Un esperienza di crescita di gruppo famiglia grazie a due meravigliosi cucciolotti.
RAFEE, figlia di una galga spagnola abbandonata incinta, salvata da un associazione .Tutti i cuccioli sono stati adottati.
UGO meticcio di una cucciolata abbandonata. Saputo successivamente che insieme ai fratellini è stato protagonista di un servizio TV sui cani abbandonati..
La nostra voce per un mondo senza conflitti
L'eco delle notizie sui telegiornali è diventato un sottofondo costante della mia vita quotidiana. Le parole "terza guerra mondiale”, portano con sé un'ansia. Da donna, sento il peso di questi avvertimenti in modo profondamente diverso. Non si tratta solo di statistiche o di analisi geopolitiche; ci sono vite in ballo, storie di famiglie, sogni infranti. Guardandomi attorno, vedo amiche e vicini molto preoccupati.
Le generazioni passate hanno già vissuto questo incubo, ricordi di conflitti e distruzioni ancora stampati nel loro cuore. È difficile non provare dispiacere quando mi rendo conto che i potenti del mondo, quegli uomini avidi, sembrano essere incapaci di apprendere dalle cicatrici del passato. Perché il destino di milioni di esseri umani è relegato nelle mani di chi brama potere e controllo, ignorando la fragile bellezza della pace?
Mi fa arrabbiare pensare a quanto sia semplice per loro manipolare le masse, a quanto le loro decisioni influenzino brutalmente la vita quotidiana di chi vive lontano dai tavoli della diplomazia.
Perché la storia deve ripetersi?
Da sempre, noi donne siamo custodi della vita, della cura e del dialogo. Sappiamo bene che la guerra non è mai la soluzione, perché porta solo dolore, distruzione e perdita. Eppure, le decisioni che portano ai conflitti vengono quasi sempre prese dagli uomini, mentre a noi resta il compito di ricostruire, di consolare, di far ripartire le comunità devastate.
Noi donne non possiamo far sentire la nostra voce?
Ma cosa accadrebbe se fossimo noi a prendere le decisioni nei momenti di crisi? Se potessimo portare la nostra esperienza, il nostro istinto di protezione e il nostro senso di giustizia ai tavoli del potere?
Noi donne possiamo scrivere insieme un nuovo capitolo, dove il potere non sia sinonimo di violenza, ma di responsabilità, compassione e comprensione reciproca.
La storia e gli studi dimostrano che, quando le donne partecipano ai processi di pace, gli accordi durano più a lungo e le soluzioni sono più giuste e inclusive.
Questo non significa che ogni donna sia pacifista per natura, né che gli uomini siano sempre inclini alla guerra. Ma noi abbiamo un modo diverso di affrontare i problemi: non con la competizione e il dominio, ma con il dialogo e la cooperazione. Siamo abituate a mediare, a trovare soluzioni senza sopraffare l’altro, a pensare al futuro delle nostre figlie e dei nostri figli e delle generazioni che verranno.
Sento l'urgenza di un cambiamento, di una voce femminile che si alzi e sfidi il sistema, di una rete di donne unite nella lotta per un futuro migliore.
Dobbiamo ridisegnare le narrazioni del potere, aprendole a nuove prospettive, a nuove soluzioni.
La nostra forza, la nostra empatia, possono essere le armi più potenti contro l’avidità di un mondo che sembra dimenticare il valore della vita umana. In questi momenti di angoscia, voglio scegliere di sperare. Spero di vedere una generazione di donne pronte a rivendicare il loro diritto di partecipare attivamente alle decisioni che ci riguardano.
Noi donne possiamo e dobbiamo essere protagoniste di un futuro senza guerre. Perché la pace non è un'utopia: è una scelta, noi siamo pronte a fare questa scelta?
Alessandra Orsini