Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
PIAZZA BELLA PIAZZA.
Una grande manifestazione di massa, come non se ne vedevano da anni, si presta sempre a tante interpretazioni.
Anche contraddittorie se prese ciascuna come rappresentazione specifica di questo o quel gruppo del quale si compone una società civile ricca come la nostra.
Della manifestazione di ieri a Roma bisogna cogliere, se c’è, il senso politico generale, il segno che ha lasciato in chi ha voluto manifestarsi in quel modo e a chi quella manifestazione era diretta.
Al di la delle differenze quattro punti mi sembrano emergere da quella piazza così sorprendente per tutti.
Primo: la società civile, democratica, partecipativa c’è e se la chiami risponde.
Secondo: quella società crede ancora nell’Europa e, tra ritardi e delusioni, nel momento difficile si stringe attorno all’Unione che vuole ancora più coesa e forte.
Terzo: quella società ha capito benissimo da dove viene il pericolo per la nostra libertà e democrazia e sa che quel pericolo non si fa scrupolo delle nostre vite come non se ne è fatto delle vite del popolo Ucraino.
Quarto: quella società sa che quel pericolo va fronteggiato con ogni mezzo adeguato. Anche, purtroppo, con quello militare che siamo costretti a dover adeguare.
Il rischio che quella manifestazione diventasse la stanca ripetizione di certo esibizionismo finto pacifista, o peggio - come auspicato da qualcuno - l’occasione per una ennesima provocazione propal c’era, ma non si è manifestato.
Vetero bolscevichi e Vannacci erano insieme da un’altra parte, il signor Conte anche. Piazza libera tutti!
Le sfumature e le differenze sono proprie dei caminetti o dei tavoli programmatici. Giusto così, le forze politiche devono fare la sintesi.
Ma ora c’è da cogliere questo sentimento unitario europeo che sta sopra ad ogni altra divisione. E’ la coscienza pacifica di chi ha paura della guerra e la respinge, ma ha capito che limitarsi a invocare la pace senza prepararsi a difenderla è il trucco infame di chi ci vuole schiavi.
Potremo discutere a Roma il “come” e il “chi”, ma mantenendo forte l'impegno alla difesa della Sagunto che è nei nostri confini europei. Non solo quelli di stato, ma anche quelli politici e di coscienza.
Questo ho capito essere stato il denominatore comune di quella piazza.
Soprattutto ascoltando le voci delle persone, i loro commenti rilasciati ai numerosi giornalisti circolanti. Una sorpresa per me ascoltare quei quattro punti, che ho raccolto declinati in decine di modi differenti. Soprattutto dai tantissimi giovani, dalle famiglie coi bambini nei passeggini.
Ma che vergogna il servizio pubblico RAI che nei TG della sera ha mandato in onda le solite interviste dei soliti segretari generali dei sindacati o dei soliti leader di partito.
Rispetto per tutti loro, ma c’era un mondo da rappresentare e hanno scelto la solita minestra riscaldata. Come dire, tranquilli, non è successo niente. Conformismo da centrodestra.
Se leggete oggi i giornali delle destre o delle sinistre populiste, o i profili social dei filosovietici (perché questo sono) avrete la conferma di ciò che scrivo. Rosicano.
Certo che non è cambiato il mondo in 24 ore.
Tuttavia si tratta di saper vedere, ascoltare e dare voce ad una nuova Europa che chiede di nascere. Che è obbligata a nascere dalla nostra volontà di vivere liberi.
Sarà dura, ma oggi sappiamo meglio di prima che è possibile.