none_o

In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.

Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.

Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente. 

Il fu presidente Biden lascia la carica e fa un bel .....
E non c'è da cambiare idea. Dopo aver sostenuto la .....
. . . sul Foglio.
Secondo me hai letto l'intervista .....
L'intervista a Piazza Pulita è di 7 mesi fa, le parole .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
di - Maestra Antonella
none_a
Arabia Saudita
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Dalla pagina di Elena Giordano
none_a
L'onda che dal mare
alla prima sabbia
piano si sgomitola,
mi attrae.
La osservo mentre
si rivolta e si schiuma
formando un'ansa
che mi inghiotte. .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di David Allegranti
La manovra è passata con una camera sola

29/12/2024 - 10:49

La manovra è passata con una camera sola


Il monocameralismo è la regola e l’eccezione sarà ricordarsi che c’è una Camera e c’è un Senato. Ma l’esperienza dimostra che quando si crea una prassi negativa a favore della maggioranza pro tempore non si torna più indietro neanche con un’alternanza di governo

Firenze, 29 dicembre 2024 – La legge di bilancio è stata approvata anche dal Senato, sicché l’esercizio provvisorio è stato evitato (ancora una volta) in extremis.

Il risultato è stato reso possibile da una brutta prassi della maggioranza di governo, invero non inventata dal destra-centro ma sfruttata anche dalla sinistra ai tempi dei suoi esecutivi: il monocameralismo di fatto. La manovra è infatti arrivata venerdì in Commissione bilancio e in ventiquattrore è stata approvata, dopo che il governo ha posto la questione di fiducia. Il Senato dunque si è limitato prendere atto di quello che la Camera ha deciso.
 
Una mera ratifica di decisioni già prese, senza alcuna possibilità di incidere. Era successo anche a fine 2022, ma lì c’era qualche ragione in più, visto che governo e Parlamento erano appena entrati in carica. "Il monocameralismo di fatto si rivela da anni implacabile anche per l’atto più importante oltre che per i decreti», osserva il costituzionalista Stefano Ceccanti: “Veniamo anche nei due giorni passati da due dibattiti fotocopia sulle dichiarazioni del Presidente del Consiglio in vista del Consiglio europeo. Tutto convergerebbe razionalmente a pensare il Parlamento in seduta comune a 600 come la vera e razionale sede parlamentare unica”.
 
Nella maggioranza, ancorché timidamente, lo ha detto persino il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione bilancio, Guido Liris: "Il Governo aveva trasmesso la manovra in tempo utile per un esame approfondito, ma purtroppo dal 2018 ad oggi la legge di Bilancio viene esaminata senza la doppia lettura nelle due Camere. Mi auguro, quindi, che dalla prossima legge di Bilancio sia la Camera sia il Senato possano dare il loro contributo”.
 
È più facile semmai prevedere che anche l’anno prossimo le cose resteranno uguali. Nessuno però oserà metterci le mani, soprattutto dopo il precedente di Matteo Renzi del 2016, quando nel referendum costituzionale vinse il No alla riforma Renzi-Boschi che prevedeva fra le altre cose il superamento del bicameralismo paritario. Dopo quella sconfitta così fragorosa che portò Renzi alle dimissioni da presidente del Consiglio, non ci saranno altri tentativi sulle riforme per chissà quanto tempo. Certo sarebbe meno ipocrita passare dal monocameralismo de facto a quello de jure. Ma non è prerogativa di questo governo, che se proprio deve redistribuire i poteri costituzionali preferisce puntare sul premier e non sulle due camere.
 
"La marginalizzazione del Parlamento con lo spostamento del baricentro a favore del Governo nell’esercizio della funzione legislativa”, ha scritto la costituzionalista Ilenia Massa Pinto, “è un dato unanimemente riconosciuto che, sebbene sia un ritornello che da sempre accompagna la storia repubblicana, negli ultimi tempi ha registrato scostamenti – quantitativi e qualitativi – dal modello costituzionale tali che il loro accumularsi sembra aver infine invertito del tutto il rapporto tra regola ed eccezione”.
 
Il monocameralismo è dunque la regola e l’eccezione sarà ricordarsi, un giorno, che c’è una Camera e c’è un Senato. Ma l’esperienza dimostra che quando si crea una prassi negativa a favore della maggioranza pro tempore non si torna più indietro neanche in seguito a un’alternanza di governo.


+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri