Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
Una conferenza del professor Finelli a Vecchiano martedì 11 febbraio per celebrare il Giorno del Ricordo
Vecchiano, 8 febbraio 2025 - Martedì 11 febbraio il Comune di Vecchiano commemora il Giorno del Ricordo.
L'evento si svolgerà alle 18 in Sala Consiliare , e vedrà i saluti istituzionali del Sindaco Massimiliano Angori, dell'assessore alle Cultura Lorenzo Del Zoppo e della Presidente Anpi Vecchiano Renata Ridondelli.
Al centro dell'iniziativa la conferenza con l'intervento del professor Pietro Finelli, Direttore scientifico della Domus Mazziniana, dal titolo 'Dall' oblio al ricordo. Storia di un confine difficile".
“Le proporzioni esatte della tragedia, ancora oggi, non hanno confini certi ma si stima che, nel periodo tra il 1943 e il 1947, gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case siano stati almeno 250mila con circa 20mila vittime. Diverse migliaia tra queste, tra le 4mila e le 6mila, hanno perso la vita all’interno delle foibe: profonde cavità naturali tipiche delle aree carsiche, dove venivano abbandonati i corpi dei giustiziati. Alcune delle più tristemente famose sono quelle di Vines, in Istria, nelle quali vennero recuperati, nel 1943, 84 corpi, e il pozzo di Basovizza, nei pressi di Trieste - afferma il Sindaco Massimiliano Angori - secondo le ricostruzioni, i condannati venivano legati l'uno all'altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi e disposti lungo gli argini delle foibe.
A quel punto, i membri delle milizie titine erano soliti sparare solo ad alcuni di loro, che una volta colpiti cadevano nelle grotte portandosi dietro l'intera fila. In molti sono morti tra crudeli sofferenze, dopo giorni ammassati sui cadaveri degli altri condannati. La violenza patita dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati rappresenta un altro capitolo della nostra storia, che seguì l’occupazione nazifascista, facendo sì che per questi popoli si perpetrasse una scia di eventi tragici per lunghi e cupi anni del secolo scorso.
Il Giorno del Ricordo vuole commemorare ‘la tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale’ come recita la legge istitutiva; dunque, si tratta di una giornata di riflessione per ricordare le vittime innocenti e celebrare il Trattato di pace di Parigi firmato proprio il 10 febbraio 1947".
"Dobbiamo, quindi, ricordare la tragedia delle foibe e studiare quegli eventi a partire dalla loro collocazione storica, ma anche geografica, come faremo insieme al Professor Finelli: il nazionalismo della prima guerra mondiale, le violenze fasciste e naziste sulla popolazione slovena, il secondo conflitto mondiale con il tragico e criminale epilogo delle le foibe, e il successivo evolversi della guerra fredda in quei luoghi. Allora come oggi, in un periodo caratterizzato da conflitti che si agitano intorno a noi, con le loro drammatiche conseguenze per le persone che li subiscono, come istituzioni dobbiamo rigettare con forza tutti i nazionalismi che sono sempre causa di violenze e di promuovere incessantemente ogni forma di cooperazione tra Stati e tra popoli con il fine di superare le ostilità e di perseguire la pacifica convivenza, in una ottica di costruzione di pace e democrazia che nasce anche dalle nostre azioni quotidiane” aggiunge l'assessore alla Cultura, Lorenzo Del Zoppo.
Appuntamento dunque per martedì 11 febbraio alle 18 nella Sala Consiliare del Comune di Vecchiano.