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L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.

E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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L’appello:
Settembre?
Assente!
Ottobre?
Presente!

1/10/2024 - 8:19


Cominciamo il decimo mese con l’esser serio e parlar di poesia, che ne abbiamo mooolto bisogno (non la poesia ma la serietà).
Questa è quella che amo di più nello sterminato mondo della letteratura, ma con uno stile che si differenzia per possedere un'espressione emotiva, provocando sentimenti nel lettore e vantando qualità estetiche che, sia attraverso un metro strutturato sia attraverso il verso libero, la rendono una forma d'arte accattivante:


Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.

Io son come loro

in perpetuo volo.

La vita la sfioro

com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi amo la quiete,

la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere

balenando in burrasca.


“I gabbiani” è opera di Vincenzo Cardarelli, (1º maggio 1887– 18 giugno1959), grande poeta, scrittore e giornalista italiano, ma siamo qui per parlar di questo mese e allora richiamiamo Cardarelli e il suo:

 

Ottobre 

 
Un tempo, era d’estate,

era a quel fuoco, a quegli ardori,

che si destava la mia fantasia.

Inclino adesso all’autunno

dal colore che inebria,

amo la stanca stagione

che ha già vendemmiato.

Niente più mi somiglia,

nulla più mi consola,

di quest’aria che odora

di mosto e di vino,

di questo vecchio sole ottobrino

che splende sulla vigne saccheggiate.
Sole d’autunno inatteso,

che splendi come in un di là,

con tenera perdizione

e vagabonda felicità,

tu ci trovi fiaccati,

vòlti al peggio e la morte nell’anima.
Ecco perché ci piaci,

vago sole superstite

che non sai dirci addio,

tornando ogni mattina

come un nuovo miracolo,

tanto più bello quanto più t’inoltri

e sei lì per spirare.
E di queste incredibili giornate

vai componendo la tua stagione

ch’è tutta una dolcissima agonia.


Passiamo l’oceano e incontriamo  (26 marzo 1874 –  29 gennaio 1963) anch’egli un massimo poeta e drammaturgo statunitense:

 

Ottobre 

 
O silenzioso mite mattino d’ottobre,

le foglie son mature per cadere;

il vento di domani, se avrà forza,

le spazzerà via tutte.

Chiamano i corvi sopra la foresta;

domani forse a stormi se ne andranno.

O silenzioso mite mattino d’ottobre;

lento comincia le ore di questa giornata.

Fa’ che il giorno ci sembri meno breve.

Non ci dispiace se tu dolcemente ci illudi,

illudici nel modo che tu sai.

Stacca una foglia allo spuntar dell’alba,

a mezzogiorno stacca un’altra foglia;

una dai nostri alberi, ed un’altra

molto lontano.

Trattieni il sole con nebbie gentili;

incanta la campagna d’ametista.

Ma piano, piano!

Per amore dell’uva, se non altro,

i cui pampini bruciano nel gelo,

i cui grappoli andrebbero distrutti

per amore dell’uva lungo il muro.


Questi due Poeti scrissero un aforisma ciascuno in nota ad uno dei loro libri, il primo:
«Due strade divergevano in un bosco, ed io —

Io presi quella meno battuta,

E questo ha fatto tutta la differenza»
ed il secondo:

«Così la fanciullezza fa ruzzolare il mondo e il saggio non è che un fanciullo che si duole di essere cresciuto.»

 

... e allora io, che mi rivedo in ognuna delle due, mi rimangio le prime righe dell’articolo e mi domando: ma Gregorio non poteva tra settembre e novembre e a seguire dicembre, non poteva metterci un ottembre?

 

p.s caro ottembre cominci male

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2/10/2024 - 13:58

AUTORE:
Sofy

Fiore d'ortica,
Così mi sento più cicala che formica.
Ma ringrazio, mando un bacio ed un saluto
a te che apprezzi la parola. Sei davvero benvoluto!

2/10/2024 - 9:07

AUTORE:
ottobre

Fior di carciofi
a voi, le rose vanno a Sofy
che riesce a stare sulla cima
sia se prosa oppur se rima.

1/10/2024 - 14:03

AUTORE:
Sofy

Benvenuto Ottobre
anche se ti presenti lacrimoso.
Di solito arrivi col sorriso
col tepore,
con la tavolozza rifornita di colore
col paniere ricolmo di frutta e di sapore.
I boschi brulicano di ciclamini
di erbe aromatiche, di muschio,
di castagne e di porcini...
risuonano di richiami, di cercatori lontani
di versi di animali spaventati
Stormiscono le foglie
intente a mutare la veste
per l'imminente appuntamento
Dondolano, oscillano
ciondolano, penzolano
ogni giorno più stanche
pallide, remissive
ubbidienti al cambiamento
Alle prime folate
si staccano,
ancora vive:
volteggiano
si posano
si ammassano
si accalcano
si disperdono
a seconda dei dettami del vento.
Ancor prima di accomiatarsi
fanno un giuramento:
torneranno gemme e poi tenere foglioline a primavera
Intanto sul far della sera
il tramonto ci fa capire
cosa ci aspetta domani...
ma prima di dormire,
l'anima chiede una tregua
rinverdire
vivificare
e poi abbandonarsi alla notte
per poter sognare.