Mi torna in mente la poesia del Pascoli che la mia mamma recitava con voce dolce, enigmatica, evocativa, partecipe, ma anche solenne. Mi pare di risentirla.
Per i miei bambini ho sempre celebrato la festa più bella dell'anno dedicata all'infanzia, quella che più di tutte appartiene alla nostra cultura.
Creavo L'ATTESA , lunga, trepidante.
“La befana vien di notte
colle scarpe tutte rotte
e l’ha rotte in cima e in fondo
la Befana gira il mondo!”
Noi bambini cambiavamo l’ultimo verso con “la Befana ha il culo tondo”.
Lei non si arrabbiava e i dolcetti ce li portava lo stesso con l’aggiunta di un pezzo di carbone a chi era stato “cattivo” … ed era carbone vero, combustibile, non di zucchero scuro, commestibile, come vendono ora per legarsi alle vecchie usanze… ce ne vorrebbe troppa di legna da ardere vedendo le birichinate che oggigiorno vengon combinate!
Anche la Natura ha bisogno di regali, non di carbone ma almeno di calore, e se quello arriverà dal cielo, a questo inquilino di casa mia con l’amico in trasferta, ci penso io a tramutarmi in befano (non ci vuole molto) e dare regali graditi.
Ricordatevi: a casa mia è sempre il 6 gennaio!