Con questo articolo termina la seconda serie di interventi di Franco Gabbani, attraverso i quali sono state esaminate e rivitalizzate storie e vicende del nostro territorio lungo tutto il secolo del 1800, spaziando tra fine '700 e inizi del '900 su accadimenti storici e vite di personaggi, che hanno inciso fortemente oppure sono state semplici testimonianze del vivere civile di quei tempi.
Poiché noi donne della redazione siamo molto curiose di tutte le attività del femminile, finalmente abbiamo trovato e intervistato una apicultrice. Ecco le domande che le abbiamo posto e le sue risposte.
1. Come ti chiami?
Mi chiamo Giada Verani e abito a Montescudaio, un piccolo paesino della provincia di Pisa
2. Come sei arrivata ad appassionarti alle api?
Diciamo che tutto è iniziato quasi per gioco. Ho sempre nutrito una grande passione per l'agricoltura, la campagna e il nostro splendido territorio. I miei nonni paterni erano contadini di vecchio stampo e da loro ho appreso il valore del rispetto per la natura e la gioia di produrre cibi sani e genuini. Ho studiato presso l'istituto agrario e successivamente all'università ho scelto il percorso in scienze e tecnologie delle produzioni animali a Pisa. Verso la fine della mia laurea triennale ho scoperto che nella mia zona si teneva un corso di apicoltura. Incuriosita da questo aspetto dell'agricoltura che non conoscevo e avendo un pò di tempo libero a disposizione, mi sono iscritta. Da quel momento ho iniziato a mettere le prime arnie e a esplorare il mondo di questi straordinari insetti.
3. In che zona tieni le arnie?
La maggior parte delle mie arnie (per arnie si intende le casine delle api) è situata nel comune del mio paese, distribuite in diverse zone. Siamo fortunati ad avere un territorio variegato, ricco di boschi, aree agricole non intensive, incolti e la zona fluviale del fiume Cecina. Questo offre alle api fioriture costanti durante la primavera e l'estate. Ho anche altre arnie nei comuni di Montecatini Val di Cecina, Pomarance e Castelnuovo Val di Cecina. Avere diverse postazioni dislocate sul territorio ci consente di produrre mieli con caratteristiche organolettiche diverse
4. Sono fisse o sono mobili?
Le arnie sono fisse, se possibile cerco di spostarle il meno possibile perché per le api lo spostamento è motivo di stress.
5. In questa attività sei l’unica donna? lavori da sola o con altre persone? uomini o donne?
Sono supportata dalla mia famiglia (soprattutto mio babbo) nei momenti di maggiore lavoro in campo.
6. Dove hai il laboratorio del miele?
A Montescudaio, nei pressi del centro storico.
7. Vendi il miele direttamente oppure lo distribuisci ai negozi?
Vendo i miei prodotti “Le Chicche di Giada” soprattutto direttamente, sia al mio punto vendita aziendale che a mercatini locali nel periodo estivo. Inoltre collaboro con piccole botteghe alimentari della mia zona.
8. Questa attività secondo te è gestita in egual modo dalle donne e dagli uomini?
Da quando ho iniziato oltre dieci anni fa, ho notato che il mondo dell'apicoltura sta cambiando gradualmente, con molte donne che si avvicinano a questo settore. Conosco diverse apicoltrici come me ed è bello avere uno scambio di idee e di pareri sul lavoro con altre donne perché siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Questo mestiere ha storicamente avuto una connotazione maschile, soprattutto perché ci sono momenti dell'anno in cui la fatica fisica si fa sentire in modo significativo, come quando raccogliamo il miele dagli alveari. Un melario pieno di miele può arrivare a pesare anche 25 kg, e il lavoro di carico e scarico è piuttosto impegnativo.
9. L’osservare la vita dell’alveare come donna ti ha portato a qualche riflessione?
L'alveare è quasi esclusivamente femminile. L'ape regina è una femmina, così come le api operaie (tutte le api che osserviamo sui fiori sono femmine). I maschi, noti come fuchi, svolgono ruoli marginali all'interno dell'alveare e non sono in grado di nutrirsi autonomamente, poiché necessitano delle cure delle altre api. Tuttavia, sono essenziali per la riproduzione della specie. Le api ci dimostrano che il femminile neppure tra gli animali é il sesso debole, considerando che la loro gerarchia, basata sul lavoro femminile, è in grado di prosperare da migliaia di anni. Rappresentano un bellissimo esempio di collaborazione femminile di comunità in cui ogni membro ha un ruolo specifico e vitale. Le api operaie lavorano instancabilmente per costruire e mantenere vivo l'alveare, raccogliere nettare e polline, e prendersi cura delle larve. Questa struttura sociale complessa e ben organizzata dimostra come la cooperazione e la condivisione delle responsabilità possano portare a un successo collettivo.In un mondo in cui l'importanza dell'uguaglianza di genere è sempre più riconosciuta, l'alveare ci offre un modello ispiratore di leadership e forza femminile, in cui il contributo di ciascuna è essenziale per il successo del gruppo.L’organismo di base è l’alveare e ogni ape una cellula necessaria alla sua sopravvivenza: una sola ape non riuscirebbe mai a sopravvivere da sola.
10. Hai scritto qualche libro? qualche pubblicazione?
No, ma mi piacerebbe scrivere un libro
11. Fai parte di qualche gruppo, consorzio o associazione?
Sono socia della Toscanamiele, associazione regionale del settore apistico (ma non partecipo attivamente)
12. Questa attività per te è solo lavoro o anche altro?
Non è solo un lavoro, per me è innanzitutto una passione e una continua opportunità di mettermi alla prova, di provare nuovi esperimenti, creare nuovi prodotti e intraprendere nuove avventure con le api e non solo. 13.
Uno spazio importante, al secondo posto dopo la famiglia e gli affetti cari.
14. Ricevi visite di scuole durante le quali hai modo di spiegare la vita delle api?
È capitato talvolta che andassi io nelle scuole dell'infanzia o primarie a spiegare la vita delle api. Non ricevo visite direttamente agli alveari per motivi di sicurezza.
15. Che prodotti puoi ricavare dal lavoro delle api? raccogli cera, propoli, pappa reale ecc..?
Dall'attività delle api si possono ottenere materie prime per una sorprendente varietà di prodotti. In primo luogo, il miele, un ingrediente fondamentale in molte ricette e rinomato per le sue proprietà benefiche; poi ci sono il polline e la pappa reale, che fungono da integratori alimentari naturali. Non dimentichiamo la propoli, nota per le sue straordinarie proprietà antibatteriche, antifungine e antivirali, e la cera d'api, utilizzata per creare splendide candele e cosmetici. Meno conosciuto, ma più difficile da estrarre, è il veleno d'api, impiegato soprattutto nel settore cosmetico, e in alcune pratiche di apipuntura (simile all'agopuntura) e nell’omeopatia. Personalmente, non riesco a gestire tutto, quindi mi concentro sulla raccolta dei principali prodotti: miele, polline, propoli e cera d'api.
16. Consiglieresti questa attività ad altre donne o è troppo faticosa?
È certo che si tratta di un'attività impegnativa, soprattutto nel periodo primaverile/estivo. Non si tratta di un lavoro per tutte e tutti; si può intraprendere solo se si possiede una vera passione per la natura e l'ambiente, oltre alla determinazione di interagire con questi insetti, che sono tanto affascinanti quanto pericolosi. Non tutti, sia uomini che donne, hanno il coraggio di avvicinarsi a loro, anche quando si indossano tutte le protezioni, come tuta e guanti.
17. Come contribuisce la tua attività alla salvaguardia dell'ambiente e delle api?
Avere api che vivono nel territorio è essenziale per gran parte dell’agricoltura. Stiamo assistendo a una diminuzione delle api "selvatiche", il che rende sempre più necessaria la presenza di chi alleva le api per l'impollinazione delle piante. Mi riempie di gioia quando le persone che conosco mi dicono: “oggi le tue api erano sul mio albicocco”; se quella famiglia avrà albicocche, mi sentirò partecipe di quella prosperità. È importante anche considerare l'impollinazione delle specie selvatiche. Le api sono un chiaro indicatore della salute ambientale; purtroppo, ho notato personalmente che le api vicino ai vigneti sono più soggette a morte e denutrizione rispetto ad altre aree con minore utilizzo di prodotti fitosanitari.
18. Hai introdotto tecniche innovative o sostenibili nel tuo lavoro con le api?
Il mio lavoro con le api non è molto invasivo, cerco di tenerle in modo più naturale possibile.
19. Come cambiano le tue attività durante le diverse stagioni?
La primavera e l'estate rappresentano per me i periodi di maggiore impegno. Le api sono particolarmente attive, dobbiamo concentrarci sia sul contenimento della sciamatura, della moltiplicazione delle famiglie e della produzione e estrazione del miele. Una volta concluso con le api, ci dedichiamo alla raccolta delle olive e, in un attimo, ci troviamo già nel periodo prenatalizio. In questa fase, mi diverto a creare confezioni regalo con i miei prodotti e prodotti di altre aziende artigianali locali.
20. Sei coinvolta in iniziative locali legate all'apicoltura o all'educazione ambientale?
No, a parte il fatto che non avrei tempo da dedicargli, ma qui nelle mie zone non ci sono grandi iniziative legate all'apicoltura. È un territorio più vocato alla produzione del vino e del turismo enogastronomico e marittimo.
21. Qual è stata la sfida più grande che hai affrontato come donna apicultrice?
Metter su famiglia è stata la sfida più difficile. Ho una bambina di due anni e l'anno della gravidanza e il periodo post parto sono stati periodi momenti piuttosto complicati con il lavoro. Fortunatamente ho delle nonne super speciali che mi hanno consentito di tornare a lavorare il prima possibile. Purtroppo come imprenditrice individuale non è possibile per me mollare tutto per un periodo di tempo prolungato, soprattutto in determinati periodi dell'anno. Adesso riesco a trovare un equilibrio tra la vita familiare e il lavoro, grazie al supporto della famiglia.Riconosco tutte le difficoltà di chi, come me, è voluta diventare mamma in uno Stato che purtroppo non riconosce diritti o aiuti alle neo mamme imprenditrici. Non ci possiamo permettere maternità prolungate o anni sabbatici, ma con un buon supporto che ci copre le spalle riusciamo con pazienza a gestire tutto.
22. Come integri creatività o intuizione nel tuo lavoro quotidiano?
La creatività è fondamentale, anche se non sembra. Purtroppo o per fortuna viviamo in un mondo basato su internet e social netwok, dove siamo continuamente bombardati da nuovi prodotti e nuove idee. Per poter avere un po' di visibilità è di fondamentale importanza stare al passo coi tempi, proponendo nel tempo anche nuovi prodotti. Quest'anno per esempio sto lavorando alla realizzazione di uno spazio all'interno del mio laboratorio per la produzione di confetture e sottoli con i prodotti del nostro orto.
23. Ci sono pratiche antiche o tradizionali legate all’apicoltura che segui o che hai adattato al tuo metodo di lavoro?
Direi di no, l'apicoltura “classica” più o meno si pratica allo stesso modo. Esistono altri metodi di allevamento delle api, in arnie con forme diverse dove le api vengono allevate in modo più “naturale”, ma non sono economicamente convenienti in fatto di produzione di miele.
24. Se potessi lasciare un messaggio alle giovani donne che stanno considerando questa strada, quale sarebbe?
L'apicoltura, come molti mestieri, è un'attività che richiede impegno e dedizione. Non dobbiamo lasciarci abbattere dalle sfide, che purtroppo stanno diventando sempre più comuni, sia a causa dei cambiamenti climatici che sconvolgono l’orologio biologico di fiori e api, sia per l'introduzione di insetti alieni che minacciano la loro esistenza.
È un lavoro che ci insegna la pazienza e l'importanza di un equilibrio delicato, un'armonia che deve essere preservata per il bene delle generazioni future. Tuttavia, la gioia di estrarre quel prezioso oro liquido, assaggiarlo e poter dire "questo l'hanno prodotto le mie api!" è ineguagliabile.
È un vero e proprio assaggio del nostro territorio, un cucchiaino che racchiude i sapori e i profumi delle diverse specie botaniche fiorite in quel momento. Una soddisfazione impagabile.
Giada puoi inserire il tuo link o altri punti dove possiamo avere informazioni sulle api?
Nel periodo di maggiore lavoro pubblico storie/post sulle api sulle mie pagine social:“Le Chicche di Giada” sia facebook che instagram.
Ho anche un sito internet e-commerce sul quale mi appoggio per la vendita a distanza: lechicchedigiada.com
Per quanto riguarda informazioni solo sulle api su internet si trova di tutto, ma esistono anche tanti libri (vedo da internet ma sinceramente non ne ho mai letti perchè ho solo studiato su libri di apicoltura).
Molto famoso tra questi è “Il ronzio delle api” di Tautz.
Consiglio però per chi non lo avesse letto il romanzo “La custode del miele e delle api” di Cristina Caboni. È un romanzo dove si racconta la storia di una ragazza apicoltrice sarda. La sua vita privata è molto complessa, ma le api rappresentano il suo porto sicuro.
Hai da suggerire dei libri che hai letti e ti sono stati di aiuto per il tuo corso formativo?
Sono molto validi libri sull'apicoltura come - “apicoltura tecnica e pratica, autore Pistoia” (adatto anche ai principianti e a chi per primo si avvicina a questo settore)- “le api - biologia allevamento, prodotti, autore Contessi” validissimo ma più complesso e specifico del primo. Più adatto per chi già ha una infarinatura sul mondo delle api e dell'apicoltura.
Giada Verani, Email: lechicchedigiada@gmail.com – cell. 3381844628
La Redazione di Spazio Donna ringrazia Giada per il tempo che ha dedicato a tutte le lettrici e i lettori di questa rubrica.