L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
Nuove forme di povertà
In Redazione abbiamo ricevuto e pubblichiamo.
Oggi noto con preoccupazione che sempre più persone, soprattutto donne, sono vittime di una nuova forma di povertà: la mancanza di tempo. Non hanno tempo, hanno poco tempo, avrebbero bisogno di più tempo. Sono in una condizione di bisogno, di carenza. Sono in stato di povertà.
Il tempo non si può comprare, non si può mettere da parte, non se ne può fare una scorta come si fa con l’acqua o con il denaro; il tempo si deve consumare all’istante.
Le donne, spesso sovraccaricate da responsabilità multiple e aspettative sociali, si trovano ad affrontare questa sfida in modo particolarmente acuto. Abituate a gestire casa, lavoro, famiglia e relazioni, si vedono costrette a fare più cose contemporaneamente per far fronte a tutte le richieste della loro giornata.
Questa nuova abitudine di multitasking non è solo una necessità, ma anche un riflesso di una società che non valorizza adeguatamente il tempo delle donne. È sempre più raro incontrare un’amica per strada e poter fare due chiacchiere sul marciapiede o prendere qualcosa al bar senza dover correre da un impegno all’altro. (Questo scritto è stato fatto prima della grande pandemia). Tutte hanno già stabilito cosa fare nella prossima mezz’ora e quasi sempre sono in ritardo, anche chi è in pensione, anche chi ha una vita non così ricca di impegni.
Mentre guidano telefonano, mentre mangiano guardano la TV, e in bagno fanno di tutto avendo le mani libere; insomma, fanno più cose contemporaneamente perché il tempo per fare una cosa per volta non ce l’hanno più.
È frustrante non riuscire a parlare al telefono con un’amica senza che lei, mentre parla con me, faccia qualcosa con le mani. Il telefono incollato tra l’orecchio e la spalla, quella “traffica”. Chi lava i piatti, chi cucina, chi lavora al computer. Non hanno tempo per fare solo quello, solo parlare con me al telefono anche se sono state loro a chiamare.
Io non faccio né mi piace ricevere telefonate lunghe e prima di cominciare una telefonata chiedo sempre se l’altra è libera, eppure spesso sento rumori e chiedo: "Ma cosa fai?" e quella dice: "Niente, niente, stavo solo…".
Fare due o tre cose contemporaneamente. Vi ricordate il film di Charlot "Tempi moderni"?
In sintesi, questa nuova forma di povertà temporale colpisce duramente le donne, riflettendo le disuguaglianze di genere e le aspettative irrealistiche che la società impone. È un problema che va riconosciuto e affrontato per costruire una società più equa e rispettosa del tempo e delle risorse di tutte e tutti.
Scriveteci le vostre esperienze; se questo modo frenetico di vivere arricchisce le nostre esistenze o al contrario ci assimila a dei robot.
Matilde Baroni 2023