Il circolo di lettura ha partecipato come giuria popolare al concorso letterario e artistico promosso da MdS Editori con Unicoop Firenze e La Voce del Serchio.
Il concorso dal titolo “Area Protetta” si articolava su tre sezioni: racconti, poesie e pittura, e per ciascuna sezione è stato selezionata una delle opere finaliste, che riceverà il Premio Speciale del Gruppo di Lettura conferito dalla sezione Soci Valdiserchio-Versilia di Unicoop-Firenze.
Il regno dei funghi è sterminato e si contano a migliaia i suoi “sudditi” con uno studio pari alla biologia, botanica e zoologia: la micologia, ritornando alla derivazione greca di múkēs (fungo) e , lógos (studio). Nella presentazione del nostro fungo ho dovuto usare termini molto tecnici (non fosse mai che lo avesse letto un micologo!) come la parola “gasteromicete” che significa semplicemente: “fungo che ha il micelio nello stomaco”, la gleba (nel senso che lo tiene dentro di sé e non nelle lamelle) e “scleroderma” per dire pelle dura. Sono appunto i funghi di quest’ordine che hanno l’interno marmorizzato con i “piselli”.
Ritorniamo al nostro “Tartufo di Boemia” o “dei poveri” per dire la mia sul protagonista: non è vero che è senza radice lo avevo già detto ma lo dimostro con la foto, lui ha un gambo lungo e fibroso e quindi non è vero che ha il micelio con i “piselli” interni, quelli li ha un suo stretto parente, quella grossa palla o biancastra o nocciola che si trova nel bosco e che a maturazione sputa le spore in alto da un buco o fessura che si apre sul dorso, come le comuni commestibili vesce dal simpatico nome “lycoperdon”, da lupo e perdita, che i francesi chiamano “scorreggia di lupo” (noi “scureggia” o loffa).
Scusate il bla bla bla!
Ogni tanto sono serio!