none_o


Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

Ricordate il tubo di refrigerazione della nuova pista .....
. . . come minimo si risponde due volte altrimenti .....
. . . siamo a M@ sterchief. Sono anni che giri/ ate .....
. . . Velardi arriva buon ultimo.
Il primo fu il .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
di Angela Baldoni
none_a
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Qualcuno mi sa dire perche' rincoglionire
viene considerato un inevitabile passaggio
alla fine del faticoso viaggio
vissuto da tutti con coraggio?
Il .....
ad oggi la situazione è peggiorata
ora anche tir, pulman turistici , trattori, camion con cassoni per massi,
etc. . E ad alta velocita,
inquinamento .....
di Danilo Di Matteo
Siria, sangue e metafora

11/12/2024 - 9:36

Siria, sangue e metafora

In Siria si spara e si muore, troppo sangue viene versato.

Poi, però, la vicenda siriana è una grande metafora. Innanzitutto della condizione umana, caratterizzata dall’imprevisto, dall’inatteso, dall’inopinato.

Tutti a discettare di Palestina (con la tragica appendice libanese) e di Ucraina, ed ecco che fa irruzione nella cronaca di guerra la Siria (tra l’altro, il gruppo libanese filosiriano, ora vicino a Hezbollah, attivo da decenni, dai tempi di Assad padre, si chiama, quasi paradossalmente, Amal, “Speranza”).

Metafora, inoltre, degli intrecci e del groviglio fra geopolitica, gruppi religiosi, etnie, ideologie, interessi inconfessabili. Il gigante turco, membro attivo della Nato, sostiene i cosiddetti ribelli islamisti, che scaturiscono dal più sanguinoso terrorismo sunnita, legato addirittura al terrore che prova a farsi Stato. L’islam sciita, in evidente difficoltà militare, oggi, paladino del vecchio regime. Mosca accoglie Assad, senza esporsi troppo, barattando magari Damasco con Kiev. E ancora: faide, antiche e recenti contese familiari e di clan, prigionieri politici, metodi dispotici e sanguinari. Un frate francescano, giorni addietro, che definiva, da Aleppo, i ribelli come “terroristi civilizzati”, pronto a collaborare.

Israele che torna sulle alture del Golan, al fine di capitalizzare le divisioni altrui.  E il popolo curdo che non trova pace, perseguitato e osteggiato da (quasi) tutti, abbandonato, bastonato e tradito politicamente e militarmente.
Ecco, proprio dal grembo del popolo curdo nasce lo slogan Donna, Vita, Libertà.

Tel Aviv faro di democrazia?

A me pare che sia quella triade – assai più che uno slogan, in realtà – a condensare le istanze democratiche. In un contesto così tribal-patriarcale e “fallogocentrico”, è proprio dalla minoranza curda che proviene l’unico grido sensato, vero e proprio sale e lievito per un futuro di pace e di democrazia, non solo a quelle latitudini. Discorsi insensati di potere e di dominio, contese per il petrolio e per il nulla attendono di essere sostituiti dalla ragionevolezza del dialogo e del patto fra diversi. Al di là della stessa diatriba “due popoli, due Stati” versus “due popoli, uno Stato”. Occorre ridestare piuttosto lo spirito federale, il foedus con l’altro e con l’altra, con chi è differente: un patto fra gruppi, generazioni, fedi, generi, disarmando le milizie. È la nostra utopia, che attende di concretizzarsi.

Danilo Di Matteo

Psichiatra e psicoterapeuta con la passione per la politica e la filosofia. Si iscrisse alla Fgci pensando che il Pci fosse già socialdemocratico, rimanendo poi sempre eretico e allineato. Collabora con diversi periodici. Ha scritto “L’esilio della parola”. Il tema del silenzio nel pensiero di André Neher (Mimesis 2020), Psicosi, libertà e pensiero (Manni 2021), Quale faro per la sinistra? La sinistra italiana tra XX e XXI secolo (Guida 2022) e la silloge poetica Nescio. Non so (Helicon 2024) È uno degli autori di Poesia e Filosofia. I domini contesi (a cura di Stefano Iori e Rosa Pierno, Gilgamesh 2021) e di Per un nuovo universalismo. L’apporto della religiosità alla cultura laica (a cura di Andrea Billau, Castelvecchi 2023).







+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri