Tornano, dopo la pausa estiva, i racconti storici di Franco Gabbani.
Un articolo, come per altri in precedenza, legato interamente alle vicende personali di una persona dell'epoca, una donna che ha vissuto intensamente una vita, ragionevolmente lunga, che potremmo definire di ribellione al ruolo che ai tempi si riconosceva alle donne, in aperta opposizione ai vincoli, alle scelte e al giudizio che la società di allora le riservava.
Se il titolo della foto precedente “Haec ornamenta mea” era latino e si riferiva al noto “questi sono i miei gioielli”, le famose parole che Cornelia disse ad una matrona che ostentava gioielli e ori, presentando i figli, Tiberio e Caio, i famosi Gracchi, ora passiamo al duro tedesco per presentare una famiglia incontrata ieri al mare con le parole della piccola austriaca.
Eccole:
“Caro babbo, come mai quelle rocce coperte di neve si muovono e rotolano rombanti come valanghe, come quelle dei nostri monti, e rinascono dall’acqua così velocemente? Mi avevi detto che mi avresti fatto vedere un paese come un paradiso, ma questo è un inferno dove al posto delle lingue di fuoco ci sono multicolori riccioli di schiuma. E' terrificante e stupefacente nello stesso momento. Vielen Dank Lieber Vater!”
Ci siamo salutati con un “Sehr gut” mio e un “Sehr schöne” loro.