Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
Noi che amiamo Israele
L’AMBASCIATA DI ISRAELE PRESSO LA SANTA SEDE HA DIFFUSO UN COMUNICATO STAMPA DOPO L'ANGELUS DI PAPA FRANCESCO
"L'operazione israeliana è condotta in piena conformità con il diritto internazionale e mira a ridurre al minimo i danni ai civili. Mentre Hamas colpisce deliberatamente i civili, Israele adotta misure straordinarie per ridurre al minimo i danni ai civili". Lo dice una nota dell'ambasciata di Israele presso la Santa Sede diffusa "in riferimento all'Angelus" del Papa.
"Hamas ha ripetutamente violato il cessate il fuoco - sottolinea - e lo ha utilizzato per ricostruire il suo arsenale militare. 59 ostaggi sono ancora trattenuti a Gaza in condizioni disumane" e "lo Stato di Israele ritiene che sia suo dovere morale riportarli a casa".
"In riferimento all'Angelus di domenica scorsa - si legge nel comunicato dell'ambasciata israeliana -, desideriamo fornire informazioni recenti sulla situazione attuale a Gaza. I combattimenti a Gaza sono ripresi il 18 marzo, 17 giorni dopo il completamento della prima fase dell'accordo sugli ostaggi, a causa della mancanza di progressi nei negoziati per il loro rilascio e a seguito del rifiuto da parte di Hamas di due proposte distinte avanzate dall'inviato del presidente degli Stati Uniti, Witkoff".
"L'operazione israeliana è condotta in piena conformità con il diritto internazionale - prosegue - e mira a ridurre al minimo i danni ai civili. Mentre Hamas colpisce deliberatamente civili, Israele adotta misure straordinarie per ridurre al minimo i danni ai civili. Ogni vittima civile è una terribile perdita. Hamas ha ripetutamente violato il cessate il fuoco e lo ha utilizzato per ricostruire attivamente il suo arsenale militare, rifornendosi di armi e ripristinando i siti di lancio dei razzi, come dimostrato dai recenti attacchi contro Israele".
"59 ostaggi sono ancora trattenuti a Gaza - continua la nota - in condizioni disumane, subendo abusi fisici e psicologici, come riferito dagli ostaggi rilasciati, in palese violazione del diritto internazionale. Lo Stato di Israele ritiene che sia suo dovere morale ed etico riportarli a casa".
"Non c'è carenza di aiuti umanitari a Gaza - spiega anche la nota -, ma piuttosto una appropriazione indebita da parte di Hamas. Il 20 marzo, Eli Sharabi, un ostaggio israeliano che è stato rilasciato, ha dichiarato come testimone oculare davanti al consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite: 'lasciate che vi dica come testimone oculare, cosa è successo a quegli aiuti. Hamas li ha rubati. Decine e decine di scatole pagate dai vostri governi stanno sfamando i terroristi che mi hanno torturato e assassinato la mia famiglia. Hamas mangia come i re mentre gli ostaggi muoiono di fame. Hamas ruba ai civili".
"Durante la tregua temporanea - si legge ancora - Israele ha facilitato l'ingresso di 25.200 camion carichi di cibo, carburante e beni essenziali. Tuttavia, Hamas ha confiscato la maggior parte di questi aiuti per rafforzare la sua infrastruttura terroristica. Attualmente gli aiuti umanitari accumulati nei magazzini di Hamas sono diventati la sua principale fonte di reddito consentendo all'organizzazione terrorista di riprendere a pagare i suoi membri dopo un lungo periodo. In queste circostanze, la decisione di Israele di facilitare l'accesso ai beni si applica solo quando non vi sono seri motivi per ritenere che i rifornimenti saranno dirottati dal loro scopo civile o forniranno un chiaro vantaggio militare al nemico".
"Israele - conclude la nota - rimane determinato a raggiungere i suoi obiettivi: garantire il rilascio di tutti gli ostaggi, smantellare le capacità governative e militari di Hamas e rimuovere la minaccia terroristica dalla Striscia di Gaza per impedire un altro 7 Ottobre".
La Stampa