Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative.
LA PAZIENZA (di Draghi, per esempio)
Qualcuno mi ha scritto per elogiare la mia pazienza nello spiegare, in modo anche troppo particolareggiato, la politica di Renzi a persone che hanno già deciso di non ascoltare ragioni.
Ma la mia non è pazienza. Al contrario l’insuccesso nelle elezioni europee ha accentuato la mia impazienza per una svolta politica che sancisse un cambio di fase sia per il nostro Paese, sia per una forza politica riformista liberaldemocratica in una travagliata, contrastata e troppo lunga gestazione.
Perché “la strada è lunga, ma er de più l’ho fatto” , come scrive Trilussa, e siccome non sono un giovane professore con un, meritatissimo, reddito garantito e tempo davanti a me, che mi consente di sbagliare e potermi correggere, ma sono un semplice pensionato del ceto medio economicamente assai ridimensionato e biologicamente vicino alla data di scadenza, ho deciso che non posso aspettare ancora per anni che i miei concittadini si convincano a cambiare abitudini elettorali, dando ai liberaldemocratici percentuali a due cifre e nella parte alta della scala.
Vorrei riuscire a vedere un cambio, magari solo una rimessa all’angolo della destra, che sta danneggiando i valori di fondo della Repubblica. Basta leggere l’impianto ideologico e alcune norme del decreto sulla sicurezza, il così detto “decreto Cutro”, in conversione da oggi in Parlamento. Il modello è l’autoritarismo di Orban.
E tuttavia c’è chi ritiene che il solo obbiettivo di sconfiggere la destra e battere il governo Meloni, sia troppo poco.
Dopo che si fa? Chiedono con l’aria di chi ha una risposta differente dalla tua, ma come un professore infido non vuole dirtela. Viene il dubbio che chi ti fa la domanda ne sappia meno di te.
Forse è vero, questo non è più il momento delle spiegazioni.
Anche perché cosa vuoi spiegare a chi si è costruito una verità personale, di chiacchiere - più che di fatti - riportati di seconda mano da media e personaggi che da anni raccontano Renzi e Italia Viva come i peggiori arnesi politici esistenti?
Così eccoli lì, a ripetere gli stessi stereotipi e impressiona il fatto che nessuno si basi su ciò che è accaduto o che sta accadendo, ma danno tutti per scontata una versione non solo falsa del passato più recente, ma soprattutto immaginaria del futuro, come se fosse la realtà di oggi.
Secondo la loro vulgata Renzi non ha risposto ad un invito di Schlein a discutere, senza veti, sulla possibilità di far convergere tutte le forze di opposizione per battere la destra, ma ha bussato alla porta del Nazzareno, in ginocchio e col cappello in mano, per chiedere di essere ammesso al campo largo.
Qualcuno, forse abituato ad approvvigionarsi di informazioni dalle rivistine da sala d’aspetto del parrucchiere, crede ancora a “galeotta fu la partita e chi la giocò” quella sera di luglio.
Secondo gli esasperati dire “vedo cosa hai da proporre e tu vedi cosa ho da proporre io” equivale ad avere già bello che concluso un confronto politico, che si prospetta tanto importante per il futuro del nostro Paese quanto difficile e irto di difficoltà e di opposizioni.
Altri chiedono, addirittura, di vedere il programma di una coalizione per la quale c’è ancora da verificare l’esistenza e la fattibilità.
Poi c’è chi ha dimenticato di avere votato la fiducia al governo Draghi dove Italia Viva, che se ne era fatta promotrice senza avere avuto il permesso da alcun congresso, sedeva insieme alla Lega, a FI e perfino al M5S. Una giravolta da brivido, altro che nuovo centro sinistra!
Io capisco una cosa. Alcuni di noi si sono come sfibrati, in questi cinque anni, nel dover parare ogni sorta di colpi bassi inferti a Renzi, che si sono ripercossi duramente sulla sua famiglia, sui suoi amici e collaboratori, ma anche sugli iscritti e gli elettori di Italia Viva.
Un logorio continuo dover spiegare 1000 volte le stesse cose. Scontrarsi ogni giorno non solo con la disinformazione, ma con la malafede di chi professionalmente sa di dire falsità su Renzi e sulla politica di Italia Viva.
Ancora in questi giorni c’è stato un cretino, estrattore bifamigliare di reddito pubblico, che dice si accontenterebbe che Renzi negasse l’esistenza del Rinascimento Saudita. Uno che ha capito niente del mondo che lo circonda.
Dunque c’è una sorta di impazienza di alcuni a creare una bolla dove si da per scontato un futuro negativo, e questo, posso sbagliare, al solo scopo di sentirsi giustificati ad abbandonare un campo di battaglia che li ha sfibrati. Come volevano gli avversari da almeno sette anni.
Pensa che sollievo poter dire io con Bin Salman non c’entro niente. Punto e a capo.
Invece a capo per noi ci sono i contenuti programmatici.
Su questo ci viene in aiuto Mario Draghi col suo rapporto sulla competitività.
Quello è il programma da discutere, con Schlein, con il resto dell’opposizione, con gli italiani. Quella è la base sulla quale convergere, questo deve capire il PD se vuole proporsi come forza aggregante in alternativa alla destra.
Chi saprà sostenerlo in Europa? Chi saprà “tradurlo” in italiano? Su questo si misura la possibilità di costruire alleanze solide alternative al centro destra. Non sulle chiacchiere dei soliti professori e dei veggenti che si sono già teletrasportati in un più confortevole futuro immaginario.