Mi torna in mente la poesia del Pascoli che la mia mamma recitava con voce dolce, enigmatica, evocativa, partecipe, ma anche solenne. Mi pare di risentirla.
Per i miei bambini ho sempre celebrato la festa più bella dell'anno dedicata all'infanzia, quella che più di tutte appartiene alla nostra cultura.
Creavo L'ATTESA , lunga, trepidante.
In analisi grammaticale è una locuzione, fra due innamorati è l'amore completo, è una strada che porta da una città ad un’altra, una saldatura in meccanica e collante in falegnameria, ma l’astrofilo poeta scambia la vicinanza fra due corpi celesti, vicinanza per modo di dire dato che si tratta di miliardi di chilometri, con la possibilità che l’uomo possa vedere ad occhio nudo un paio di stelle o pianeti, ovviamente di notte, quindi "congiunzione astrale"!
Ieri sera toccava a due corpi, che la notte se ne vanno girottolando nel firmamento, ad essere al centro dell’attenzione: Luna e Venere. Io il cielo lo guardo ogni sera, dal tramonto a notte fonda, e così ho seguito l’avvicinamento “astrale” fino a che nuvoloni gelosi mi han fatto rientrare facendomi perdere una passatina più ravvicinata dato che la Luna, per tramontare in mare, si sarebbe portata più sotto all’amica del cielo, non del cuore!