Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
Maria Elena Boschi in Liguria anche Italia viva sosterrà Andrea Orlando? È da qui che riparte il centrosinistra?
«La vera sfida è costruire un'alternativa al governo Meloni-Salvini sulla legge di Bilancio. Contro l'autonomia di Calderoli e Salvini. Sulle dimissioni di Sangiuliano. Si riparte da queste battaglie nazionali. In Liguria, abbiamo già dato la disponibilità a sostenere Orlando. Così come sosterremo De Pascale in Emilia Romagna e Proietti in Umbria».
Dice Schlein: Renzi non può stare col piede in due scarpe. Uscirete dalla giunta di centrodestra di Bucci a Genova?
«Bucci è stato un ottimo sindaco e proprio Conte gli ha chiesto di fare il commissario per il Ponte Morandi. Certo, se c'è un cambio di fase possiamo prenderne atto. Se questa è la richiesta che ci verrà fatta siamo pronti a parlarne con Orlando e con il Pd regionale: Paita è la nostra coordinatrice nazionale e conosce bene la Liguria. Ma non vorremmo fosse un alibi per rompere il centrosinistra».
Orlando può essere un buon governatore? In passato non gli avete risparmiato critiche.
«È stato ministro con noi ed è stato un buon ministro. Ci siamo spesso scontrati sulle vicende interne, anche alle primarie, ma il filo del rapporto personale e politico non si è mai rotto. Ora deve fare una coalizione larga e recuperare anche i civici».
Giuseppe Conte ha messo un veto sulla presenza di Matteo Renzi nel centrosinistra, definendola "un harakiri". Riuscirete a fargli cambiare idea?
«Chi mette veti non va contro di noi ma contro Elly Schlein. È stata la segretaria del Pd a dire basta veti: noi ci siamo. Ho letto le dichiarazioni di Conte su "Renzi troppo vicino ai democratici americani" e non mi sono parse molto brillanti. Specie pensando che tutto il centrosinistra fa il tifo per Harris contro Trump e che l'amicizia personale di Renzi con la leadership democratica americana è un valore aggiunto, non un problema. Tuttavia cerco di evitare le polemiche. Suggerisco a Conte di non sbagliare Matteo: il problema del centrosinistra è Salvini al governo, non Renzi all'opposizione. E ogni distinguo è un grande regalo al centrodestra. Noi apprezziamo lo sforzo unitario del Pd e di Schlein e lasciamo le polemiche a chi vuole farle».
Però su tutta la politica estera la vostra linea è molto diversa da quella dei 5S, dall'Ucraina a Israele. Come si fa a stare insieme?
«È molto difficile, diciamo la verità. Ma purtroppo è vero anche nella coalizione di destra. Salvini e Tajani litigano su tutto e sulla politica estera lo scontro è oggettivamente senza quartiere tra le varie anime della coalizione. Noi abbiamo sulla politica estera posizioni simili a larga parte del Pd, dalle armi in Ucraina alla lotta contro Hamas. Siamo per la diplomazia, ovviamente, ma prima di tutto serve riconoscere l'invasore da chi subisce l'invasione».
Quali devono essere le priorità nell'agenda del centrosinistra?
«Sono gli stipendi il vero problema. La gente sta tornando dal mare, se c'è andata, e vede aumentare il costo della vita anche a casa. Otto milioni di ragazzi vanno a scuola con un aumento dei costi, le accise non scendono, le liste d'attesa sulla sanità sono sempre lì e obbligano molti ad andare nel privato. Parliamo di come aiutare il ceto medio con la partecipazione del lavoratore agli utili proposta dalla Cisl o la detassazione degli straordinari o un investimento sul welfare aziendale».
E sul salario minimo, battaglia di Pd e M5S, restate contrari?
«Noi restiamo sulla stessa posizione dal 2018: il Pd renziano avanzò una ipotesi di salario minimo contestata dalla Cgil e dal Movimento 5 Stelle. Proponevamo una cifra determinata da una commissione, di fatto tra 9 e 10€ l'ora, come atto successivo al Jobs Act e ad Industria 4.0 ma senza aumento della tassazione per i lavoratori. Invece il disegno di legge M5S e Pd prevede di fatto che il salario minimo sia coperto con nuove tasse per i cittadini. E allora abbiamo detto di no. Se Pd e 5 Stelle tornano al progetto del 2018 o comunque tolgono l'aumento di tasse noi ci stiamo. Non è che puoi far pagare il salario minimo al ceto medio».
Ius Scholae, Tajani al Messaggero ha annunciato che FI studierà una proposta per concedere la cittadinanza ai figli degli stranieri dopo 10 anni di scuola. La sosterrete?
«La proposta c'è già. L'abbiamo votata nel 2015 anche con Lupi ma poi è stata fermata al Senato. Che aspetta Forza Italia a votare si? Vediamo se Tajani è un chiacchierone o fa sul serio. Nel frattempo l'Italia brilla per la propria assenza dai tavoli di geopolitica perché il nostro ministro degli Esteri è troppo impegnato in una campagna elettorale permanente».
L'anno prossimo si vota tra le altre in Veneto, Toscana e Campania. Andrete ovunque col centrosinistra?
«Ci siamo già. Non si tratta di andare, ma di restare».
La virata a sinistra verrà messa ai voti all'assemblea di Iv in autunno?
«Le idee non cambiano, la tattica per realizzarle sì. Dunque non è che viriamo a sinistra: cerchiamo di vincere al centro. Come del resto ha fatto Starmer in Uk e sta cercando di fare Kamala Harris in Usa. Naturalmente tutto sarà messo ai voti. Sono certa che chi perderà in Assemblea non scapperà ma aiuterà a dare una mano. La democrazia è tale quando si vince ma anche quando si perde».