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Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.

dall’interno del comune? Sono parziali e di comodo. .....
I terreni sono privati, così come il progetto. Il .....
del comune, quindi questa amministrazione non si è .....
Il forummista che si firma "informazione" e bat 21 .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Non appena ci salutano le feste del Natale
lasciando una scia di pandori e dolciumi,
panettoni e e frutta secca a fiumi
Ecco affacciarsi ovunque
zeppole, .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
Di Valerio Nicolosi
MILLE GIORNI DALL'INIZIO DELLA GUERRA IN UCRAINA

31/1/2025 - 13:20

Oltre ad aver dimenticato totalmente l'orrore del 7 ottobre, sono in tanti, decisamente troppi coloro che hanno dimenticato e non ne parlano per niente, di un paese aggredito e distrutto, colpito ormai da tre anni di guerra, che non interessa nessuno:

 

MILLE GIORNI DALL'INIZIO DELLA GUERRA IN UCRAINA

 

L’autostrada tra Lviv e Kharkiv è una lunga lingua d’asfalto in mezzo alla steppa dell’Est Europa. I nazisti hanno percorso queste strade nel 1941, avanzando in mezzo a questa campagna sterminata e le poche casa raggruppate di tanto in tanto. Solo a Stalingrado si fermarono per il lungo assedio e la contro avanzata dell’Armata Rossa che arrivò fino a Berlino...Prima di loro ci aveva provato Napoleone nel 1812, anche in quel caso fu un totale disastro che portò all’inizio della parabola discendente del generale e imperatore francese. Oggi invece quelle strade sono percorse dalle truppe ucraine in continuo movimento tra fronte e retrovia. I volti dei militari sono scavati dal freddo e dalla guerra, l’espressione seria e triste raramente lascia spazio a sorrisi.

A Kyiv le sirene continuano a suonare notte e giorno, missili e droni sono arrivati sulla capitale anche la notte di Natale, mentre a Piazza Maidan ci sono migliaia di bandierine giallo-blu e le foto ricordano i soldati morti in questa guerra. “Io facevo il falegname, lavoravo il legno per fare dei prodotti artistici e di arredamento, invece da due anni combatto in un territorio che non avevo mai visto prima in vita mia e che si trova a più di 1000 chilometri da casa mia”. Igor, usiamo un nome di fantasia, è un soldato di 50 anni di Leopoli la città all’estremo Ovest dell’Ucraina che in questi quasi tre anni di guerra è stata la porta d’ingresso per chi tornava per combattere e per chi invece fuggiva verso la Polonia. Lui è uno degli arruolati per forza. La legge marziale ha sospeso la costituzione e l’alternativa era l’arresto, così Igor ha marciato per giorni e notti lungo il fronte, ha fatto agguati ed è sfuggito a quelli del nemico.Igor deve marciare per chilometri di notte temendo imboscate ma il suo pensiero è tornare a casa dalla sua famiglia, e riprendere la vita di prima. In tutto questo ci sono molti interrogativi dell’Ucraina di oggi, divisa tra chi vuole tornare alla vita di prima, e quelli che invece non vogliono cedere neanche un centimetro a Putin.

“Non dobbiamo fermarci, dobbiamo continuare perché dopo l’Ucraina ci saranno la Moldavia, la Polonia, i Paesi baltici, quella scandinavi e così via” ci dice Jukka, un finlandese che si è arruolato volontario pochi mesi dopo l’inizio della guerra.

Lui è uno di quelli che sta scavando le nuove trincee a Est di Izjum, dove pensano che i russi possano tornare e occupare nuovamente i territori. Il fiume Dnipro è un obiettivo verso il quale puntano, un confine naturale, una linea di demarcazione che porterebbe alcuni milioni di ucraini e ucraine sotto il controllo dei russi.“Io ho passato i peggiori mesi della mia vita sotto l’occupazione russa, avevo paura anche di uscire di casa per comprare il pane o le medicine” racconta una donna anziana che incontriamo a Babenkove, un piccolissimo villaggio dove in una ONG italiana sostiene un ambulatorio medico che in questi anni è diventato un riferimento per la popolazione. “Quello che hanno fatto ci ha segnato per sempre” racconta con difficoltà.

Questa è una delle città più colpite dall’occupazione: gli edifici sono distrutti e le mine sono ovunque, anche nel bosco adiacente alla città dove sono state trovate le fosse comuni scavate dai russi.Qui oltre 400 corpi sono stati trovati e portati a mano fino al cimitero dagli amici.

Di corpi ce ne sono altre centinaia ma nessuno può recuperarli perché il terreno è stato minato: uno sfregio non solo ai morti che si trovano sotto quella terra, ma anche ai vivi che non hanno una tomba sulla quale piangerli 

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