Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Il regno dei funghi è sterminato e si contano a migliaia i suoi “sudditi” con uno studio pari alla biologia, botanica e zoologia: la micologia, ritornando alla derivazione greca di múkēs (fungo) e , lógos (studio). Nella presentazione del nostro fungo ho dovuto usare termini molto tecnici (non fosse mai che lo avesse letto un micologo!) come la parola “gasteromicete” che significa semplicemente: “fungo che ha il micelio nello stomaco”, la gleba (nel senso che lo tiene dentro di sé e non nelle lamelle) e “scleroderma” per dire pelle dura. Sono appunto i funghi di quest’ordine che hanno l’interno marmorizzato con i “piselli”.
Ritorniamo al nostro “Tartufo di Boemia” o “dei poveri” per dire la mia sul protagonista: non è vero che è senza radice lo avevo già detto ma lo dimostro con la foto, lui ha un gambo lungo e fibroso e quindi non è vero che ha il micelio con i “piselli” interni, quelli li ha un suo stretto parente, quella grossa palla o biancastra o nocciola che si trova nel bosco e che a maturazione sputa le spore in alto da un buco o fessura che si apre sul dorso, come le comuni commestibili vesce dal simpatico nome “lycoperdon”, da lupo e perdita, che i francesi chiamano “scorreggia di lupo” (noi “scureggia” o loffa).
Scusate il bla bla bla!
Ogni tanto sono serio!