Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Il problema non è il Manifesto di Ventotene ma il nostro futuro. L'internazionale Socialista torni a farsi sentire sul futuro e le sorti del mondo
Intervista a Daniele Delbene già Presidente della Costituente Nazionale Pse e tra i promotori del Manifesto XGLU.IT (www.xglu.it), sottoscritto da oltre settecento persone impegnate sul territorio e condiviso da oltre 15mila giovanissimi sui social.
Nei giorni scorsi, proprio sul nostro quotidiano La Voce del Serchio, abbiamo ripreso e pubblicato le sue considerazioni inerenti l'intervento del Presidente del Consiglio sul Manifesto di Ventotene, può spiegarci meglio cosa ne pensa?
Il problema non è il Manifesto in sé, che per quanto se ne possano condividere i valori e la visione è stato scritto 80 anni fa, quanto la strumentalizzazione che è stata fatta dal Presidente del Consiglio. Le forze politiche di opposizione si sono indignate per motivi ideologici, ma il punto vero è un altro.
Quale?
Un Presidente del Consiglio, non in un luogo qualunque, ma in una Camera del Parlamento Italiano, leggendo una frase di un Manifesto fuori dal contesto, ha fatto passare l'idea che le volontà scritte in quel testo visionario fossero quelle, tra le altre, di eliminare la proprietà privata, mentre invece leggendo qualche riga in più si comprende benissimo che l'intento era proprio il contrario. Ovvero “superare il preconcetto ideologico contro la proprietà privata”, pur con le opportune limitazioni in alcuni settori e i giusti contrappesi. Nessuna forza politica, e quasi nessuno è stato in grado di rispondere al Presidente del Consiglio facendo notare “l'errore” commesso o fatto commettere volutamente da qualche suo collaboratore.
Per quale ragione secondo lei?
Perchè tutti parlano del Manifesto di Ventotene per motivi puramente ideologici, ma evidentemente in pochi lo hanno letto, e non tutti coloro che lo hanno fatto hanno chiaramente la cultura per comprenderlo.
Chi ha un minino di formazione politica non avrebbe nemmeno bisogno di leggerlo per sapere che certe posizioni non potevano essere parte di quella Visione.
Tra l'altro questo “errore” è stato commesso dal rappresentante dello stesso governo che promuove una legge sull'eccessivo utilizzo delle intercettazioni ritenendole, a ragione, spesso strumento di delegittimazione proprio per l'utilizzo di frasi “rubate al contesto”.
Comunque il vero problema non è il Manifesto, quanto quello che sta avvenendo nel contesto internazionale ed europeo.
Cosa ne pensa del programma di riarmo europeo?
Dietro al piano di riarmo si intrecciano diverse ragioni e pensieri. Ci sono coloro che guardando al futuro e al contesto internazionale, ritengono il riarmo un deterrente e il programma un presupposto per un prossimo esercito comune europeo. Si tratta di una posizione idealmente corretta, ma ingenua perchè non si possono lasciare al caso i presupposti. Ci sono interessi economici dell'industria militare, ci sono interessi esterni che vogliono nella realtà minare le basi degli Stati Uniti d'Europa ecc..
Tra chi si oppone possiamo individuare due macro aree, chi lo fa per ragioni puramente ideologiche ovvero “pace senza armi”. Sarebbe bello un mondo fondato su questi principi ma fino a quando non vi saranno istituzioni sovranazionali europee e mondiali che garantiranno la pace (anche grazie a loro eserciti) eliminare le armi equivarrebbe a dire a chi le ha: fate ciò che volete di chi non può proteggersi.
Gli altri che si oppongono sono coloro che puntano a minare qualsiasi presupposto di Stati Uniti d'Europa: ogni stato pensi a se stesso! Questa è una posizione che è stata fatta percepire come quella più vicina agli interessi dei cittadini, ma che in realtà nasconde l'interesse opposto ovvero quello, tra gli altri, dei grandi gruppi finanziari globali che senza istituzioni sovranazionali possono continuare a fare ciò che vogliono perchè nessuno è in grado di contrastarli.
Quindi a suo avviso quale doveva doveva essere la posizione dei progressisti ?
I socialisti europei dovevano dire si al riarmo ma a condizione che fosse il superamento della difesa nazionale in ragione di una europea ma non come ingenuo auspicio affidato al caso e alle grazie di Dio. La proposta doveva essere: inizino subito i paesi che ci stanno a costruire il loro esercito comune, con un graduale superamento di quello nazionale, e con l'intento ovviamente di allargarne la partecipazione in divenire.
Cosa la preoccupa maggiormente?
Siamo in un contesto internazionale instabile perchè non esiste un' istituzione o forza in grado di essere garante di un equilibrio mondiale. Le posizioni americane e la maggior spesa per armamenti non potranno che rendere più fragile il sistema sociale europeo e contestualmente i singoli Paesi europei, dopo 80 anni di pace, si riarmano. Se vogliamo limitarci a guardare in casa europea, si rischia di mettere in moto un meccanismo di rincorsa tra singoli stati per consentire il sopravvivere di un sistema sociale nazionale a scapito di quello dei paesi vicini e questo rischia di portare al riaffermarsi di pulsioni nazionalistiche dei singoli paesi che oggi a differenza di ieri avrebbero da “spendere” arsenali di munizioni ed armamenti a buon viso di coloro che li producono. Il presupposto di nuovi conflitti tra paesi europei ad interesse di grandi gruppi finanziari e di Stati non europei.
Quale auspicio vuole lanciare dalle nostre pagine?
Si riparta dai valori sintetizzati nel nostro Manifesto XGLU.IT.
La sinistra italiana ed europea degli ultimi trent'anni ha tante responsabilità per l'attuale situazione sociale e politica, ma abbia il coraggio di mettersi in discussione, anche nel personale politico, per guardare non ideologicamente alle visioni del passato ma per creare una propria visione del futuro che colga da quelle passate i valori e la forza dirompente per l'affermazione della giustizia sociale e della libertà. Da queste pagine, colgo l'occasione per lanciare un appello all'Internazionale Socialista: si riappropri del suo ruolo originario, esca dal silenzio, ritorni ad essere un luogo di elaborazione, proposta ed indirizzo politico-culturale per costruire un mondo più giusto e libero.
Si costruiscano gli Stati Uniti d'Europa e si immaginino già quelli del Mondo: gli unici in grado di garantire pace e libertà a tempo indeterminato.