Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
John Keats, all’inizio dell’800 aveva cantato così:
La poesia della terra non è mai morta:
quando tutti gli uccelli sono deboli a causa del sole
e si nascondono sotto alberi freschi, una voce correrà
da un limite all’altro nell’erba falciata di fresco.
Qui è il regno della cavalletta che prende il comando
quando l’estate è nel suo splendore
e non ha mai dato con i suoi piaceri;
per quanto si stanchi con il suo gioco
essa rimane nascosta dell’erba.
La poesia della terra non cessa mai.
Giovanni Pascoli, alla fine dell’800 cantò così:
Le cavallette sole
sorridono in mezzo alla gramigna gialla;
i moscerini danzano nel sole,
trema uno stelo sotto una farfalla.
E Luigi Veronelli a metà del ‘900 cucinò così:
Citiamo prima una sura del Corano: “Colui che non mangia delle mie locuste, dei miei cammelli, delle mie tartarughe non è degno di me, disse il profeta.”
Le locuste devono essere uccise secondo la legge musulmana, cioè buttate vive in acqua bollente e salata o cotte al vapore. Se no sarebbero considerate impure. Dopo la cottura possono essere seccate al sole o conservate sott’olio. Le si possono mangiare in vari modi (ad esempio grigliate, oppure polverizzate e mescolate con del latte…). Suggerisco di provarle con il couscous secondo una ricetta non del tutto ortodossa.
Prendete numerose grosse cavallette (due etti di cavallette circa a persona), ucciditele in acqua bollente salata e levatele al più presto. Togliete zampe, testa e ali che rimettete nell’acqua, aggiungendo sale, cipolla, peperone e pomodoro tagliati grossolanamente, a fare brodo, ristretto quanto vi gusta. A parte preparate il couscous (un etto a persona): fate assorbire acqua bollente poco salata al couscous in proporzione di 1 a 1; lasciate riposare 10 minuti e saltate on olio d’oliva.
Quando il brodo è pronto, filtrarlo e metterlo in una ciotola. Friggere le cavallette in poco olio e poi versate sul couscous. Servite subito con la ciotola di brodo e una ciotola di peperoncino rosso tritato
.
E io, per ridere un po’, scrissi un sonetto una ventina di anni fa:
Proprio proprio nazzista ‘un si sentiva,
l’ebrei sì l’aveva spaventati,
ma con loro la vita s’accaniva
e tanto ‘ danni …un’erino contati!
Agile e vispa come ‘na gazzella,
c’era però ‘ver nome da bimbetta
che la faceva scende’ dalla sella
‘vando cercava er maschio nella fretta.
A Mmarina attrappoo ciaffogava,
anco ‘n Sarossore ‘un ci fu cristi,
‘vando vidde un pittore ‘he lavorava.
Amori ‘osì ‘un serino me’ visti,
trovato aveva ‘vello che cercava!
…Diacci però ll’amici dell’artisti!