisico e rinascita. Inoltre, si resero conto che il dragon boat era anche un modo per sensibilizzare il mondo alla lotta contro il tumore.
 
Il dragon boat dell'era moderna
A partire dagli anni settanta nel mondo si sono costituite migliaia di squadre di dragon boat organizzate sia nell'ambito di club canottieri e società sportive che come equipaggi amatoriali. In Italia ci sono migliaia di tesserati federali oltre ad un gran numero di praticanti amatoriali in occasione di gare locali.
Le gare si tengono prevalentemente sulle distanze dei 200, 500 e 2000 metri, per imbarcazioni  da
20 o da 10 posti, oltre a timoniere e tamburino. Le categorie sono: open (riferito al maschile), femminile  e  misto  (con  minimo  8  donne).  Oltre  ai  campionati  nazionali  viene  svolta    anche un'intensa attività internazionale. In anni alterni si svolgono campionati mondiali ed europei per Nazioni e per Club.
Le Donne In Rosa non solo organizzano raduni e festival specifici, ma stanno sempre più ottenendo l'inserimento della categoria 'donne in rosa - breast cancer  survivors  bes' nei campionati nazionali e internazionali. Inoltre, numerose Donne in Rosa sono convocate dalle squadre dei club e delle nazionali per partecipare alle gare internazionali nelle categorie femminile e misto, a dimostrazione della capacità di praticare l'attività sportiva agonistica anche dopo diagnosi di tumore al seno.
La sempre maggiore presenza delle Donne in Rosa sui campi gara di tutto il mondo apporta valore aggiunto ai campionati: con la loro energia e voglia di vivere, con il loro modo diverso di interpretare i rapporti fra le squadre, queste donne aggiungono nuovi insegnamenti allo spirito moderno del Dragon Beat.
Il dragon boat rosa nel mondo
 
Dai primi allenamenti del 1996, si sono formati numerosi equipaggi in tutto il mondo,  principalmente in Canada e in Australia, paesi in cui il dragon beat è molto diffuso a livello di club sportivi. Numerose squadre rosa sono nate in tutti i Continenti. Molte squadre partecipano alle regate internazionali e a raduni locali, diffondendo un messaggio di speranza e gioia di vivere. Le squadre di donne in rosa sono riunite in associazioni, la principale delle quali è la lnternational Breast Cancer Paddlers' Commission IBCPC.
 
Commissione Internazionale delle Donne in Rosa - IBCPC
 
IBCPC è la commissione internazionale che riunisce le squadre di donne operate di tumore al seno - breast cancer survivors bes - che praticano il dragon beat. E' la più importante organizzazione internazionale di Donne in Rosa, avente lo scopo di incoraggiare la formazione di squadre di donne in rosa e mantenere rapporti fra le squadre.
Ogni quattro anni la IBCPC organizza un Festival internazionale, allo scopo di far riunire squadre da tutto il mondo:
 
•       1° edizione, 2005, Vancouver (British Columbia - Canada) 42 squadre presenti; 1.400 partecipanti.
•       2° edizione, 2007, Caloundra (Sunshine Coast-Australia) 58 squadre presenti; 1.800 partecipanti.
•       3° edizione, 201O, Peterborough (Ontario - Canada) 65 squadre presenti; 2.000 partecipanti.
•       4° edizione, 2014, Sarasota (Florida - USA) 101 squadre presenti, 3.000 partecipanti.
•       5° edizione, 2018, Firenze (Italia) 150 squadre presenti, 4.000 partecipanti.
•       6° edizione, 2023, Lake Karapiro, Cambridge (New Zealand), in the Mighty Waikato
•       7° edizione, 2026, Aix-les-Baines (Francia)
 
La 7° edizione è un evento in fase di organizzazione, i dati non sono ancora disponibili ma come si può vedere il trend è decisamente in crescita.
 
Il dragon boat rosa in Italia
La prima apparizione di questo sport in Italia è stata nel 1988 e la prima competizione è stata disputata sul laghetto romano dell'Eur, attuale sede della Federazione Italiana Dragon Beat FIDB, costituita il 10 maggio del 1997. Da allora numerosi club di canottieri hanno formato equipaggi che si sfidano regolarmente in campi gara italiani e internazionali.
La prima squadra di Donne in Rosa in Italia nasce nel 2003 a Roma, le Pink Butterfly, per volontà di Orlanda Cappelli, che aveva partecipato nel 2002 al Campionato del Mondo della    lnternational


Dragon Boat Federation, tenutosi a Roma. In questa occasione erano presenti le Donne in Rosa canadesi, australiane e statunitensi di lnternationally Abreast, Dragons Abreast e Philadelphia.
Nella missione delle squadre rosa rientra quella di promuovere la nascita di squadre in altre città e infatti in un decennio sono sorte in Italia numerose squadre.
Al momento si contano oltre 50 squadre in quasi tutte le regioni d'Italia, la maggior concentrazione è in Veneto, Lazio, Lombardia e Toscana, ma sono presenti squadre anche in Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Campania, Sardegna, Marche, Sicilia, Puglia, Friuli e Trentino - Alto Adige. Le squadre vengono rappresentate da capitane/referenti che mantengono i contatti con il mondo in rosa e comunicano alle loro compagne di squadra tutte le iniziative e le manifestazioni proposte.Le atlete sono affiliate FICK, FIDB, IBCPC  principalmente.
Centinaia di squadre si contano in altri paesi europei: Spagna, Francia, Regno Unito, Irlanda, Danimarca, Svezia, Belgio, Germania, Austria, Slovenia, Croazia, Romania e Cipro.
Le nostre partecipazioni
Da quando siamo nate, abbiamo partecipato a diverse manifestazioni.
La prima è stata la manifestazione organizzata dalle Pink Butterfly, la prima squadra italiana, in occasione del loro 20-esimo compleanno (ottobre 2023); l'accoglienza che viene riservata alle nuove arrivate è tale per cui si viene coinvolte a 360°.
Tra le altre: VOGALONGA 2024 (19 maggio 2024 _ 48° edizione), Mantova in Rosa, Fiume in Rosa della 'Fondazione Atena Onlus', Chinese Loong Boats Mondial Festival presso la canottieri Firenze  (luglio 2024) ma queste sono solo alcune....
La Navicelli Paddle Sport insieme all'ASI, per far conoscere questa attività sportiva ha organizzato nella primavera passata un Open Day presso la nostra sede, per accogliere sempre nuove compagne.
Ci facciamo conoscere anche tramite i social, Facebook (Navicelli Paddle Sport), lnstagram (_dragonflies_pisa)
Ringrazio moltissimo la vostra redazione "Spazio Donna", anche a nome delle mie compagne, per averci offerto l'opportunità di far conoscere questa nuova realtà ad altre donne che hanno la voglia di mettersi in gioco.
Grazie di cuore.

Marzia

 

L’attività ha un costo di € 20 di iscrizione annuale e € 20 il mese: per saperne di più scrivere a:gabbriellinimarzia@gmail.com
Oppure telefonare a Marzia Gabbriellini 3467058567
https://www.favo.it/profilo-associazione/asi.html     
www.asi-pisa.it



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20/8/2024 - 11:07

AUTORE:
AUTRICE Luisa

Davvero una bellissima iniziativa! Ce ne vorrebbero di più di progetti come questo! Complimenti!

20/8/2024 - 10:22

AUTORE:
AUTRICE Grazia

Grazie Marzia per il bellissimo ed esaustivo articolo !
Siete un bellissimo gruppo e gli allenamenti vengono fatti in un posto stupendo, ricco di natura e aria pura, cose di cui non ne possiamo fare a meno. Sicuramente un'attività aggregante e stimolante!
Grazie all'associazione senologica e a chi ha permesso l'attuazione di tutto ciò.
Grazia C.

18/8/2024 - 11:01

AUTORE:
AUTRICE Anna

Grazie molto interessante farò una visita dall'osteopata-fisioterapista il mio medico per la situazione fisica che ho in questo momento e sentirò se questa attività mi fa bene, a presto Anna

18/8/2024 - 9:13

AUTORE:
AUTRICE Teodora

Siete un gruppo eccezionale! Ho avuto modo di conoscervi e di ammirarvi. Iniziativa importante e ammirevole. Complimenti!