Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
non capisco...forse anch'io sono scemo
MAGARI SONO IO CHE SONO SCEMO.
Comunque non capisco.
- Perché in Ucraina Putin può radere al suolo villaggi, bombardare ovunque e il più delle volte a casaccio, prediligendo obiettivi civili, case, ospedali, scuole?
- Perché può tentare di distruggere un intero sistema infrastrutturale che garantisce la sopravvivenza di decine di milioni di persone?
- Perché si può tollerare l'invasione di una Repubblica indipendente che deve accettare l'amputazione di territori e la sottomissione a diktat imperialisti di uno Stato canaglia?
In buona sostanza molti 'pacifisti' ipocriti o strateghi d'accatto o servi sciocchi ci stanno dicendo che i russi possono bombardare tutto quello che vogliono, massacrare, stuprare, deportare mentre se gli ucraini si difendono, mettono in difficoltà il nemico colpendo obiettivi sul territorio russo, questi ineffabili idioti parlano di escalation.
Se gli ucraini rispondono a 100.000 bombe scagliate sul loro territorio con 10 o 100 che cadono in Russia, allora non va bene. 'Si impedisce la trattativa', 'si tarpano le ali alla diplomazia', si allontana la possibilità di raggiungere la pace. Invocano: "Basta morti! Diamo a Putin quello che vuole. Chessarammai qualche km in più o in meno!".
Eppure è evidente che a quasi tre anni dall’invasione dell’Ucraina, non ci sono alternative.
Se la banda di Putin e i russi non vengono sconfitti e non si ritirano dai territori occupati a partire dal 2014, ipotizzare una qualsiasi forma di trattativa e di ‘pace’ significa solo una cosa: concedere la possibilità al despota di turno di risolvere contenziosi facendo uso della violenza e delle armi; considerare il diritto internazionale carta straccia; ritenere legittimo che il più forte (che poi la Russia effettivamente lo sia, è tutto da dimostrare) detti le regole.
Putin non è un fungo spuntato di notte.
Putin comanda in Russia perché la maggioranza dei russi si riconosce in lui.
Non è sufficiente che l’attuale leadership venga sostituita da un’altra, magari identica o peggiore di quella odierna.
C’è un solo modo perché in quel Paese sciagurato le cose cambino: che i russi prendano talmente tante botte e tante sberle, da indurli a rivedere quali debbano essere le norme che regolano la convivenza civile. In Russia il problema non è Putin: il problema sono la maggioranza dei russi.
La criminale dittatura di Hitler venne sconfitta e annientata.
I tedeschi, che furono in buona parte ‘volonterosi carnefici’, vennero costretti a riflettere sugli abomini commessi.
In Germania è nata dalle ceneri del nazismo una democrazia.
Idem in Giappone, che era un'autocrazia non meno feroce di quella tedesca..
In URSS La dittatura comunista vinse la guerra.
I russi non fecero i conti con il regime che li aveva governati per oltre settant’anni e ancora oggi – in maggioranza relativa, 36% - ritengono Stalin, per primo, e poi Lenin i più grandi uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
In Russia il regime comunista è stato sostituito dal nazional socialismo putiniano.
Perché in Russia cambi qualche cosa è necessaria una catarsi.
Non si può permettere ai russi di cantare vittoria per il crimine contro l’umanità che stanno perpetrando in Ucraina.
I russi debbono perdere la guerra: per il bene del popolo ucraino, per il bene della democrazia. E anche per il bene dei russi stessi.
P.S.: Non capisco e continuo a non capire.
Sono scemo, evidentemente.
Qui mi sono concentrato su Russia e Ucraina, ma non capisco niente anche su Israele, Hamas, Iran, Hezbollah...
Non capisco perché da decenni decine di milioni di islamisti sognino la scomparsa di Israele e degli ebrei nella sostanziale indifferenza della gran parte delle opinioni pubbliche internazionali...
perché si ritenga 'normale' - e le democrazie non si facciano carico - che da decenni piovano su una Repubblica democratica indipendente decine di migliaia di razzi, si compiano attentati e si ammazzino civili a caso, che il 7 ottobre si sia scatenato un pogrom che non ha precedenti...
perché ci si interroghi sulla liceità di difendersi da attacchi che provengono da chi - Iran, Hamas,... - manifesta indiscutibili velleità genocidarie...
Le cose incomprensibili nell'un caso, lo sono anche nell'altro (in realtà si capisce benissimo, uso un artificio retorico).
Trattasi del famoso 'filo rosso'.
(memo coazio)