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Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA  sono la figlia della "Cocca".

Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.

Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché  anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è  ancora comunità.  

. . . non è stato possibile al Pappiana (IV di Renzi) .....
RIEPILOGO CANDIDATURA DELLA BELLONI
AUTORE: Aldo Morè
email: .....
Ma se Trump invade la Groenlandia, territorio danese .....
Perché, si può anche scegliere i menù ? Allora .....
per pubblicare scrivere a: spaziodonnarubr@gmail.com
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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di Angela Baldoni
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Incontrati per caso...
di Valdo Mori
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Fiera di Primavera.
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Vaiano, 4 aprile
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Pisa, 3 aprile
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Pisa, 2 aprile
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Marina di Pisa, 4 aprile
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passano gli anni
cambiano i volti belli
ma i tuoi occhi sono rimasti
quelli di allora
ed è nei tuoi occhi che vedo
l'amore che non è mutato

e .....
tutta la zona:
piscina ex albergo
tutto in stato di abbandono

zona SAN GIULIANO TERME
vergogna
di Angela Baldoni
*Il filo dell’amore, un filo che unisce!* (vedi pdf allegato)

1/4/2025 - 13:32

*Il filo dell’amore, un filo che unisce!*

 

Vi raccontiamo il progetto nato per la festa triennale della Madonna di Castello.

Era settembre 2023. Tutto inizió con un’idea. Un’idea semplice, nata tra le mura della parrocchia, forse sussurrata tra una preghiera e l’altra: realizzare una tovaglia per la Festa triennale della Madonna del 2024. Una tovaglia speciale, che non fosse solo un ornamento, ma il frutto del lavoro e dell’amore di un’intera comunità.

Si pensò di creare una grande opera collettiva, formata da tanti piccoli pezzi: mattonelle all’uncinetto, ricami, tessuti lavorati a mano, ognuno con la sua storia, il suo significato, il suo tocco personale. Ognuno con il cuore di chi lo avrebbe realizzato. Ma partire non fu facile. Il progetto sembrava bello, sì, ma come fare a coinvolgere abbastanza persone? Chi avrebbe trovato il tempo, la voglia, la motivazione per mettersi a ricamare e cucire? Serviva un segno, una spinta, un motivo per far sentire a tutti che quella tovaglia non sarebbe stata solo un pezzo di stoffa, ma un simbolo di appartenenza e memoria.

E il segno arrivò. L’8 dicembre 2023, durante la Messa, fu fatto un appello. Un invito sincero, rivolto a tutti, anche a chi magari non si sentiva abile con ago e filo. “Portateci i vostri ricami, anche quelli delle vostre nonne, delle vostre mamme, di chi non c’è più ma che ha lasciato nei tessuti il suo tempo, il suo amore.” Fu in quel momento che qualcosa cambiò. Il progetto prese vita. Arrivarono tante mani, tante storie. Donne che avevano passato anni a lavorare con l’uncinetto, e altre che non lo facevano da tempo ma che vollero riprovare. E poi le inesperte, che imparavano dai gesti pazienti delle più anziane. E ancora, le mani di chi sfogliava vecchi bauli alla ricerca di un ricamo dimenticato, con il cuore colmo di ricordi.

Da gennaio 2024, ogni venerdì, un piccolo gruppo iniziò a riunirsi in Canonica. C’era chi cuciva, chi tagliava, chi dava consigli, chi raccontava aneddoti di quando da bambina aveva imparato a fare la maglia accanto al camino. Non era solo un lavoro: era un ritrovarsi, un riscoprirsi. E poi, come un fiume che cresce, arrivarono ancora più ricami, ancora più mattonelle, ancora più mani pronte a contribuire. Il progetto divenne grande, più grande di quanto si fosse mai immaginato. Non una sola tovaglia, ma sette.

Sette splendide tovaglie, ognuna unica, ognuna cucita con pazienza e dedizione. L’ultima, forse la più speciale, è stata composta da quattro pannelli che avrebbero ornato il carrello che avrebbe portato la Madonna di Castello per le strade del paese. Un simbolo forte, profondo, di una comunità che voleva donare qualcosa alla sua Madonna, alla sua festa, alla sua tradizione. E come ogni bella storia, l’entusiasmo si è allargato oltre ogni aspettativa. Si è chiesto anche ai pittori del paese di contribuire con un’opera dedicata alla Madonna, e poi ai ragazzi, che con entusiasmo ci hanno regalato tredici disegni pieni di colore, di fede, di speranza.

Quando finalmente l’8 settembre 2024 è arrivato, tutto era pronto. Le tovaglie erano stirate, perfette, adagiate con cura. Il frutto di mesi di lavoro, di serate passate insieme, di mani che si erano incontrate e di cuori che avevano battuto all’unisono per un unico scopo. E in quel momento, guardandole lì, sotto la luce calda della chiesa, tutti abbiamo capito che il vero miracolo non era solo nelle tovaglie, nei ricami o nei disegni. Il vero miracolo era stato il cammino fatto insieme. Quelle mani che avevano cucito non si sarebbero fermate. Il gruppo nato attorno a questo progetto non voleva sciogliersi. Era nato qualcosa di più grande: il desiderio di continuare a stare insieme, di creare, di condividere, di non perdersi più.

Perché forse è proprio così che si costruisce una comunità: un filo alla volta, un nodo dopo l’altro, fino a creare qualcosa che non si spezza più.



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