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Il 15 novembre p.v. L'Amministrazione Comunale di San Giuliano Terme apre la stagione del Teatro Rossini di Pontasserchio, con la direzione artistica di Martina Favilla - Presidente dell’Associazione Antitesi Teatro Circo. Una proposta artistica originale e di grande rilevanza, sostenuta dal Comune di San Giuliano Terme, Regione Toscana, Ministero della Cultura, che posiziona la città di San Giuliano Terme come area della cultura e della multidisciplinarietà con particolare attenzione all’inclusione sociale e alle nuove generazioni, con metodologie innovative. 

E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
Vedi l'intervista di Matteo Renzi 7 mesi fa da Formigli .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Arabia Saudita
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Dalla pagina di Elena Giordano
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storie Vere :Matteo Grimaldi
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Indaco il colore del cielo
non parimenti dipinto
Sparsi qua e là
come ciuffi di velo
strani bioccoli di bambagia
che un delicato pennello
intinto .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di "Pensiero Prismatico"
Il libanese Salam...

24/11/2024 - 19:23


IL FOGLIO, UNICO IN ITALIA, PRESENTA IL CURRICULUM DEL PRESIDENTE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE DA CUI SI EVINCE COME CI SIA NEL MASSIMO ESPONENTE DI QUELLA CORTE UN FORTE PREGIUDIZIO VERSO ISRAELE. SE VOLE ESSERE INFORMATI DAVVERO LEGGETE QUI DI SEGUITO.

 

Il libanese Salam, DOPO ESSERE STATO AMBASCIATORE LIBANESE ALL’ONU, è stato eletto a capo della Corte dell’Aia nel febbraio scorso. Quando fu nominato presidente arrivò la lettera di alcuni legislatori (democratici e repubblicani) americani al segretario di stato Antony Blinken: “Il chiaro e ben documentato curriculum di pregiudizi contro lo stato ebraico del giudice Salam e le persistenti violazioni dello statuto della Corte internazionale di giustizia rendono abbondantemente chiaro che non saràun arbitro imparziale”Un rapporto di UN Watch, l’organizzazione di monitoraggio con sede a Ginevra, ha analizzato il curriculum di Salam come ambasciatorall’Onu.

Durante il suo mandato come rappresentante libanese pressle Nazioni Unite, Salam ha votato per condannare Israele 210 volte. Denunce unilaterali di Israele ecarta bianca a Hamas. Nei suoi discorsi all’Onu, Salam ha accusatO “organizzazioni ebraiche terroristiche”, ha detto che la “suprema leadership sionista” persegue un pianodi “pulizia etnica” e che “per troppo tempo i criminali di guerra di Israele hanno beneficiato dell’impunità”.

Il 18 giugno 2014, Salam si oppose alla candidatura di Israele alla vicepresidenza del Quarto Comitato dell’Assemblea generale. Salam ha anche ripetutamente attaccatoIsraele sui social. Nel 2015, su Twitter ha definito Israele un “trionfo di palesi scelte razziste e colonialiste”.Salam si è costantemente schierato con la Repubblica islamica dell’Iran. Ha votato contro tutte le undici risoluzioni dell’Assemblea generale che condannavano le violazioni del regime iraniano contro il suo popolo. Salam ha votato contro una risoluzione che chiedeva il rilascio dei prigionieri politici in Bielorussia, unendosi a Cina, Russia, Cuba, Iran, Siria e Corea del nord.Mentre scoppiava la guerra civile in Siria nell’aprile 2011, Salam usava il suo seggio nel Consiglio di sicurezza per bloccare una dichiarazione che avrebbe condannato il regime siriano per aver attaccato i civili. Salam ha anche pubblicato sui social lesue lodi per Fidel Castro, definendolo “icona di ribellione e resistenza”.“La Corte dell’Aia è stata un fallimento” ha scritto sul Wall StreetJournal il giurista dell’Università di Chicago, Eric Posner. “Con uno staffdi settecento persone e un budget annuale di cento milioni di dollari,la Corte ha finora completato solo un processo, quello a Thomas Lubanga, comandante nella guerra civile in Congo”.

Ora può riprovarci con il primo ministro dell’unica democrazia in un arco che va da Marrakech a Mumbai impegnata a non soccombere alla piovra del terrorismo islamico.

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