Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
LA GUERRA DI TRUMP CONTRO L’EUROPA.
Due fatti sono evidenti. Da un lato la strategia di Putin, che vuole ricostruire la “fascia di rispetto” della Russia che era formata dai Paesi che, tra l’89 e il ’92 scorsi, si liberarono dell’asservimento all’Urss.Dall’altro Trump, che vorrebbe fare l’America di nuovo grande, ma non si capisce cosa questo significhi dato che gli Usa sono già la prima potenza economica e militare del mondo e fino ad oggi hanno potuto contare su un sistema di alleanze internazionali che, pur facendo i conti da immobiliarista, tra dare e avere gli ha consentito di mantenere ben saldo questo primato.
Nell’uno e nell’altro personaggio giocano molto gli elementi culturali e caratteriali.Sostanzialmente due frustrazioni . Per Putin la rivincita della grande patria sovietica perduta, un motivo molto presente nel putinismo criptico occidentale mascherato da pacifismo.Per Trump il mancato riconoscimento dalla sua personalità superiore, sovrastante ogni altra al mondo.In entrambi i personaggi questi elementi sono alla base di una concezione predatoria del mondo, una riserva di caccia per l’arricchimento personale e la mercificazione dei rapporti umani.In entrambi si riconosce una fortissima avversione per le regole della democrazia liberale, che il dittatore russo ha abolito ricorrendo anche all’assassinio dei suoi avversari e delle quali Trump vorrebbe sbarazzarsi secondo una concezione della democrazia che sta facendo strada a destra, per la quale chi vince le elezioni non governa le istituzioni di tutti, ma conquista tutto il potere che occupa in ogni ganglio della società e che farà di tutto per mantenere. Anche cambiando leggi e Costituzioni.
Su questo terreno comune Trump e Putin si sono incontrati ed hanno individuato un comune nemico, l’Europa.Che Putin ha cominciato a minacciare dai primi anni del 2000, contravvenendo a tutti i precedenti accordi.Compresi quelli per un possibile ingresso nell’UE perché, disse, la grande Russia non poteva sottostare a regole comuni, cioè non stabilite esclusivamente da lei.
Per Trump l’Europa non è solo un costo, peraltro ampiamente recuperato, ma è un cattivo esempio di società aperta e di esercizio dei diritti civili che contraddice le sue strampalate teorie economiche, dato che l’aggregato dei 27 paesi dell’UE ne fa la terza potenza mondiale.Così, dopo Putin, anche Trump ha dichiarato guerra all’Europa. Putin la combatte in Ucraina, Trump la combatte cercando di destabilizzare l’alleanza con i Paesi europei e i loro governi indocili.Un colpo duro, non c’è che dire, al quale l’Europa deve reagire unendosi di più e facendo valere una sua nuova sovranità, economica e di difesa comune. Ma in che modo? Certo occorrerà esercitare realismo e diplomazia, ma di livello politico alto, che è il contrario del piccolo cabotaggio di chi pensa di farsi concavo e convesso per rabbonire Trump, per convincerlo a contenere le sue pretese e quelle espansionistiche di Putin sull’Europa.
Perché per Trump l’Europa ora deve pagare per la sua prosperità realizzata “spillando soldi agli Usa”.E la novità, secondo Trump e l’internazionale nera che vorrebbe coagulare, sta nella forma del pagamento: non solo soldi, ma sovranità e libertà.Anche questa è una forma di guerra ed è inutile piangere troppo sul tradimento inaspettato. Una guerra che, come l’aggressione di Putin all’Ucraina, l’Europa non ha provocato e che non può evitare, ma solo imparare a combattere coi mezzi della democrazia e dell’unitàTrump si dovrà convincere che non può fare nulla senza o contro l’Europa. Neanche un negoziato con la Cina. Ma serve un’Europa come quella prospettata da Draghi.
Una Europa che condanni nettamente Putin e lo zimbello di pace che immagina Trump. Quel disegno sciagurato porterebbe la diffusione di regimi illiberali e altre guerre guerreggiate nel cuore d’Europa.Le sponde dell’Atlantico si sono allontanate e Meloni che si illudeva di essere un ponte non ha più i pilastri adatti a quella sua strategia internazionale. Su questo va stanata: o in piedi con dignità europea, o inginocchiata ai di la dell’oceano. Lo dica chiaramente agli italiani.
Ma anche le forze democratiche e progressiste devono scegliere la strada dell’unità per fare dell’Italia un soggetto centrale di una nuova Europa più forte e sicura. Ma in questa strategia non può esserci posto per una alleanza col M5S, almeno fintanto che Conte sarà il megafono della strategia illiberale e anti europea di Putin e Trump.
Nessun democratico e liberale si fiderebbe di uno schieramento con dentro uno così.