Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
L’Italia è un Paese particolare. La contraddizione a quanto pare fa parte dei nostri costumi. Se abbiamo un aeroporto intitolato a Falcone e Borsellino e contemporaneamente uno a Berlusconi, non possiamo stupirci se tra qualche giorno si terrà una manifestazione per la pace organizzata da un partito legato a Russia Unita di Putin.
Dunque voglio raccontarvi una storia.
Nel 2017 un deputato del partito di Putin Russia Unita manda una mail al responsabile del Dipartimento di Politica estera del Cremlino. La mail finisce nelle mani del Dossier Center, organizzazione finanziata dal dissidente russo in esilio Mikhail Khodorkovskij, che decide di indagare sulla sua veridicità collaborando con le principali testate europee. Il contenuto è un piano per “costruire una rete informale” per destabilizzare l’UE dall’interno con sei partiti europei: Rassemblement National di Marine Le Pen in Francia, tre partiti di estrema destra in Germania (Alternative für Deutschland, il Partito Nazionaldemocratico di Germania e Pegida) e due partiti italiani, ovvero Lega e Movimento Cinque Stelle.
Per quanto riguarda il M5S facciamo un passo indietro. Fino a una decina d’anni fa Beppe Grillo accusa Putin di essere il mandante dell’assassinio di Anna Politkovskaja, riempie il suo blog di articoli denunciando la sua dittatura in Russia e lo paragona a Mussolini e Stalin. Poi qualcosa cambia. Nel 2016 una delegazione del M5S guidata da Alessandro Di Battista si presenta alla Duma, la camera bassa del Parlamento russo; poi partecipa, guidata dal deputato Manlio Di Stefano, al congresso del partito di Putin. Nello stesso periodo, Di Maio in televisione chiede di revocare le sanzioni alla Russia imposte al Paese dopo l’annessione della penisola di Crimea, in Ucraina. Al ritorno dalla Russia, Di Battista deposita una proposta di legge per chiedere all’Italia di uscire dalla Nato.
Sono i giorni in cui Grillo viene portato da Di Battista all’ambasciata russa di Roma per discutere con diplomatici e funzionari di diverso livello. Il ponte tra il M5S e l’universo russo diventa Antonio Fallico, ex consulente di Gazprom, amico di Marcello Dell’Utri e garante dell’amicizia tra Berlusconi e Putin.
Intanto c’è il referendum “di Renzi” alle porte e i grillini si interrogarono su come evitare la vittoria del “Sì”. Nel libro Supernova. Come è stato ucciso il Movimento Cinque Stelle, scritto da Nicola Biondo e Marco Canestrari, ex collaboratori di Gianroberto Casaleggio, viene rivelata una frase pronunciata da Di Battista negli uffici del gruppo parlamentare del M5S: “Che ne dite di farci dare una mano per la campagna sul referendum costituzionale dall’ambasciatore russo? Con tutto quello che stiamo facendo per loro…”.
Poche settimane dopo quella frase, e prima che il libro venga pubblicato, esce un’inchiesta di Buzzfeed nella quale il M5S viene accusato di fare propaganda per il Cremlino e di avere contatti con la galassia di Putin. Dopo gli incontri di Di Battista a Mosca e all’ambasciata russa a Roma, infatti, sul blog di Grillo appaiono articoli di Sputnik Italia e Russia Today che strizzano l’occhio alla politica di Putin. Nel 2018, quando il M5S arriva al governo, Casaleggio Jr. li fa sparire dal web.
Prima dell’arrivo al governo, durante la campagna elettorale per le elezioni del 2018, un senatore statunitense sgancia la bomba: “Secondo le informazioni della nostra intelligence, Putin sta lavorando per favorire un governo Lega-M5S”. Quel senatore, pur essendo già stato vicepresidente qualche anno prima, non è ancora un nome così conosciuto dalle nostre parti. Oggi sì: Joe Biden. In Italia non viene preso sul serio, d’altronde lo stesso Di Battista giura il M5S non si sarebbe mai alleato con la Lega.
Eppure a Bruxelles il M5S e la Lega cominciano a votare compatti contro le indagini sull’avvelenamento di Navalny e, ancora una volta, contro le sanzioni alla Russia. Di Battista continua a ripetere che il M5S non si sarebbe mai alleato con nessun partito, tantomeno con la Lega. Scoppia però lo scandalo dei troll russi su Internet, e la propaganda è integralmente a favore di Lega e M5S. Gli analisti politici sottovalutano il fenomeno, proprio perché considerano i due partiti agli antipodi. Poi, in seguito alle elezioni del 2018, il cerchio si chiuse e M5S e Lega si alleano formando insieme il governo.
Qualche anno dopo Di Battista abbandona il M5S ma resta comunque nella galassia grillina come collaboratore del Fatto Quotidiano. Continua a spendere parole al miele per Putin, come quando dichiara, nel 2019: “Per la pace nel mondo meno male che c’è Putin”.
Ecco, adesso forse la situazione è un po’ più chiara. Siamo tutti liberi di avere un’idea personale e autonoma sul riarmo, la deterrenza, le strategie giuste e sbagliate dei piani militari dell’Unione Europea. Le critiche non sono solo lecite, ma doverose in un contesto democratico. Io stesso contesto alcuni passaggi del progetto Rearm Europe, pur condividendone altri.
Qui però ci troviamo davanti a un partito politico che organizza una manifestazione per la pace dopo aver chiesto per tre anni a un popolo invaso di arrendersi e aver gettato fango su tutti i protagonisti in campo. Tutti tranne uno: Putin.
Adesso, dopo aver letto questa storia, sappiamo perché.
Liberi di presentarvi alla manifestazione, ma con la consapevolezza di farlo sotto la bandiera russa.