In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
LICENZA DI UCCIDERE?
Complimenti all’onorevole avvocatessa Bongiorno che ha convinto i giudici di Palermo che le ONG che salvano vite in mare, applicando il diritto internazionale, sono equiparabili ai trafficanti di esseri umani e che la Open Arms “stava bighellonando”, come ha sostenuto, per cui, far bollire 147 persone, già stremate, per 20 giorni negando loro un porto sicuro sia stata una grande dimostrazione di responsabilità istituzionale della quale andare fieri.
L’imputato sostiene di avere difeso i confini e c’è da esserne contenti dato che a un paio d’ore di volo da qui c’è un popolo intero che, per difendere davvero i propri confini, è costretto a morire per mano di un amico del nostro difensore che invece, da noi e menomale, spiccia la faccenda da solo.
Ai giuristi il compito di spiegarci, quando leggeremo le motivazioni, la disparità di giudizio dei giudici di Palermo da quelli di Catania, ad esempio, che assolsero Carola Rakete.
Perché, al di là dei differenti capi d’imputazione, tutto ruota attorno al giudizio da dare sull’operato delle ONG e, dunque, se questo sia lecito o se vada combattuto come un crimine da fermare ad ogni costo. Anche umano.
Salvini si dice fiero per avere mantenuto la promessa fatta agli elettori. Solo che la promessa era sbagliata e averla mantenuta in quel modo sarà pure consentito dalla legge, ma resta un’infamia umana e politica.
Perché la politica sulla migrazione di Salvini, Meloni e Tajani è sbagliata, costosa e non fa gli interessi dell’Italia.
E su questo giudizio umano e politico non c’è sentenza che tenga.