In questo nuovo articolo di Franco Gabbani si cambia completamento lo scenario.
Non avvenimenti storico- sociali, nè vicende di personaggi che hanno segnato il loro tempo.Il protagonista è questa volta è il fiume Serchio, l'attore sempre presente nella storia del territorio, con grandi vantaggi e tremendi disastri.
Ma non manca il tocco di Franco nell'andare ad esaminare grandi lotte politiche e piccoli episodi di vita comune legati al compagno di viaggio nella storia del nostro ambiente.
Che sia un anno di dolci ricordi, quelli che ci sono stati, di pulizia di quelli amari, se ci riusciremo, di amore da dare e amore da ricevere, di condivisione ed elargizione, di forte umanità e di dolce campanilismo, di visioni a colori per la natura e le persone e, più di ogni altra cosa: di PACE!
Torniamo a terra: le opere letterarie e poetiche si ricordano più che altro nelle prime parole, l’incipit, (è latino, cribbio! la nostra lingua e non quel guazzabuglio invadente e stupido di anglicismo), esempio: La nebbia agl’irti colli…, I cipressi che da Bolgheri…, Ei fu siccome immobile…, eccetera, come pure i classici: Nel mezzo del cammin di nostra vita… e anche Cantami o diva del pelide Achille l’ira funesta… ed a questo mi aggancio con i miei ricordi.
«Cantami, o Serchio, dei tuoi figli
l'erculea forza che molti
addusse a potenti spalle e
la gioia poi generose travolse alme d'eroi”.
Molti di questi giovani migliarinesi ci hanno lasciato, ora sono a far la “piramide” altissima e giocare con eteree anime e angeli e bajadere e gheisce e la sabbia non gratta più le poderose spalle e le nuvole son di fine odorosa sabbia generose e son più leggere del loro fiume e il mare è cielo e sono felici perché il loro tempo lo hanno passato in “Bocca di Serchio”.
Aspettatemi e se Pattana è occupato attraverso sul tappeto volante!