Un paese che amo, il paese della mia mamma.Anche ora quando vado a RIPAFRATTA sono la figlia della "Cocca".
Un paese con una storia importante che conserva vestigia di grande rilievo.
Un paese rimasto inalterato nel tempo, non ci sono insediamenti nuovi, potrebbe essere il set di film d'epoca perché anche le case, le facciate conservano la patina del tempo.Un paese che è ancora comunità.
TRUMP IL BUGIARDO
.Aggressivo, arrogante, assurdo, autoritario, bandito, bolso, buffone, ciarlatano, confusionario, decadente, esaltato, fanatico, gangster, gradasso, grottesco, ignobile, imbarazzante, imbroglione, immorale, Indecente, maniaco, obbrobrioso, osceno, pasticcione, prepotente, ridicolo, ripugnante, scombinato, scomposto, sconcio, scurrile, sporcaccione, spregevole, vergognoso, volgare, in una parola: Trump, secondo la collazione di dispregiativi dedicatigli dai media italiani ed esteri nelle ultime due settimane.
Non so dire se e quali di questi siano i più adatti a descrivere il personaggio ma, di certo, Trump non è un pazzo. Sa sufficientemente bena quello che fa, il fatto è che lo racconta da quel bugiardo che è, ma soprattutto è che sbaglia tutto nella maniera più smaccata e tragica.
Si è presentato sulla scena mondiale facendo la parte del vendicatore dei diritti negati all’America, promettendo ai suoi "sfortunatissimi" cittadini che li avrebbe liberati dalla schiavitù nella quale li avevano relegati gli alleati, profittatori e scrocconi, costati agli Usa migliaia di miliardi senza alcun ritorno economico.
Ridateci i soldi! È il motto che ha sostituito “E pluribus unum”. La Banca Mondiale, l’Ocse, l’US Bureau of economic analysis, Il Fondo Monetario Internazionale hanno diffuso i dati, tutti convergenti, che smentiscono le motivazioni della politica economica aggressina di Trump. Unico, vero, grande problema degli Usa è il mastodontico debito pubblico che, tuttavia, non è imputabile se non a scelte autonome Usa di politica economica.
La tabella che pubblichiamo è illuminante e varrebbe la pena che qualcuno di passaggio per Washington ne chiedesse conto, col dovuto savoir faire, al grosso, grasso imbroglione. Da dopo la crisi del 2008 fino al 2023 gli Usa hanno accresciuto la loro percentuale di Pil mondiale dal 14,77 al 27,72 mentre la zona euro è passata dal 14,3 al 15,7. Dove sarebbe la perdita per gli Usa? Hanno investito nel mondo e il ritorno è stato dieci volte superiore a quello europeo. I cittadini Usa si sarebbero impoveriti per favorire gli scrocconi europei e gli immigrati? Dal 1993 al 2023 lo stipendio medio di uno statunitense è passato da 55mila a 80mila dollari, mentre la media nell’area Ocse è passata da 45mila a 58mila dollari, + 25mila in usa, + 13mila in Europa (stendiamo un velo di pietoso silenzio sui numeri dell’Italia).Infine il confronto tra lo stato Usa con il Pil pro capite più basso, il Mississippi con 53mila dollari l’anno, e gli Stati europei dove il Pil pro capite più alto è quello della Germania, che supera di 2mila dollari il più povero degli stati Usa ma sta sotto tutti gli altri 49.Dunque sono i numeri, che Trump conosce benissimo, che smentiscono le sue motivazioni sui dazi e sulla politica economica aggressiva soprattutto nei confronti dell’Europa. Che vuol dire? Che Trump insegue un suo disegno ancora poco chiaro, ma che sembra avere a che fare con un desiderio di potenza e arricchimento personale suo e quello di un suo entourage di oligarchi, come il modello Putin.
Per loro il multipolarismo è spartirsi il mondo facendo collezione di paesi liberi da colonizzare. La spartizione comincia dall’Ucraina, se resisti lì puoi resistere dappertutto, se cedi lì preparati a essere schiavo.