L'analisi del nuovo articolo di Franco Gabbani si sposta questa volta nel mondo di un associazionismo antesignano, le confraternite, necessarie per togliere dall'isolamento e dal mutismo le popolazioni delle campagne, anche se basate esclusivamente sui pricipi della religione.
E d'altra parte, le confraternite, sia pur "laiche", erano sottoposte alla guida del parroco.Sono state comunque i primi strumenti non solo di carità per i più bisognosi, ma soprattutto le prime esperienze di protezione sociale verso contadini ed operai.
LE VERITA’ NASCOSTE.
Se ha ragione Bettini, nel dire che non si sconfigge Meloni sul tema fascismo/antifascismo, bisogna dire che prima di lui questa affermazione è stata fatta da Matteo Renzi, che da due anni continua a ripetere che questo governo non si batte parlando del passato, per quanto infame, ma mostrando gli errori del presente e gli orrori che, allo stato degli atti, sono prevedibili per il futuro.
Ma in questo Paese, dove tutti si credono un Dio al quale debba essere dato quanto si presuma gli spetti, non si riesce mai a dare a Cesare quel che è di Cesare.
Soprattutto se Cesare si chiama Matteo e quello che dice e fa è bene non si sappia in giro. In modo che, qualche anno dopo essere stato nascosto dietro al “cordone sanitario”, qualcuno possa riciclarlo, come capita puntualmente.
Basti pensare, ma è solo un esempio, a tantissime innovazioni contenute nella riforma costituzionale bocciata dai conservatori di ogni risma nel 2016, che sono state più volte richiamate, senza citarne la fonte ovviamente, da chi vi si oppose strumentalmente danneggiando soprattutto il Paese.
Ricordate la mancanza di coordinamento e la sovrapposizione di competenze tra governo e Regioni durante il Covid? E le facce toste di Conte, Speranza e Zingaretti che, senza citarne la fonte, lamentavano la mancanza di norme che sarebbero tornate utili, ma che avevano fatto bocciare con quel Referendum?
Tutto pur di cancellare Renzi, cioè la possibilità di una alternativa riformista al loro immobilismo cialtrone.
Ora si parla di un emendamento alla legge di bilancio che vieterebbe a membri del governo e parlamentari di ricevere compensi professionali per attività, ovviamente del tutto lecite, svolte in paesi extra Unione Europea.
Già il fatto che nel mondo politico e mediatico questa proposta venga chiamata “anti – Renzi” la dice lunga sia sulla sua natura discriminatoria ad personam , sia sulla carica di odio che si vuole suscitare contro un avversario politico da assimilare, nell’immaginario malato del sottomondo politico, ad una sorta di agente straniero. Roba da Russia e satelliti di Putin.
A proposito di questo non sarebbe più interessante, per la sicurezza del nostro Paese, sapere chi e perché tramava illegalmente per fabbricare prove inesistenti per incriminare falsamente un Presidente del Consiglio in carica? Renzi per l’appunto.
Il solo sospetto che qualcuno spiasse Meloni ha suscitato un terremoto politico – mediatico nelle scorse settimane. Nel caso di Renzi non c’era solo spionaggio contro di lui, ma la volontà dichiarata di uomini dei Servizi di mettere in mezzo il Presidente del Consiglio dei Ministri. Un vero e proprio attentato contro le Istituzioni dello Stato.
E, inoltre, nessuno ha dato risposta ai mille interrogativi su quale destinazione abbiano avuto le centinaia e centinaia di milioni di euro in contanti ritirati dall’Ambasciata Russa a Roma poco prima dell’aggressione all’Ucraina.
Quando si moltiplicarono i menestrelli televisivi di Putin e i suonatori di piffero, anche di partiti in Parlamento, a commento delle tesi criminali del Kremlino.
Altro che soldi per le conferenze all’estero, percepiti in chiaro e con tasse pagate in Italia! Qui si parla di fondi al nero per favorire la politica di un Paese a noi ostile. Un pezzo di quella che si chiama guerra ibrida, combattuta qui da qualcuno contro gli interessi del proprio Paese.