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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . non è stato possibile al Pappiana (IV di Renzi) .....
RIEPILOGO CANDIDATURA DELLA BELLONI
AUTORE: Aldo Morè
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Ma se Trump invade la Groenlandia, territorio danese .....
Perché, si può anche scegliere i menù ? Allora .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Fiera di Primavera.
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Vaiano, 4 aprile
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Pisa, 3 aprile
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Pisa, 2 aprile
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Marina di Pisa, 4 aprile
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passano gli anni
cambiano i volti belli
ma i tuoi occhi sono rimasti
quelli di allora
ed è nei tuoi occhi che vedo
l'amore che non è mutato

e .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
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Alla scoperta delle Segnatrici

1/4/2025 - 10:48


Un’Antica Sapienza al Servizio della Cura.


Il mio interesse per le donne segnatrici è nato in modo del tutto inaspettato, quando la mia vicina ha ricevuto la diagnosi di fuoco di Sant’Antonio. Il dolore era intenso e debilitante, e il suo medico di famiglia, oltre alla terapia convenzionale, le suggerì di rivolgersi a chi ancora oggi pratica la segnatura, un’antica tecnica di guarigione tramandata nel tempo. La cosa mi colpì profondamente: non sapevo che questi riti ancestrali fossero ancora vivi nel nostro territorio.


Insieme a lei, ho iniziato a cercare chi potesse aiutarla, scoprendo così un mondo ricco di storia e di memoria collettiva. In passato, quando la medicina moderna non offriva soluzioni efficaci, le comunità si affidavano alle guaritrici, donne con un “dono” speciale che praticavano la segnatura come un atto d’amore verso il prossimo. Ma oggi? Questa tradizione resiste ancora?


La mia ricerca mi ha portata a scoprire che molte persone, sia donne che uomini, hanno sentito parlare di queste pratiche o vi si sono affidate direttamente. La segnatura rientra nella cosiddetta medicina tradizionale o popolare, un sapere tramandato oralmente per generazioni, in cui il potere simbolico dei gesti, delle parole e delle immagini si intreccia con la spiritualità e la credenza nella forza della natura. In un’epoca in cui le visioni olistiche dell’essere umano stanno guadagnando sempre più attenzione, la figura delle guaritrici e delle loro tecniche di cura sta vivendo una rivalutazione.


L’antropologa Antonella Bartolucci, nel suo libro Le Streghe Buone. I simboli, i gesti, le parole. Come muta la medicina tradizionale nell’era di Internet (Ed. Aliberti, 2016), ha approfondito questi rituali, sottolineando come la trasmissione di questo sapere avvenga attraverso un “lascito”, un passaggio segreto di conoscenze tra una segnatrice e una persona prescelta. Non esiste una regola fissa su chi possa riceverlo, ma avviene prevalentemente tra donne e in ambito familiare.


Le segnatrici erano spesso donne anziane della comunità, custodi di un sapere, di una antica saggezza che non veniva divulgato a tutti, ma trasmesso con grande discrezione solo a chi era ritenuta degna di portarlo avanti. La trasmissione avveniva soprattutto da nonna a nipote o da madre a figlia, spesso in momenti simbolici, come la notte di Natale o altre ricorrenze sacre.
Le pratiche, cioè i riti di segnatura variavano da zona a zona, ma generalmente prevedevano:
-Gesti ripetuti con le mani o piccoli segni di croce sulla pelle della persona malata.
-Formule sussurrate, che mescolavano elementi cristiani con antiche credenze popolari.
-L’uso di oggetti simbolici, come fili di lana, chicchi di grano, olio benedetto o ceneri.

L’herpes zoster, noto popolarmente come fuoco di Sant’Antonio, era considerato una malattia particolarmente ostica da curare e si riteneva che potesse essere “segnata”.

Le segnatrici tracciavano piccoli segni di croce sulle vescicole infiammate e recitavano preghiere specifiche per tre giorni consecutivi, spesso al tramonto.
Per gli orzaioli, i rituali erano semplici e pratici: si passava un filo d’oro sull’occhio malato o si sfregava delicatamente con una fede benedetta. Nel caso dei porri, invece, la segnatura prevedeva l’uso di erbe o un rito simbolico con un filo, che veniva annodato e poi gettato via.

Si diceva che, quando il filo si fosse consumato, anche il porro sarebbe caduto.


Queste pratiche, che per secoli hanno rappresentato l’unica possibilità di cura per molte persone, oggi stanno vivendo una nuova attenzione. Il loro valore non sta solo nell’efficacia della guarigione fisica, ma anche nella dimensione simbolica e comunitaria che le accompagna: un sapere trasmesso con cura, rispetto e senso di responsabilità, che lega profondamente le donne alla loro storia e al loro territorio.
 
Confermo che nei paesi del territorio pisano vi sono ancora alcune donne anziane che praticano le segnature. Grazie al passaparola, è possibile rintracciare questa antica forma di cura, che può offrire sollievo a chi vi si affida, sia a livello fisico che sul piano psicologico e spirituale.


Giovanna Loccatelli



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