none_o


Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.

RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.

UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..

dispiace un po' per i vari Andrea, Tommaso, Giovanni .....
Resta da capire se con scappellamento a dx o sx. O .....
sono borborismi -ndr: borborigmi- mantrici, piu chiaro .....
Elena Schlein:
“Bisogna abbracciare prospetti dinamici .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
Incontrati per caso...
di Valdo Mori
none_a
da Jessy Taylor
none_a
da Film & Motivazione
none_a
Cara mamma amica zia donna
sorella compagna nonna
che non porti d'abitudine
il tacco a spillo
ma guardi a fronte alta
il mondo con dignità. . . .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Mario Lavia
Si vis pacem, para Elly - La realtà smonta la linea antieuropea, antiucraina e antisocialista di Schlein

7/3/2025 - 8:52

Si vis pacem, para Elly - La realtà smonta la linea antieuropea, antiucraina e antisocialista di Schlein

Il Piano di difesa presentato da von der Leyen ha avuto l’approvazione di tutti i leader dell’Ue, e la segretaria del dem, ancora una volta, è fuori sincrono rispetto ai partiti socialisti e democratici, i quali anzi pretendono sforzi ulteriori per difendere il continent

È una fortuna per il Partito democratico che il Piano per il riarmo europeo non si debba votare in aula a Bruxelles: come avrebbe fatto a dire sì a un progetto che, per quanto migliorato, Elly Schlein non condivide mentre tutti gli altri socialisti sì? Oppure ciò che fino a due giorni fa era sbagliato è improvvisamente diventato accettabile? La verità è che la segretaria ha perso questa battaglia. La sua opposizione al Piano prospettato da Ursula von der Leyen non ha fatto proseliti. Nella «giornata spartiacque» (von der Leyen dixit) del Consiglio europeo straordinario nel quale i capi di Stato e di governo hanno dovuto lasciare i telefonini fuori per evitare fughe di notizie, l’Europa si è alzata in piedi. E non a caso lo ha fatto alla presenza di Volodymyr Zelensky: è anche per l’Ucraina che l’Europa si muove. Con il consenso della famiglia socialista.

Tutta la vicenda va considerata in divenire ma il senso sta tutto nella convergenza politica delle grandi famiglie democratiche sul Piano che dovrà portare alla famosa difesa comune iniziando dalla implementazione delle spese militari sul piano nazionale. E la famiglia socialista, come si era capito da giorni, c’è.

Solo Elly Schlein aveva subito reagito duramente contro il Piano: «Quella presentata oggi da von der Leyen non è la strada che serve all’Europa. All’Unione europea serve la difesa comune, non il riarmo nazionale. Sono due cose molto diverse». In realtà era chiaro dall’inizio che ogni Paese deciderà da sé cosa fare e come farlo.

Il punto vero è che l’Europa dice ai vari Paesi che bisogna agire. Dentro un quadro comune, s’intende. La segretaria del Partito democratico che la settimana scorsa aveva parlato di non voler stare «con un’Europa che fa la guerra» aveva anche annunciato che ieri avrebbe provato a convincere i socialisti, nell’abituale riunione che prevede il Consiglio europeo, a fare la faccia feroce: ma non c’è riuscita. Dicono che solo il rappresentante dei socialisti maltesi le sia andato dietro. Figuriamoci se gente come Olaf Scholz o Pedro Sánchez, da lei idolatrato, potevano anche solo sollevare un sopracciglio sul Piano.

Infatti – si legge nel comunicato finale della riunione del Pse – «è imperativo accelerare la cooperazione e aumentare la nostra autonomia nel campo della difesa e prendere insieme iniziative comuni europee in materia di difesa». Di più: la capogruppo di S&D Iratxe Garcia Pérez non solo ha confermato il sostegno al Piano Rearm Europe ma ha detto che «serve di più» nel senso che «dobbiamo continuare a lavorare per definire e costruire una politica europea comune di sicurezza e difesa».

Sulla questione di non utilizzare i fondi di coesione, punto che sta molto a cuore al Partito democratico, non ci sono stati problemi particolari: il vertice del partito se la vende come una vittoria ma persino Raffaele Fitto si era detto d’accordo.
La linea di Bruxelles è stata salutata con grande favore dagli esponenti del Partito democratico più vicini alla linea espressa, in evidente contrapposizione alla segretaria, da Pina Picierno e da Paolo Gentiloni, il quale ha detto: «Il Piano va nella direzione giusta, poi si vedranno le correzioni». Quindi ecco Lia Quartapelle («Per chi è europeista c’è stata per anni la frustrazione della debolezza dell’Ue in politica estera e di difesa rispetto al suo peso economico e commerciale. Oggi, finalmente, il piano von der Leyen è un passo avanti sulla strada giusta. Debito comune per investimenti comuni»), Marianna Madia («Per i socialisti e democratici europei, il piano della Ue per la difesa comune è un primo passo avanti che ne richiede molti altri. Di fronte a una crisi si risponde con il coraggio»), Giorgio Gori («Un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini»), Filippo Sensi («Se la priorità è quella della resistenza della Ucraina e della difesa della democrazia e della libertà europea, l’Unione sta facendo un primo, storico, importante passo avanti. Va sostenuto, migliorato, reso ancora più solido e veloce»). Soddisfatto anche l’ex ministro della Difesa Lorenzo Guerini che aveva anticipato il sì dei socialisti con correzioni sull’utilizzo dei fondi di coesione e il rafforzamento degli strumenti per la cooperazione e che ritiene che «l’incremento delle spese per la difesa, europea e nazionale, sia ineludibile».

Adesso la questione che si pone al gruppo dirigente – soprattutto alla sinistra dem che aveva considerato il Piano una follia – e alla stessa leader del Partito democratico spiegare se il durissimo no al Piano di riarmo rimarrà tale. O se per capirci si andrà lo stesso in piazza a Roma sabato 15 marzo sulla linea, come ha scritto ieri Michele Serra, che con il Piano «si buttano un bel po’ di quattrini (pubblici) nel pozzo infernale del riarmo generalizzato» e magari passare per un salutino alla manifestazione antieuropea del 5 aprile di Giuseppe Conte.

La forte impressione, alla fine, è che la linea anti-europeista di Elly Schlein stia uscendo piuttosto ammaccata. Il che per gli europeisti veri non è una brutta notizia.





+  INSERISCI IL TUO COMMENTO
Nome:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
EMail:

Minimo 0 - Massimo 50 caratteri
Titolo:

Minimo 3 - Massimo 50 caratteri
Testo:

Minimo 5 - Massimo 10000 caratteri

8/3/2025 - 8:17

AUTORE:
Massimo

E io che pensavo che l'Italia, come pure altre nazioni europee, si fosse risollevata grazie al piano Marshall di aiuti economici.
Ecco perché il mi nonno, diceva mi pa', smoccolava sempre quando tornava dal campo. Invece della falce, gli amici di Pensiero Prismatico, gli avevano dato un fucile con la baionetta innestata per farlo. Tagliava l'erba e, all'occorrenza, sparava anche a qualche piccione di passaggio. La sera poi si metteva di guardia sulla porta. Fossero arrivati i Cosacchi, a far abbeverare i loro cavalli alla fonte, sarebbe stato pronto alla difesa. È grazie a questo aiuto che poi è riuscito a farsi una casetta e a far studiare, chi ne ha avuto voglia, i figli/e. Libro e moschetto, Primastico perfetto.
Ma pensa te...

7/3/2025 - 19:14

AUTORE:
Piero C.

Caro Giorgio Gori le differenze si possono appianare così : lo Stato trova ( ? ) 5 miliardi l'anno per le armi, in cambio lei e quelli come lei, che avete uno stipendio molto molto alto ( dai 200 mila euro in su ), vi accollate le spese mediche, 4/5 persone a testa, di chi non ce la fa a curarsi a causa delle liste di attesa infinite o dell'impossibilità di accedere a strutture sanitarie di qualità. A voi le armi, a noi la salute. Un caro saluto a casa.