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È possibile dipingere il silenzio?
Gavia ci prova con le immagini dei mondi che lo evocano.

In un tempo fatto di parole, porre l’attenzione sul silenzio è riflettere su quello che forse più manca oggi: l'ascolto, il saper ascoltare. 
Questa nuova mostra di Gavia vuole essere come l'artista stessa ama, uno spazio di incontro e di condivisione di un senso comune all’interno di una situazione pittorica, materiale e artistica ma anche il luogo dove possa emergere una realtà di emozioni 

Cani: quando è obbligatoria la museruola?
La museruola .....
Le “forti piogge che alterano la qualità dell’acqua .....
. . . gli Usa non sono il mio paese di riferimento, .....
Spesso negli Stati Uniti e quando ti trovi tra la mid .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Abbiamo  scelto di diffondere il materiale del Festival di bioetica non solo per il tema di questo anno che riguarda così da vicino il futuro anche di noi donne ma  per onorare  la numerosa partecipazione femminile nella organizzazione e in tutti i  vari ambiti degli interventi che ne farà un Festival di grande interesse per noi donne .

per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Di Mario Lavia
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Di Umberto Mosso
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Da un intervista a Raffaella Paita-Italia Viva
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A cura di Tania Giordano
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Grazie a Lucia Ciampi, per questa rievocazione
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di Emanuele Cerullo
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dal Wueb
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Fata Idro ha fatto un miracolo: quello vero balsamico salvifico.
In ausilio a fata Flora riesce a difendere,
proteggere, tutelare il mondo intero .....
Nel paese di Pontasserchio la circolazione è definita "centro abitato", quindi ci sono i 50km/ h max

Da dopo la Conad ci sono ancora i 50km/ h fino .....
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Il "fu" Carosello.

25/8/2024 - 22:11

 
Mi sono stancato di vedere che, spessissimo, nella sezione di attualità di questo giornale, sulla ventina di notizie che contiene la strisciata, il 90% sono siglate San Giuliano, le altre si dividono fra Vecchiano e Pisa e quelle del comune sono quasi sempre sulla zona di prostituzione che, quando fa cassa, è Vecchiano, ma quando descrive il degrado è Migliarino.
Non si tratta di “amor di paese”, ma di una semplice constatazione di una interpretazione che viene data ad una frazione che ha ben altro che “tra-tra” (leggi trans in trasferta in Traversagna per trasgressione e intrallazzi con traffico travolgente).
Su questo giornale ci scrivono dei Silvio Pellico con le loro prigioni, vari Mazzini con problemi di unità, qualche Macchiavelli astruso e una torma di Togliatti e De Gasperi con la politica nel sangue.
Io non ho questi “idoli” e queste immagini, e allora… sono andato a Roma!!
 
Avevo denunciato più volte la situazione in cui si trovava la nostra Grande Quercia ed effettivamente vi era stata una risposta da parte del Parco, della Provincia e dell’ARPAT, tanto da decidere congiuntamente un sopralluogo per verificare il danno a quel monumento vegetale.
A parte la storia naturale dell’albero, la sua lunghissima vita, la grossezza del fusto, la maestosità e l’aspetto, vi è sempre stata la sua fama di essere “apparsa in televisione”.
Va da sé che la TV di allora era una cosa sentita diversamente da come è adesso, ma forse era per questo più vera e vicina allo spettatore.
La nostra Quercia era stata scelta, non si sa perché, per girare alcuni spot del mitico Carosello e voluti dalla Peroni per pubblicizzare la sua birra.
Era solo un ricordo quello di Francesco Mulè che inseguiva la bionda tedeschina Solvi Stubing che sussurrava: “chiamami, sarò la tua birra!”
Un vago ricordo delle facce, ma senza aver memoria delle diverse sfaccettature che i tre attori, anzi quattro con la Quercia, avevano nella serie della Peroni e neanche dei dialoghi.
 
Veniamo a Roma ora.
Nella capitale vi è il Museo Birra Peroni, nato nel 2001 con l’obiettivo di recuperare la memoria storica aziendale e di documentare gli aspetti produttivi, commerciali e di costume che hanno sancito il successo internazionale del marchio Peroni sin dalla fine dell’Ottocento. Ospitato all’interno dello stabilimento romano, il Museo ricostruisce la storia dell’azienda dal 1846 ad oggi, con il supporto delle carte e delle immagini d’archivio.
L’Archivio Storico Birra Peroni, dichiarato di notevole interesse storico dalla Soprintendenza Archivistica per il Lazio nel 1996, persegue gli obiettivi della conservazione e della valorizzazione della memoria storica, supportando l'identità della Società, incentrata sui valori della tradizione, della fedeltà, dell'affidabilità dell'azienda e dei suoi marchi.
Il Museo si articola in tre sezioni: attraverso oggetti, arredi d’ufficio, materiali di confezionamento e promozionali, filmati d’epoca, fotografie, utensili, mezzi di trasporto, manifesti e antichi macchinari, il percorso espositivo permette di ricostruire le tappe salienti del processo produttivo e della comunicazione pubblicitaria Peroni. Questa è affidata alle immagini, che dalle prime campagne pubblicitarie degli anni Venti del Novecento approdano alla “Bionda” Peroni degli anni Sessanta, icona della storia aziendale ed italiana. L'Archivio ospita circa. 200 m. lineari di fascicoli registri, 10.000 scatti fotografici, oggettistica, packaging e materiale pubblicitario.
Il Museo organizza visite guidate e percorsi didattici alla scoperta del gusto e della storia Peroni. Funziona come centro di ricerca per studiosi e studenti del settore. Collabora con università del territorio per individuare nuovi filoni di approfondimento e far emergere i molti volti della storia d’impresa.   L'Archivio, dopo essere stato dettagliatamente inventariato, è ora a disposizione di studenti e ricercatori.
In questo meraviglioso mondo di “bionde Peroni” spicca una altrettanto meravigliosa “bruna Peroni”, come la chiamò in un articolo su Mente Locale, giornale on line di cultura e tempo libero, la giornalista e critico d’arte, curatrice e consulente museale Linda Kaiser.
E' infatti bruna, carina, gentile, efficiente e di una comunicabilità straordinaria Colei che è la curatrice dell'Archivio Storico Birra Peroni e che ha contribuito a creare il Museo Birra Peroni: la dott.ssa Daniela Brignone.
 
Di Daniela Brignone sono: Birra Peroni 1846-1996. Centocinquant’anni di birra nella vita italiana, Electa, Milano 1995 e  Archivio della Società Birra Peroni. Inventario, (a cura di), Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Direzione Generale per gli Archivi, Roma 2001 (Pubblicazioni degli Archivi di Stato, Strumenti CXLVII).
 
Nessun altro meglio di lei poteva soddisfare i miei desideri e infatti nel suo ufficio ho potuto rivedere i vecchi “Caroselli” della Birra Peroni e in special modo quello per il quale avevo fatto un viaggio nella capitale e che poi, con grande meraviglia, ho verificato che aveva molte variazioni, addirittura nove.
Qui appaiono, come la famosa ciliegina, le parole che Mulè (negli spot è il rag. Mario Bianchi) dice volteggiando sulla liana, e che sono una “pura goduria” per noi migliarinesi:
“ho lasciata la civiltà che mi ossessionava per venire a vivere in questo paese meraviglioso, terra solitaria con un’aria purissima, cibi squisiti e una immensa pace”
 
L'Azienda Birra Peroni è stata molto sensibile al tema della salvaguardia di questo monumento vegetale, attore in secondo piano, ma importante, dei suoi caroselli e che accoglieva fra le sue grandi fronde il capanno di una specie di eremita che viveva con lo scimpanzé Tano rinnegando il consumismo ma rincorrendo una bella giovane che impersonava la Birra.
La foto d'apertura che ho ripreso da un grandissimo album, dopo alcune pagine di immagini di film Birra Peroni, quella che vi mostro, ha scritto in basso: “Trasferimento a Migliarino” ed in alto l’anno 1970.
Nel mio e nel nostro archivio fotografico di visitatori della Tenuta Salviati ed in particolare alla Quercia del Cinto, vi sono bambini che abbracciano l’enorme tronco, gitanti di ogni età, scolaresche intere, suore, sindaci e personalità (una foto è con Domenico Finiguerra sindaco di Cassinetta di Lugagnano e dell’architetto paesaggista Paolo Baldeschi dell’Università di Firenze) e poi visitatori stranieri ospiti della famiglia Salviati e un mondo intero di personaggi.
Manca ora quella con Daniela Brignone che tutti coloro che hanno a cuore la sorte della Quercia vorranno vedere sotto l’albero che lei già conosceva per “lavoro”, ma che ora, sono sicuro, vorrà salutare di persona.
  
Quello della Quercia
(come mi chiamò quando ci siamo conosciuti) 
 
Daniela non venire, la tua/nostra Quercia non c’è più!

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Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
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29/8/2024 - 19:00

AUTORE:
u.m.

La responsabile del Museo Peroni della quale ho parlato, è nativa di Cascina e quella simpatia che si era appena instaurata aumentò per la pisanità che avevamo, ma non poté far sì che si esaudisse la mia richiesta di avere un filmato di quei caroselli che, allora, non si trovavano in rete.
A malincuore suo e mio dovetti accontentarmi di quella foto. Daniela mi spiegò che c’era in corso già da tempo una causa con Nino Rota che proibiva il divulgarsi dei caroselli con la sua musica.
Prima di salutarci la direttrice volle il mio l’indirizzo.
Dopo una settimana un plico raccomandato mi venne consegnato e dentro c’erano NOVE filmati di Mulè e Tano!
Un regalo bellissimo che avrei voluto contraccambiare con una visita a “quel posto” e un pranzo, ma lei non poteva allontanarsi da Roma.



Non avevo mai trovato quello spot. Come hai fatto?

29/8/2024 - 8:02

AUTORE:
Mastro birraio

https://www.youtube.com/watch?v=UvXkddUEM08